Monza e Brianza (Lombardia) 05 dicembre 2016

Perché non vivere con uno scrittore. (note sfuggite alle Leggi di Murphy) di Miu Jacqueline

Perché non vivere con uno scrittore.

(note sfuggite alle Leggi dii Murphy)
In noi scrittori, la pazzia è congenita – uccidiamo i nostri nemici nei libri (I mean It). Godiamo di tutte le imperfezioni che spacciamo per talenti.

Siamo una razza di sarcastici, ironici, transatlantici d’impazienza, suscettibili, permalosi, arroganti, sensibili cacciatori di momenti che vivono con scompensi della storia o sempre a disagio col proprio tempo e naturalmente, pecchiamo di squilibrio e di sovrastima. Siamo abili nel torturare la gente con le parole e renderla felice (se ci capita ) col silenzio. Afflitti da “verbomania” e trombosi d’idee, curiamo il male d’orgoglio con frequenti bagni d’ego sempre ma proprio sempre a duello con quella megera chiamata “coscienza”. Detestati da ogni sana posologia e Dentro la lista di “precauzioni per il sovradosaggio” – valiamo in oro il peso dei nostri sbagli – delle nostre notti insonni e delle battaglie per i diritti dell’uomo a scoprire! Curiamo la paura del non sapere con altri traumi e senza mai temere gli effetti collaterali di cui se realmente altamente e indelebilmente tossici, ne diventiamo dipendenti. Usiamo quella Icon droga chiamata desiderio che più di ogni oppiaceo ci esalta! Noi non balbettiamo gli stati d’animo – noi spariamo con gli stati d’animo siamo i migliori cecchini in fatto di guerra del silenzio. Sappiamo muovere truppe della mente più velocemente di un dittatore e quando dichiariamo guerra a un’idea, beh facciamo di tutto per vincerla. Perché per noi il perdere – ci tocca nell’onore, ci uccide. Per noi morire dentro è peggio che morire nella carne. Come tutti i bambini ci basta una matita, un Ipad, una tastiera per essere felici. Non cresciamo mai e godiamo del nostro stato infantile fino al termine dei nostri giorni. Se denutriti cerchiamo sentimenti tali da abusare del nostro corpo e della nostra mente febbrile. Amore e odio è sentito non dallo spirito ma da ogni cellula che fabbrica il nostro corpo. L’egocentrismo è il Top Crack di noi stessi. Non conosco in natura cura al talento o a questa condizione umana multiforme – ma posso acclamare che questo incondizionato spirito ribelle che ci anima, ci rende voraci e capaci di scoprire cose che solo la creatività può osare fare. Prevaricati da una ambizione Medusa- perversione per cui degeneriamo in fabule con trionfi e vittorie quasi sempre istantanee senza platea. Spesso ci comportiamo da mammiferi normali, occasionalmente ci mescoliamo alle folle camuffati da antieroi o anti poeti o impiegati dell’eden temporaneamente esonerati dal divino per troppa competitività sul posto del lavoro.
Bruchiamo notizie. Le maciniamo, le frolliamo nelle nostre teste e ponderiamo dopo lunga digestione una sorta di “quick movie” di cui diventiamo il main character.
Siamo ricercatori non del bello ma dell’attimo che ti colpisce allo stomaco – un jab ben assestato al lettore allo spettatore a qualunque mente di cui ne vogliamo sfidare l’attenzione.
Noi i tabù li facciamo cadere- una sorta di Rave anti dogmi quando il positivismo diventa sete di potere-.-
Obiettivamente chi vorrebbe mai curare un folle incolume all’ordinario, strafatto di sogni e drogato di speranze?
A volte però capita che noi si diventi dei fari per popoli in balia della storia e in attesa di soccorso. Il nostro coraggio spinto avanti con una forza pari ai nostri deliri. Vinti quei demoni che ci attanagliano, evitando di cascare nella mediocrità del copiare gli “esseri celestiali” sacrifichiamo ogni cosa per l’ardore di un bene. In quel momento anche se feriti, anche se solo umani noi apriamo le ali e mostriamo al mondo un volo impossibile nella natura e l’ordine delle cose ma possibile per quelli alimentati da ideali. In quei rari momenti siamo dei mostri che combattono al fianco dei deboli contro i soprusi e contro il male. Non di rado qualcuno ci indica come piccole stelle di cui seguire il raggio ma noi in quel momento siamo lontani perché nonostante l’ego smisurato, nonostante la soddisfazione di quello che facciamo noi non ci aspettiamo alcun premio poiché al pari di vivere noi condividiamo. Perché non vivere con uno scrittore? Perché quando lui ama un altro essere, una meta, un ideale non sa fare altro.