La neve non ha involucro,
s’appoggia al tuo spirito per possederti,
poi aspetta una primavera che ti faccia sentire giovane,
per tornare a cadere sulle zone intorno alla tempia.
L’inverno diventa sangue e il sangue, una lunga lettera,
sicuramente pesante di anni di solitudine
che a volte ha una maschera di conforto,
spesso, troppo spesso sulla fiamma degli occhi.
Vivi al ventesimo piano dell’autostima,
in un palazzo di una città con alberi succhia cemento,
dove la donna è un cartello pubblicitario per alieni
venuti a rubare dalla razza umana,le risorse.
E scivoli come tutti sullo strato di ghiaccio sopra l’asfalto,
ospite di un delirio comune che non si diverte
alla vista da fiaba di un mondo
che solo al pazzo sembra una cosa lieta.
La neve non ha involucro ma volti,
dei molti che t’attraversano la vita velocemente,
vestiti dall’irritabilità del momento
che toglie loro dall’occasione la gioia.
E resisti al muro bianco con i tuoi sogni,
mentre la città t’assorbe dal suo fumo
perché diventando leggero il cuore sopporta
qualunque morte non riesca a cancellare l’amore.