Velletri (Lazio) 21 giugno 2014

Sippe alza la voce davanti al Carcere di Velletri

Il Si.P.Pe, il Sindacato della Polizia Penitenziaria che in meno di un anno ha fatto sentire la sua voce in tutta Italia, il 21 giugno 2014 ha manifestato nell’area antistante il penitenziario di Velletri per denunciare ed esporre in maniera eclatante le tragiche condizioni di sovraffollamento e degrado della struttura, nonchè la carenza del personale. All’evento erano presenti Silvana De Nicolò (Capo gruppo al Consiglio Regionale del Lazio del M5S), Paolo Trenta (consigliere del comune di Velletri del M5S), Emanuela Menicocci (stretto collaboratore della senatrice del M5S, Elena Fattori). Silvana De Nicolò, nell’ambito delle sue competenze, chiederà al Dap (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) tutti gli atti relativi all’assegnazione dei fondi per la manutenzione del Carcere di Velletri e quelli relativi alle procedure adottate nell’affidamento dei lavori per la costruzione del nuovo padiglione. Il M5S è più volte intervenuto sulla questione relativa alla costruzione di nuovi carceri, già nella seduta di mercoledì 30 aprile, Andrea Colletti, capogruppo della commissione Giustizia M5S, poneva la specifica questione degli appalti nelle carceri direttamente al ministro Orlando.
Il consigliere regionale De Nicolò ha comunque fatto sapere che coinvolgerà i deputati del M5S per un intervento parlamentare urgente sul carcere di Velletri che sarà indirizzato al Ministro della Giustizia. Alla data del 30 aprile 2014, secondo i dati ufficiali del Dap, il numero dei detenuti presenti nel carcere di Velletri è di 607, il personale previsto dalla pianta organica è di 179 unità, mentre quello amministrato è costituito da 175 unità maschili. Secondo il Dap, al momento, nel carcere di Velletri ci sarebbe una carenza di solo 4 unità. Questi dati sconcertanti, dichiara Alessandro De Pasquale, Segretario Generale del Si.P.Pe., non tengono conto di circa 29 agenti distaccati in altri istituti e palazzi del potere e di 12 agenti assenti per lunga malattia. I poliziotti penitenziari che di fatto operano nel carcere di Velletri sono quindi in numero inferiore rispetto a quello indicato nella pianta organica, costringendo quindi la Direzione del Carcere a ricorrere alle prestazioni di lavoro straordinario, con grave pregiudizio alle casse dello Stato ma, soprattutto, al benessere psicofisico del personale costretto a lavorare 8 o 9 ore al giorno in un ambiente degradante.