Mombello Di Torino (Piemonte) 07 settembre 2015

La Buona scuola…non così tanto buona: Ist. Peano-Torino

All’ Istituto Peano di Torino se un alunno ha un grave problema di salute la risposta è la bocciatura…

Si parla ultimamente della cosiddetta “Buona scuola” derivante dai provvedimenti legislativi del governo, ma dietro quest’annuncio si celano , spesso, episodi che hanno poco a che vedere con una forma di istituzione scolastica sana e rispettosa delle più elementari esigenze di un proprio allievo.
Ecco i fatti: A.A, 14 anni, della provincia torinese ( essendo minore usiamo solo le iniziali) frequenta con entusiasmo il primo anno del Peano di Torino, al cui preside è la professoressa Pietrina Ciavirella.
I risultati dell’allievo, nella prima parte dell’anno, sono abbastanza positivi e tutto va per il meglio fino a quando nel febbraio del 2015 , i genitori hanno una brutta notizia dopo una visita oculistica a cui hanno sottoposto A.A.
Il giovane ragazzo è affetto da “Cheratocono” una seria patologia oculare degenerativa che oltre a compromettere la vista si riflette, ovviamente, sul rendimento scolastico. La scuola, e la preside Ciavirella sono prontamente informati, avendo i genitori consegnato un certificato medico attestante la patologia che , dopo alcuni mesi porterà A.A. Ad un delicato intervento chirurgico (per fortuna riuscito) nel giugno 2015 ad opera del prof. Luca Razzano. A questo punto dove sta la “cattiva scuola? “. I genitori si sarebbero aspettati da parte della scuola l’attivazione , come previsto da legge MIUR n 53 del 2003 , di una preparazione didattica personalizzata (PDP) o dei cosiddetti BES (Bisogni educativi speciali), al fine di agevolare lo studio del loro figlio affetto da una grave patologia visiva che gli ha creato notevoli difficoltà nel normale svolgimento delle attività di studio. Ed invece la scuola cosa fa? Senza avvisare i genitori ( altro obbligo disatteso) il ragazzo non viene ammesso alla classe seconda o quantomeno non gli si dà la possibilità di recuperare quei debiti scolastici che la patologia gli aveva direttamente causato.
Insomma la scuola anziché favorire la frequenza e l’apprendimento non applica nemmeno le più elementari strategie didattiche ( dovute per legge) per quei studenti che si trovano in difficoltà per problemi di salute. I vari colloqui con la dirigente del Peano , professoressa Ciavirella, hanno portato solo a dover ascoltare, da parte dei genitori, inconsistenti , superficiali e teoriche spiegazioni del perchè l’allievo A.A. sia stato non ammesso al secondo anno, senza tener conto delle difficoltà oggettive che ha avuto per i gravi problemi di vista con i quali ha dovuto convivere fino all’operazione di giugno. Adesso al TAR Piemonte l’atteso giudizio che dovrebbe portare ad una sospensiva della non ammissione al secondo anno e ad una presa di responsabilità ( e speriamo di sensibilità) della scuola, professori e dirigenti dell’Istituto Peano di Torino.