“Questa fonderia ha inquinato tutta la valle dell’Irno che una volta era veramente un’oasi felice”, è dura la signora Anna Risi, che ha visto prima la figlia Antonella di soli 19 anni lottare contro la leucemia e dopo dieci anni il marito Vito morire di tumore. “Quando ho portato Antonella in cura a Roma l’equipe medica mi ha chiesto soltanto una cosa, se ci fossero fonderie nella zona dove abitavamo”, racconta. “In quel periodo io non ho avuto neanche il tempo di riflettere e pensare, poi ho visto che a Coperchia ci sono stati altri casi di leucemie, adesso c’è un bambino malato e altri che sono morti. Allora ho cominciato a lottare perché sono stanca di contare i malati e i morti”. Sulla decisione della Regione Campania di riaprire le Fonderie la signora Risi è molto dura: “La vita dei nostri cari non è stata fermata per 15 giorni. La vita dei nostri cari è stata fermata per sempre”.
Fonderie Pisano, i residenti: “Stanchi di contare i morti”
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