San Possidonio (Emilia-Romagna) 09 maggio 2014

Sisma Emilia, i discussi pozzi di estrazione di idrocarburi

Tornando nei luoghi colpiti dal terremoto del maggio 2012, l’occhio non può che cadere sui pozzi di estrazione del petrolio disseminati in un’area compresa tra Mirandola e Novi di Modena. Questo è uno dei pozzi del campo Cavone, finiti al centro delle attenzioni da parte degli esperti che hanno stilato il rapporto della commissione Ichese, istituita per indagare su un eventuale nesso tra l’attività umana e le violente scosse del maggio 2012.
Nel rapporto si leggono testualmente le seguenti affermazioni: “l’attuale stato delle conoscenze e l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a “innescare” l’attività sismica del 2012 in Emilia.”
Il nodo dunque pare irrisolto e affermazioni simili non hanno fatto altro che sollevare nuovamente perplessità e dubbi da parte della popolazione. Ecco altri passaggi tratti dalle conclusioni contenute nel rapporto.

Partendo da questo stato delle conoscenze, la Commissione ha cercato di stabilire l’eventuale nesso esistente tra le operazioni di iniezioni/estrazione e stoccaggio di fluidi e l’attività sismica nell’area dell’Emilia Romagna colpita dalla crisi sismica del maggio-giugno 2012.

L’area colpita dalla sequenza sismica in questione ha forma di una ellisse lunga circa 30 km e larga circa 10 km, che si estende in direzione est-ovest sopra l’anticlinale di Cavone-Mirandola. La Commissione ha definito, su basi sismo-tettoniche, una area di interesse di circa 4000 km2 che include la zona dell’attività sismica del 2012. Nell’area sono presenti tre concessioni di sfruttamento per idrocarburi, Mirandola (con incluso il campo di Cavone), Spilamberto e Recovato, nonché il il campo geotermico di Casaglia (Ferrara) e il giacimento di stoccaggio di gas naturale di Minerbio sitiauto al margine sud-est dell’area.
Nella zona è inoltre inclusa l’area del progetto Rivara per un sito di stoccaggio di gas naturale in acquifero, cui si riferisce il primo quesito posto alla Commissione. Dopo aver analizzato la documentazione fornita dalla Compagnia Independent Gas management e preso visione della dichiarazione del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), il quale ha certificato che non era stata concessa alcuna autorizzazione per attività minerarie e che non risulta sia stata effettuata alcuna attività di esplorazione mineraria negli ultimi 30 anni, la Commissione ritiene che la risposta al primo quesito sia NO.

Il giacimento di idrocarburi di Cavone, è situato nella concessione di Mirandola, si trova circa 20 km a ovest della scossa principale del 20 maggio 2012, è molto vicino agli epicentri degli eventi di magnitudo maggiore di 5 del 29 Maggio e del 3 Giugno. Gli epicentri di altre due scosse di magnitudo superiore a 5, verificatesi il 20 maggio, sono spostati verso il campo geotermico di Casaglia, che si trova 15-20 km a nord-est dell’epicentro della scossa principale del 20 maggio.
Sebbene l’attività estrattiva sia proceduta con continuità fino ai giorni del terremoto sia a Cavone che a Spilamberto e Recovato, il pozzo Cavone-14 era l’unico attivo nel re-iniettare l’acqua di processo prima e durante la sequenza sismica del 2012.

La produzione nel campo di Cavone è iniziata nel 1980.

Dal 1993 l’acqua estratta insieme agli idrocarburi viene re-iniettata attraverso il pozzo Cavone-14 a circa 3350 m di profondità nello stesso serbatoio dal quale avviene l’estrazione .

La pressione effettiva media mensile di re-iniezione a bocca pozzo è aumentata da 18 MPa nel 2005 a 21 MPa nel 2008, per poi diminuire a 13.8 MPa nel periodo 2009-2010 e infine aumentare di nuovo a 19 MPa nel maggio 2012.

Considerando l’attività nei campi di Cavone e Casaglia , le caratteristiche geologico-strutturali e la storia sismica della zona, la Commissione ritiene che sia molto improbabile che la sequenza sismica dell’Emilia possa essere stata indotta (cioè provocata completamente dalle attività antropiche).

In base alla sismicità storica della zona si può ritenere molto probabile che il campo di sforzi su alcuni segmenti del sistema di faglie nel 2012 fosse ormai prossimo alle condizioni necessarie per generare un terremoto di magnitudo locale (ML) intorno a 6.

Un’analisi dettagliata dei dati di produzione ed iniezione relativi alla concessione di Mirandola per il periodo temporale 2005-2012 mostra un andamento fluttuante. In particolare per due volte i volumi di fluido estratto e iniettato e la pressione a bocca pozzo sono variati simultaneamente passando da un andamento crescente nel tempo a un andamento decrescente. Ciò si è verificato tra il 09/2008 e l’ 11/2008 e nel novembre 2010. Queste variazioni non sono correlate a variazioni nell’attività sismica. Nell’aprile-maggio 2011 c’è stato una repentina variazione di tendenza, da decrescente a crescente, di tutti i parametri di produzione, che risulta correlata statisticamente con un aumento della sismicità, sia in numero di eventi che in energia.

Queste valutazioni indicano che l’attività sismica immediatamente precedente il 20 maggio e l’evento principale del 20 maggio sono statisticamente correlati con l’aumento dell’attività di estrazione e re-iniezione di Cavone.

La Commissione ritiene altamente improbabile che le attività di sfruttamento di idrocarburi a Mirandola e di fluidi geotermici a Casaglia possano aver prodotto una variazione di sforzo sufficiente a generare un evento sismico “indotto”. L’attuale stato delle conoscenze e l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a “innescare” l’attività sismica del 2012 in Emilia.