Roma (Lazio) 03 marzo 2016

Disabili a casa. Anche con ‘Garanzia giovani’

I disabili sembrerebbero penalizzati anche con Garanzia Giovani, il progetto che a detta del governo ha di fatto aumentato le statistiche degli occupati. Sembra invece che nella sua attuazione vi siano gravi difficoltà e ritardi nell’erogazione dei compensi ai tirocinanti (che hanno per questo manifestato sotto la Regione Lazio).

La denuncia arriva da D.M., un venticinquenne di Nettuno (in provincia di Roma), invalido civile al 74% che, dopo aver conseguito il diploma presso un istituto tecnico, si è trovato a fare i conti con la mancanza di opportunità nel mondo del lavoro. Eppure, ha fatto notare, “le aziende hanno l’obbligo di assumere un disabile, come previsto dalla legge n.68” che tutela appunto le categorie protette. Invece, ha detto ancora, “mi prendono in giro e sono sempre penalizzato”. Una triste e cruda realtà per il giovane, malgrado ce la stia mettendo tutta per rimboccarsi le maniche. Ma le porte, per lui, sono troppo spesso chiuse.

In attesa di trovare un impiego stabile, D.M. Ha fatto un po’ di tutto: tra i vari lavori, è stato anche giardiniere (solo per 90 giorni) presso il comune di Nettuno, in qualità di lavoratore socialmente utile.

Quando, sul web, viene a conoscenza del progetto “Garanzia Giovani” della Regione Lazio, finanziato con fondi dell’Unione europea per 1,5 miliardi di euro, il giovane spera che qualcosa si muova anche per lui. E si iscrive con convinzione, augurandosi che qualcosa si sarebbe mosso anche per lui. “Pensavo che fosse una valida possibilità ma è stata solo una lunga presa in giro” ha commentato amaramente.

Ricostruendo la vicenda, D.M. Racconta che lo scorso giugno è stato contattato dal Centro per l’impiego per firmare il patto di servizio per Garanzia Giovani. “Mi hanno assicurato che entro 4 mesi avrebbero trovato qualcosa, invece ho avuto soltanto un colloquio in ben 120 giorni”. Poi lo sfogo: “vengo scartato perché ho un’invalidità civile e quindi non sono idoneo”.

Il ragazzo ha raccontato che in passato si era rivolto anche ad altre agenzie per il lavoro, ma il risultato è sempre lo stesso: D.M. resta a casa. Ma non molla. E si batte come un leone affinché siano garantiti i suoi diritti.

A quel punto, dice ancora, il Centro per l’impiego “mi chiama per cancellarmi e riscrivermi al progetto con un nuovo patto di servizio”. Questa volta c’è la possibilità di un colloquio in “un supermercato Conad. Ma pure lì mi hanno scartato perché sono invalido”.

Quindi un’altra apertura. Ovvero la proposta di iniziare un corso di orientamento di 8 ore con la Saip formazione srl di Latina. Siamo nel giugno 2015 e dopo tanti sacrifici e porte in faccia sembra finalmente essere arrivata un’opportunità. “Ho fatto un colloquio ed è andato bene” ha raccontato il disabile. Che ha poco dopo iniziato un tirocinio con una cooperativa sociale “all’interno di un parco pubblico”. Purtroppo però “l’attività è stata interrotta a novembre. Eppure dovevo restare lì 12 mesi. Ma la cooperativa stava fallendo e quindi il tirocinio si è concluso”.

D.M. ha comunque voluto ringraziare gli operatori della Saip per l’assistenza e la volontà di trovare una pista concreta. Anche perché il ragazzo rientra nella classe di profilazione 4, quella “molto alta”. Ma le occasioni sono pochissime.

“Dovrebbe essere facile trovare un’azienda. Per me un tirocinio sarebbe vitale. Ma – ha concluso amaramente – preferiscono prendere non un disabile ma una persona normodotata