A volte, in certi momenti il mondo pare in pace con tutto.
Il proprio mondo.
Capita di essere seduti in auto, nel silenzio mattutino, in attesa.
Il fuori ovattato si contorce in un balletto d’asfalto autunnale puntinato di goccioline danzanti.
Un cane illuminato dai lampioni annusa in giro, ha il fare agile e vivo.
Capita di osservare le facciate dei palazzi che si incontrano: storici, barocco, liberty.
Per me che son di qua tutto è normale, un po’ come l’abitazione dove si dimora, normalissima palazzina di fine anni sessanta.
Come anche normale è la Mole, piazza “Vitto”; il Caval’d brons; quando una vita fa ai suoi piedi vi erano parcheggiate automobili: 850, Lancia, 600, Mini..
Giorni fa, durante una corsa col Taxi ho accompagnato quattro olandesi venuti in Italia per visitare appositamente la nostra città, Torino;
non per business, non per seguire la squadra del cuore, ma esclusivamente per turismo.
Erano entusiasti, lo divenni pur io. Tutto qui.
“Riflessioni allo specchietto”
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