Torre Del Greco (Campania) 11 ottobre 2014

DEIULEMAR: INFAMI PER SEMPRE. PAGHERA’ LA VOSTRA GENERAZIONE

Articolo su Metropolis e commento.

Crac Deiulemar, ricorsi incrociati contro le condanne agli armatori-vampiri.
Arriva direttamente da Roma, l’ultimo colpo di scena dell’infinita odissea giudiziaria che vede protagonista la dinastia di armatori a capo della Deiulemar compagnia di navigazione. I legali dei vertici dell’ex “banca privata” di Torre del Greco, hanno infatti, presentato ricorso contro la maxisentenza di condanna con la quale il tribunale di Roma, l’11 luglio scorso, ha distribuito complessivamente 86 anni di carcere ai 7 imputati coinvolti nel procedimento nato dal fallimento dello storico colosso della navigazione di Torre del Greco.
Una decisione “annunciata” già nelle ore immediatamente successive alla lettura del verdetto, alla quale, però, ha fatto seguito un altro, “colpo di teatro” che potrebbe riscrivere la storia del crac da 800 milioni di euro che ha messo in ginocchio 13mila famiglie all’ombra del Vesuvio.
Contro la sentenza di condanna a carico degli armatori, infatti, è arrivato anche il ricorso di Paolo D’Ovidio, il pm che- anche grazie al lavoro messo in piedi dalla Procura di Torre Annunziata- è riuscito ad inchiodare i vertici del colosso armatoriale “affondato” nel maggio 2012. Il pubblico ministero ha, infatti, chiesto ai giudici di “rivedere” la sentenza, in relazione all’assoluzione per i reati di associazione a delinquere e sulla presunta condotta dolosa relativa all’utilizzo ed alla distrazione dei soldi investiti nelle casse dell’impresa dai risparmiatori “traditi”. In parole povere: per il pm, i vertici della dinastia armatoriale restano “vampiri” e non dei «mediocri imprenditori», come sostennero i legali delle 3 famiglie- Lembo, Iuliano e Della Gatta- all’indomani della storica sentenza di primo grado. Una decisione inattesa che rischia di aprire nuovi, scenari nella storia del fallimento milionario che ha messo ko una città intera. Ipotesi che si aprono sul tavolo del dibattito giudiziario.
09/10/2014 Ciro Formisano MetropolisWeb
COMMENTO SU METROPOLISWEB
Se 11.000 persone dicono che hanno subito una truffa dalle tre famiglie che costituivano la Società Deiulemar, non esiste al mondo nessun giudice che ne può provare il contrario. E’ impossibile che 11.000 persone si potessero mettere d’accordo tra di loro ed inventarsi la truffa. Ci sono persone che sono stati truffati fino al giorno della scoperta che gli armatori si stavano comportando da delinquenti. Non hanno guardato in faccia a nessuno. Anziani bisognosi, giovani che si dovevano creare un futuro, famiglie che potevano comprare casa, sono tutti spalle al muro per colpa di questi delinquenti. Lo Stato, il Ministero della Giustizia e chi la rappresenta nelle vesti dei Giudici deve tener presente che qui si tratta di una strage economica sociale e i responsabili devono pagare il massimo della pena e devono dire dove sono i soldi specialmente quelli all’estero e sotto terzi nomi. La Giustizia sta aiutando questi farabutti e sta massacrando le famiglie che già da tre anni sono senza i loro risparmi. Lo Stato dovrebbe intervenire punendo chi lo rappresenta attraverso la Banca d’Italia e la Consob che non hanno assolutamente vigilato per evitare questa immensa truffa che si aggira solo per gli obbligazionisti intorno ai 720 milioni di euro, una truffa che qualcuno ha voluto trasformare in fallimento che ha prodotto prima lo smantellamento della flotta della Shipping e poi la sua svendita. Adesso si passerà alla svendita degli immobili e chissà quanti avvoltoi hanno già programmato cosa e come comprare. Vogliamo una giustizia sociale, vogliamo i risparmi di una vita, i delinquenti non devono essere protetti dallo stato, i processi hanno subito troppi impedimenti e ogni ufficio delle varie Procure si ritiene inadatto a fare conclusioni. Adesso tutto il processo civile è a Torre Annunziata e speriamo che le decisioni siano definitivamente dalla parte della giustizia ovvero a favore degli obbligazionisti.