Cava5stelle diffida il Sindaco: “elenca, accatasta e recupera al patrimonio i rifugi antiaerei. Quelli di tutta la città”. Questo il senso della richiesta di pubblicare, sul sito comunale, i dati identificativi del rifugio antiaerei scoperto in Piazza Abbro. E non solo su quello si chiede chiarezza. Ma su tutti quelli di cui si ha memoria. Vale per Piazza San Francesco o Toriello e per la vallata e le frazioni. Particolarmente delicata e’ la situazione dei rifugi in Piazza San Francesco, dove il Comune ha in programma di costruire un mega parcheggio interrato, che interferirebbe con i rifugi, costruiti nell’ultima guerra mondiale e, si dice, con cunicoli e vani di epoca più antica. E non si tratta di uno o due costruzioni. Infatti, nella Biblioteca comunale sono presenti documenti che attestano la l’esistenza di 30 già funzionanti nei primi mesi del 1943, quando la Prefettura diede il via alla costruzione di altri rifugi. “Consultate finalmente l’archivio comunale – diffida cava5stelle – ed eviterete di redigere progetti irrealizzabili e con sicuro danno per l’Erario, del quale sarete chiamati a rispondere. Danno che si sommerebbe a danno. Danno che si sommerebbe a danno certo, quello già procurato, se fosse vero che alcuni locali sono utilizzati da privati, i quali non corrisponderebbero nessun canone di locazione al Comune.” Semplice il ragionamento che supporta la richiesta di pubblicazione: il decreto legislativo 33 del 2013, detto anche della “trasparenza anticorruzione”, obbliga il Comune a pubblicare “le informazioni identificative degli immobili posseduti, nonché i canoni di locazione o di affitto versati o percepiti”. Tra l’altro già il DLgs 77 del 1995 prescriveva che il Comune dovesse inventariare tutti gli immobili posseduti. Se la piazza e’ un bene comunale, tutto quello che vi sta sotto appartiene al Comune e nessuno se ne può appropriare, perché la legge non lo consente. Ragion per cui, il Sindaco e’ tenuto a individuare anche queste proprietà ed, eventualmente, a riscuoterne i canoni non versati dagli occupanti abusivi.
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NOTE: alcune delibere sui rifugi pubblici antiaerei, custodite nella biblioteca comunale. Gli atti tecnici sono nell’archivio comunale, così come la loro ubicazione. Da appunti dei primi mesi del 1943, probabilmente predisposti in bozza per rispondere ad un questionario statistico inviato dalla Prefettura, si apprende che in quel periodo i rifugi pubblici erano 30.
La prefettura voleva sapere numero, superficie, volume e capienza di quelli realizzati e di quelli che si intendeva realizzare. Queste le delibere visionate:
Delibera 38 del 25 febbraio 1943 del commissario prefettizio con la quale si rimette l’atto di sottomissione dell’appaltatore che stava costruendo i ricoveri pubblici antiaerei. Nella delibera vi è la cronistoria del progetto.
Delibera 99 del 3 luglio 1943 del podestà per affidamento del secondo lotto di costruzione dei ricoveri antiaerei su invito della Prefettura.
Delibera N° 181 del 4 dicembre 1943 del commissario prefettizio per l’allacciamento della corrente ai rifugi
Delibera N° 196 del 31 dicembre 1943 del commissario prefettizio per la riattazione del ricovero pubblico al Toriello
Delibera N° 113 del 18 marzo 1944 del sindaco per la chiusura degli accessi ai ricoveri antiaerei.
Cronistoria contenuta nella delibera n. 38 del 25 febbraio 1943:
Il 12 dicembre 1942 la Prefettura comunicava al Comune che il Ministero dell’Interno aveva approvato la costruzione di nuovi ricoveri antiaerei per la popolazione civile e chiedeva i progetti relativi.
Il 27 dicembre 1942 il Comune inviava i progetti alla Prefettura, con una previsione di spesa di 2.715.000 lire.
Il 1* gennaio 1943 il Prefetto ordinava l’immediato inizio dei lavori, che furono consegnati all’impresa il successivo 5 gennaio, pur senza l’approvazione del finanziamento (motivo dell’atto di sottomissione sottoscritto dall’impresa assuntrice dei lavori il 29 dicembre 1942).
Il 26 gennaio 1943 il Prefetto comunicava l’avvenuta approvazione del finanziamento di L. 2.600.000.
In conclusione i ricoveri erano diverse decine e per sapere dove furono costruiti occorre verificare al Comune.
I progettisti avrebbero dovuto recarsi al piano terra del palazzo di città, Archivio dell’Ufficio tecnico comunale e svolgere le ricerche cui erano obbligati.