Reggio Di Calabria (Calabria) 19 agosto 2015

La Città turistica secondo L’Agorà

Il quarto appuntamento estivo, organizzato dal Circolo Culturale “L’Agorà”, denominato “Serate al Chiostro” consiste in una conversazione culturale con l’operatore turistico Nino Liotta sul tema “Reggio Calabria: Città turistica?”. Ma prima di trattare alcuni dei dettagli che saranno oggetto del prossimo incontro, organizzato dal sodalizio culturale reggino presieduto da Gianni Aiello, andiamo ad effettuare un breve excursus storico dal quale si evince a chiare lettere, che, nonostante lo scorrere del tempo, i diversi visitatori nei loro diari di viaggio, evidenziano le bellezze dei luoghi e di altri elementi ambientali (clima, le spiagge, la montagna, il panorama) e nel contempo elementi la presenza di quelli antropici (musei, monumenti, chiese, opere d’arte, scavi archeologici). La presenza dei viaggiatori stranieri sul territorio sia regionale che nella provincia di Reggio Calabria ha una letteratura alquanto interessante e fitta di tante annotazioni e riferimenti scaturite dalle emozioni che tali luoghi, con le bellezze dei paesaggi e della natura riuscivano a suscitare nell’animo degli autori e che tali sensazioni ci sono state tramandate grazie a ciò che annotarono nei propri diari di viaggio, offrendo però quasi sempre una visione nuova della Regione, cogliendo sfumature che forse solo un forestiero avrebbe potuto notare. Scorrendo idealmente tali diari di bordo sono evidenti le emozioni, i sentimenti, che la Calabria suscitava nei viaggiatori stranieri di fronte alla bellezza estrema dei paesaggi, della natura. Tante sono state le esperienze che si sono susseguite nel tempo e tra le prime testimonianze troviamo quella di un anonimo viaggiatore, proveniente da Orléans, del Cinquento il quale descrive i luoghi, le bellezze naturalistiche e quelle delle aree di interesse archeologico. Successivamente fu la volta dello storico Leandro Alberti (Bologna, 12 dicembre 1479 – 9 aprile 1552) nella sua opera “Descrittione di tutta Italia” come «Un Paradiso abitato da diavoli», dove ne descrive anche i “contrasti” del territorio. Ma anche altri uomini di cultura dello stesso periodo ne avevano evidenziato le bellezze come Leandro Alberti, Gabriele Barrio, Scipione Mazzella, Girolamo Marafioti e successivamente, nel Seicento, Giovanni Fiore, Domenico Martire e l’abate Pacichelli avevano fatto un’ampia descrizione storico –geografica della Calabria, parlando anche dei costumi e delle condizioni economiche e sociali, dandoci l’immagine di un paese florido. Nel Settecento abbiamo la presenza di noti archeologici del periodo come il barone austriaco Johann Hermann Von Riedesel, l’inglese Henry Swinburne (1743 –1803). Durante la primavera del 1778 vi è la presenza di Dominique Vivant Denon (1747 –1825), futuro direttore del Louvre durante l’amministrazione napoleonica, insieme a famosi paesaggisti ed architetti del periodo, come Claude Louise Châtelet (1749 –1795), Louis Jean Desprez (1743–1804), Jean Augustin Renard (1744 –1807). Tale tesimonianze vennero pubblicate nell’opera “Voyage pittoresque ou description des royames de Naples et de Sicilie”, una testimonianza alquanto dettagliata del territorio ci viene fornita da Jean Claude Richard, abate di Saint-Non che in tale lavoro, attraverso narrazioni e raffigurazioni ne descrive il fascino e la suggestione del paesaggio, dei costumi, delle tradizioni. E’ un reportage illustrato che tramanda sino a noi immagini di una realtà oggi scomparse per sempre: “…le rupi infernali di Capo Spartivento e di Scilla, le ville di Reggio ed i suoi fòndachi…”. Nell’ottocento troviamo diversi reportages che descrivono territorio calabrese, le sue città, le bellezze naturali ed architettonici, come ci hanno tramandato i vari militari francesi, al seguito prima del sovrano Giuseppe Bonaparte e di seguito a Gioacchino Murat, nuovo Re. Tra essi si ricordano l’ufficiale Jean Baptiste Philippe Jacques Alexandre DURET DE TAVEL, Paul Courier che nella loro corrispondenza descrivono i luoghi attraversati al seguito delle truppe napoleoniche, così come Astolphe-Louis-Léonor, Marchese di Custine che visitando le zone di costiere della provincia reggina quali Palmi, Bagnara, Scilla riporterà nel suo reportage le seguenti emozioni : “je me sens devenir fou, je ne dors plus, je ne mange plus; je contemple et je m’extasie”, proseguendo poi “Dei giardini profumati e, ai piedi di un’enorme roccia, la graziosa città di Palmi, quasi interamente nascosta da un castagneto, completavano il quadro più soave, più ricco, più sfarzoso che abbia mai sedotto l’immaginazione di un pittore! “. Altre dettagliate informazioni a riguardo la situazione sociale della regione, degli usi, dei costumi, delle tradizioni, degli aspetti archeologici, sono ricavabili dalla lettura “L’occupazione francese della Calabria” dello scrittore e grecista Paul-Lubin Griosis. Nello stesso periodo troviamo la testimonianza dell’ufficiale inglese Philip James Elmhirst “Occurences in Calabria in 1809-1810” , fatto prigioniero nei pressi di Capo Stilo, dove era sbarcato, insieme al suo equipaggio, per fornirsi di acqua. La sua detenzione si protrasse dal 23 settembre del 1809 al 16 aprile del 1810. Nel suo diario annota diverse informazioni quali il periodo della quarantena nei pressi di Bianco, alla dettagliata descrizione degli usi, costumi, personaggi, fatti, personaggi, cronaca (atti di brigantaggio, scontri armati tra truppe francesi ed i loro avversari, transito di navi nelle acque della provincia reggina), descrizione architettonica delle abitazioni di quel periodo, il tipo di alimentazione la coltura nelle campagne della provincia, quali quelle relative alle produzioni dell’olio e del vino. Nel 1828 fu la volta dello scozzese Craufurd Tait Ramage, nel 1860 il francese Maxime Du Camp, al seguito della spedizione di Garibaldi in Calabria del 1860, ne descrive gli aspetti paesaggistici nel suo saggio “L’Expédition des deux Sicile. Suvenirs personels”. Successivamente fu la volta del numismatico parigino François Lenormant che descrive nei reportages di viaggio le aree visitate come descritto in “À travers l’Apulie et la Lucanie” e “La Grande Grèce”, quest’ultima fu fonte ispiratrice per i successivi viaggi descritti nel percorso letterario “Sulla riva dello Jonio” (By the Ionian Sea : Notes of a Ramble in Southern Italy) di George Gissing di George Gissing nella quale l’autore descrive un viaggio nell’Italia meridionale avvenuto nel 1897 alla ricerca dei luoghi nei quali fiorì la civiltà della Magna Grecia e visitando il Museo Civico di Reggio Calabria, Gissing trova traccia del passaggio di Lenormant. Mentre “Old Calabria” , viaggio avvenuto tra il 1907 e il 1911, ad opera di George Norman Douglas. Sia Gissing che Douglas ripercorsero infatti lo stesso itinerario di Lenormant, alla ricerca dei luoghi e dei personaggi descritti dallo studioso francese. La descrizione di George Norman Douglas del territorio è basata sui suoi aspetti esotici e lussureggianti, non tralasciando gli aspetti archeologici e diverse citazioni del viaggiatore sono riportate in diverse guide turistiche calabresi. Lo scrittore ed illustratore inglese Edward Lear in “Diario di un viaggio a piedi: Reggio Calabria e la sua provincia (12 luglio – 5 settembre 1847)”, visita le zone aspromontane e quelle collinari di Reggio Calabria e dalle quali ne rimane ammaliato da tali bellezze: che sono ripercorribili attraverso lungo l’itinerario denominato “il sentiero dell’inglese” che da Pentadattilo arriva a Palizzi passando per San Lorenzo, Amendolea, Gallicianò, Montebello Ionico, Roghudi, Bova e Staiti. Nell’ottobre del 1908 due fotografi francesi, i fratelli Charles e Louis Fouchier, durante un loro viaggio in riva allo Stretto, descrivono il fenomeno della “fata morgana” di Reggio Calabria. Sempre nello stesso secolo le bellezze della natura affascinano altri visitatori, come troviamo il politico belga Jules Destrée, autore di un saggio-inchiesta dal titolo “In Calabria durante il fascismo. Due viaggi inchiesta”, che venne pubblicato a seguito di un suo viaggio del 1928. Così come gli altri visitatori, anche Jules Destrée rimane ammaliato da tali presenze paesaggistiche e dai resti della civiltà greca, come il Tempio di Hera Lacinia. A seguito di un’altro viaggio in riva allo Stretto riporta “La mer violette, les monts noirs sur le ciel d’incendie. Et les nuits sont plus belles encore que les crepuscules”, le sue sensazioni “On se sent dans une immensité bleue, lumineuse, infinie… les lumières de Messine sont comme une poussière de diamants sur du velours noir”. Stesse sensazioni di compiacimento ebbero nel 1931 il viaggiatore scozzese Randall-Maciver che pubblicà il resoconto di quel viaggio nelle città della Magna Grecia, così come il filologo tedesco Gerhard Rohlfs che ebbe ad affermare che “la Calabria, comunque, rimane sempre il paese degli “incredibili, stupendi paesaggi”. Dalle esperienze e dagli stati emozionali espressi dai tanti viaggiatori stranieri che si sono susseguiti nel tempo emergono a chiare lettere le potenzialità di un territorio che nonostante la presenza di elementi antropici (musei, monumenti, chiese, opere d’arte, scavi archeologici) e di fattori ambientali (clima, le spiagge, la montagna, il panorama), non riesce come la città di Reggio Calabria a rivestire quello status di città turistica, anche se ha un notevole potenziale turistico. Nonostante quanto sopra riportato in tale considerazioni rimane sempre aperta la questio “Cos’è una Città turistica?” e che tipo di offerta offrire al turista in modo da consentirgli un percorso ed una permanenza sul territorio piacevole? Questi saranno alcuni degli elementi della conversazione culturale che si terrà sabato 22 agosto, a partire dalle ore 21, presso il Chiostro della Chiesa di San Giorgio al Corso di Reggio Calabria. Il nuovo appuntamento, facente parte delle “Serate al Chiostro”, ciclo di incontri organizzati dal Circolo Culturale “L’Agorà”, presieduto da Gianni Aiello, affronterà il tema inerente al seguente quesito “Reggio Calabria: Città turistica?” . Alla conversazione culturale, organizzata dal sodalizio culturale reggino, parteciperà in qualità di relatore Nino Liotta, noto operatore turistico. In caso di pioggia l’ incontro si svolger à nella s al ett a conferenza della Chiesa di San Giorgio (entrata via Giudecca, inizio tapis roulant).