“I Calabresi al seguito della Grande Armée” è stato il tema della nuova conversazione culturale della giornata di studi napoleonici, giunta alla tredicesima edizione, denominata “5 maggio”, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” e dal Centro studi “Gioacchino e Napoleone” di Reggio Calabria. La conferenza si è basata sulla lettura di diverse testimonianze archivistiche, ricavate dopo pazienti ed elaborate ricerche da parte di Gianni Aiello che ha presentato al pubblico alcuni dei risultati di tali indagine storica. Dopo le note introduttive di Antonino Megali, il relatore Gianni Aiello ha effettuato un excursus conoscitivo sulla struttura dell’esercito del Regno di Napoli e sulle varie operazioni militari. Le forze armate Napolitane in un primo momento azione di supporto alla “Armée de Naples” e di seguito con Gioacchino Murat venne impegnato su diversi fronti delle campagne napoleoniche. Esse operarono tra il 1806 ed il 1815 e vennero impegnate in diverse operazioni militari, sia sul territorio che in altre aree geografiche come la Spagna (guerra d’indipendenza), Russia, l’assedio di Danzica, battaglie di Lipsia, Tolentino, guerra austro-napoletana. In tale arco di tempo i soldati del Regno di Napoli si distinsero in diverse occasioni per coraggio, ardimento, determinazione, talvolta per astuzia e si e si dimostrarono una spalla importantissima per lo svolgimento di quelle operazioni militari. E per tali caratteristiche l’Imperatore Napoleone Bonaparte ebbe a dire «… Io partecipavo ad un pregiudizio di scarsa stima delle truppe napoletane: esse mi hanno colmato di meraviglia a Lutzen, a Bautzen, in Danzica e ad Hanau. I famosi Sanniti, loro avi, non avrebbero combattuto con maggior valore. Il coraggio è come l’amore, ha bisogno di alimento. ». Tra i ranghi dell’esercito del Regno di Napoli troviamo diversi calabresi che assunsero diversi ranghi e funzioni in quelle forze armate come i fratelli Guglielmo e Florestano Pepe, il cosentino Luigi D’Aquino, ma anche numerosi reggini come Girolamo e Luigi Arcovito, Vincenzo Fabiani, Angelo D’Ambrosio che ricevette diversi riconoscimenti come la Legion d’onore dall’imperatore dei Francesi, la Croce delle Due Sicilie del governo napoletano, la Gran Croce di S. Giorgio. A riguardo il generale Angelo D’Ambrosio Napoleone Bonaparte disse: «Dopo i tempi dei romani, gli italiani non avevano mai mostrato cosi splendido valor militare». Ma nonostante i riconoscimenti della grande storia, il nostro concittadino non trova, fino al momento posto nella toponomastica della città di Reggio Calabria.
XIII edizione “5 maggio” : DOVE OSANO LE AQUILE
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