Viterbo (Lazio) 25 agosto 2014

Oltre 200 persone per “Il cappotto di Cardarelli”

“Il Cappotto di Cardarelli” ha fatto il pieno di pubblico. Sono state oltre 200 le persone che hanno partecipato alla passeggiata-racconto ideata da Antonello Ricci e organizzata dall’Università Agraria, in collaborazione con il Comune di Tarquinia, per omaggiare il grande poeta della città etrusca. Affascinante l’itinerario seguito: dal parco pubblico di porta Tarquinia alla chiesa di San Francesco, per arrivare a piazza Giacomo Matteotti, proseguire per la chiesa di San Pancrazio e a palazzo dei Priori, sede della STAS, fino ad arrivare a piazza Titta Marini e alla chiesa di Santa Maria in Castello. Coinvolgenti le letture di Pietro Benedetti accompagnate dalle percussioni di Roberto Pecci e dagli interventi Antonello Ricci, che hanno strappato applausi a scena aperta, tra citazioni dantesche, i versi e le prose di Vincenzo Cardarelli, le poesie dialettali di Titta Marini, suo grandissimo amico, e quelle del romano Gioacchino Belli. Di grandissimo interesse le “pillole” urbanistico-architettoniche di Luciano Marziano, che ha fatto conoscere aspetti inediti del centro storico. «È stata una scommessa culturale vinta. – dichiara l’Università Agraria – Abbiamo voluto proporre, con Antonello Ricci, dopo lo spettacolo “Il mio nome è Checchi Bronzi” dedicato al tarquiniese Spartaco Compagnucci, un ricordo “diverso” di Vincenzo Cardarelli e del suo tormentato rapporto con Tarquinia. E le gente ha apprezzato questa nostra proposta. Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno creduto in questa iniziativa». Prossimo appuntamento sabato 30 agosto, alle ore 21, con una nuova passeggiata-racconto (gratuita) dal titolo “Il romanzo degli Etruschi”, che partirà da piazza Cavour di fronte a Palazzo Vitelleschi per giungere fino al belvedere dell’Alberata Dante Alighieri. «E non sarà l’ultima iniziativa con “le Bande del Racconto” e Antonello Ricci, – conclude l’Università Agraria – con cui la collaborazione continuerà per evitare che vada perso il patrimonio di oralità proprio della nostra cultura».