Liliana Segre, uno dei simboli della libertà sgozzata da quella deportazione che ha mozzato le teste di milioni di persone, quella libertà negata ma nello stesso tempo cercata. Sopravvissuta forse per ” miracolo” è stata nominata “Senatrice a vita” dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella .Oggi nonna di 86 anni, è nata a Milano il 10 settembre 1930. E’ una dei 25 sopravvissuti dei 776 bambini italiani di età inferiore ai quattordici anni, deportati ad Auschwitz, il campo di sterminio nazista in cui trovarono la morte suo padre e i nonni paterni. Il 30 gennaio 1944, a 13 anni, con il padre Alberto, Liliana venne deportata dal Binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau in Polonia, luogo che raggiunse dopo sette giorni di viaggio angosciante. Liliana venne subito separata dal padre, morto ad Auschwitz il 27 aprile 1944. Nel giugno del 1944 anche i suoi nonni paterni, arrestati a Inverigo (Como) il 18 maggio 1944, furono deportati e uccisi al loro arrivo ad Auschwitz, il 30 giugno. Liliana ad Auschwitz diventò subito la matricola 75190, il numero che le tatuarono perfettamente sul braccio. Fu avviata al lavoro forzato nella fabbrica di munizioni Union e svolse quel lavoro per circa un anno, evitando così la morte. Alla fine di gennaio del 1945 affrontò la ‘marcia della morte’ verso il nord della Germania. Liliana Segre venne liberata il 1° maggio 1945 a Malchow, un sottocampo di Ravensbruk, vicino a Berlino. Aveva 15 anni.
Liliana Segre Senatrice a vita, ” la libertà di vivere “
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