Milano (Lombardia) 16 marzo 2018

Sciopero della fame, la protesta di Luca Puglia

Milano- Sono andata a Milano per intervistare l’artista ontologico Luca Puglia che ha dichiarato di aver iniziato uno sciopero della fame come forma di protesta contro “lo sfruttamento degli artisti”. L’artista denuncia le abitudini di gallerie e curatori nell’organizzazione di mostre d’Arte.

Chi è Luca Puglia?

Luca Puglia, nato a Roma nel ’72, fin da ragazzino mostra il suo amore per la pittura passione che coltiva creando un bagaglio culturale ricco e vario nelle sue forme espressive. Si immerge nello studio della teologia e filosofia in cui esplora le profondità dell’anima scoprendo molti lati nascosti che nel tempo vengono alla luce rendendo l’artista sempre più consapevole di se e dell’umanità intera.

Luca Puglia crea una pittura unica ed originale fatta da colori ad olio che sapientemente unisce al proprio sangue per creare opere emozionali che sono da “sentire” oltre che da vedere. La PugliArt diventa il suo stile personale che si riconosce ovunque, artista ontologico e passionale prende a cuore e fa sua ogni lotta contro le ingiustizie umane. Da diverso tempo lamenta un sistema, non corretto secondo lui, in chi gestisce ed opera nel mondo dell’arte che sfocia oggi in questa protesta.

Intervista a Luca Puglia

D.: Perché stai facendo lo sciopero della fame e cosa speri di ottenere?

R.: Lo sciopero della fame è uno strumento non violento per sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema che è sotto gli occhi di tutti ma nessuno denuncia lo sfruttamento degli artisti chiedendogli soldi continuamente rigorosamente in nero, faccio diventare il mio corpo segnale di protesta come il grande Marco Pannella mi ha insegnato.
Voglio ottenere un dialogo nazionale su un canale tv e parlare apertamente sfidando il sistema corrotto dell’arte

R.: Quali sono le esperienze artistiche che ti hanno portato a fare questa scelta così drastica?

R.: Tutte le gallerie curatori che invece di pensare alla storia personale di ogni singolo artista pensano a far cassa utilizzando gli hobbisti che pagano per vedere i loro disegni casalinghi mettendo seriamente in pericolo l’arte contemporanea.

D.:Continuerai ad oltranza fino al raggiungimento del tuo scopo o vuoi solo creare rumore per smuovere le acque intorno all’argomento?

R.:La mia intenzione è procedere fino a che servirà per dare voce alla protesta che faccio mia, ma riguarda tutti gli artisti che dedicano la loro vita all’arte.

D.:Vuoi aggiungere qualcosa che non abbiamo chiesto?

R:Io sono arte, la mia identità è arte e non posso più vederla umiliata, è meglio soffrire la fame che sopravvivere in questo mondo del nulla.