Mombello Di Torino (Piemonte) 16 settembre 2016

Hart si presenta:”io e il toro abbiamo la stessa mentalità”

Le foto sono di Bruno Peruzzini –

Grande evento oggi nella Sala stampa dello Stadio Olimpico GRANDE TORINO dove ai giornalisti è stato presentato Joe Hart il nuovo numero 1 Granata.

Ad accompagnare il giocatore il direttore sportivo PETRACHI ed il Presidente Urbano Cairo.

Prima di lui solo 25 inglesi in Serie A dal dopoguerra

È stata certamente una brillante operazione di mercato quella portata avanti dalla dirigenza del Torino che dopo il nulla osta del Manchester City c’è stato il via libera al trasferimento e successivo tesseramento.

Il ventinovenne portiere inglese lascia i Citizens dopo otto stagioni e mezza, in cui ha giocato 266 partite subendo 261 gol. Titolare della Nazionale di Sua Maestà, dove vanta 63 presenze con 46 gol subiti, Hart arriva in granata con la formula del prestito secco.

Mandato in panchina da Guardiola, quando ha ricevuto l’offerta del Toro, Joe HART non ci ha pensato su e ha scelto di giocare subito in questa nuova avventura entrando alla grande a far parte dei colori granata per non perdere la titolarità nella porta dei tre Leoni e rilanciarsi immediatamente.

Ecco quali le dichiarazioni dei protagonisti:

PETRACHI :
”HART è il top, abbiamo subito condiviso il pensiero con il Presidente e Mihajlovic”

“L’agente Vigorelli mi aveva parlato di questa opportunità, io gli ho subito risposto di essere interessato, ma solo se la notizia non fosse trapelata, altrimenti le pretendenti sarebbero state troppe ed il Torino subito tagliato fuori. Quando ho parlato con il suo procuratore ho capito che il suo interesse era vero. Il ragazzo mi ha fatto subito una buona impressione, così come anche a Mihajlovic. Si sono parlati e il nostro allenatore ha capito l’umiltà con cui Hart si affacciava a questa nuova esperienza e ha dato l’ok. Quando poi la notizia è trapelata in Inghilterra in molti lo hanno cercato, ma lui è stato molto corretto perchè aveva già dato la parola a noi. Lui non ha parlato più con nessuno perché aveva già trovato l’accordo con noi, è stato un signore”.

Cairo:”È un Toro dalla mentalità vincente che gioca fino al 90esimo”

“Quando Gianluca mi ha parlato di Hart la cosa mi ha fatto molto piacere: non mi ha stupito, era una grande opportunità avere il portiere della nazionale, Joe è un armadio e stare vicino a lui mi fa sentire ancora più piccolino. Mi hanno parlato di lui come un ragazzo eccezionale, per quel poco che ho visto ho percepito le grandi qualità anche dell’uomo. Le squadre sono fatte di giocatori che hanno qualità tecniche, ma se ti manca la qualità delle persone allora diventa una cosa problematico. Pensate che Joe era dispiaciuto di fare da solo la conferenza stampa, avrebbe avuto piacere di portare qualche compagno.

Mi è piaciuto l’atteggiamento aggressivo in campo, questo tentativo di fare gioco, la ricerca sempre della vittoria. Mi piace questo atteggiamento vincente.

La squadra è cambiata molto quindi c’è bisogno di tempo ci vuole pazienza per amalgamare e dare la mentalità del mister. Non che la precedente non fosse buona, ma il tipo di gioco è evidentemente cambiato.

Negli ultimi anni abbiamo perseguito una certa politica, giovani da far crescere, giovani di proprietà. Quella di Hart lo so è una cosa diversa,ma è stata una grande opportunità e quindi la abbiamo colta al volo. Poi a fine stagion faremo delle valutazioni sul da farsi.. A tal proposito non voglio dimenticare Padelli, che nei precedenti campionati ha fatto prestazioni importanti.

Sapete che se arrivano sirene che attirano i nostri giocatori noi cerchiamo di fare il possibile per accontentarli. Non dimentichiamo il vivaio, sul quale stiamo lavorando: il mister mi ha espressamente chiesto di tenere Barreca e Aramu e poi ce ne sono molti altri in prestito per cresscere per poi rientrare”.

JOE HART : “IL TORO FA PARTE DELLA STORIA DEL CALCIO SO CHE COSA È SUCCESSO INSIEME PER PUNTARE IN ALTO”

Hart che a sorpresa inizia il suo saluto in itali parla in italiano quasi perfetto:

“Grazie per essere venuti così in tanti alla mia presentazione, sto imparando le parole più importanti in italiano, ma scusate se oggi risponderò ancora alle vostre domande in inglese.

Il mio esordio a Bergamo? Gli errori possono succedere. Ho commesso un errore, è vero, ma i compagni e il pubblico mi hanno accolto molto bene e voglio fare bene per loro. Il presidente e lo staff tecnico mi hanno fatto subito sentire a casa. Il mister e io abbiamo un buon rapporto e questa nuova esperienza mi eccita molto e voglio migliorare ogni giorno.
Ci sono sempre delle differenze tra serie A e premier league, ci possono essere errori durante una partita, può succedere ogni volta.

La priorità è quella di imparare al più presto la lingua. Ho una buona insegnante, sto imparando per comunicare con la squadra, sto studiando con impegno, per essere capace di parlare con tutti.

Con il Manchester City, sono stati dieci anni molto belli, spostarsi in un altro Paese non è facile, ma fa parte della mia carriera e voglio cogliere questa importante opportunità.

Ricordo che da piccolo In Inghilterra c’era il canale 4 che trasmetteva le partite italiane, le guardavo e mi piaceva molto il tipo di gioco.

La storia del Toro? La conosco benissimo è una storia toccante, emozionante e di cui mi ero informato già in Inghilterra perchè fa parte della storia del calcio. So che in città c’è anche la Juve, ma il patrimonio del Toro è unico.

Cosa è successo a Manchester? Io amo giocare a calcio. Lì si era creata una situazione particolare e il Torino mi ha dato la possibilità di continuare a giocare di essere titolare. Non è stata una decisione facile da prendere, ma sono contento perchè qui tutti faremo insieme un grande lavoro.

Ogni tecnico allena alla sua maniera, anche se ci sono delle caratteristiche base. Mancini ad esempio aveva le sue, altri sono diversi. Io capisco Mihajlovic quando dà le indicazioni in italiano, seguo le sue direttive e faccio quello che chiedere per il bene della squadra.

A Manchester c’è un derby molto sentito, il Toro è un po’ il City italiano?
Io sono una persona che pensa al calcio 24 ore al giorno, qui mi hanno dato tutti un grande benvenuto. Io rispetto il campo, rispetto i sentimenti, ma penso solo a migliorare a livello personale da qui alla fine della stagione, lavorando tutti i giorni.

Il Torino è un club con una enorme passione e una grande storia. Mi trovo bene con le persone con cui lavoro, è stato fatto un grosso investimento per avermi qui. Devo lavorare fianco a fianco con tutti per contribuire a portare il Toro in alto.

La mia mentalità e quella del Toro sono simili, entrambi vogliamo lavorare bene, duro e insieme daremo tantissimo per avere la meglio sulle squadre avversarie.

Ora sono al Torino non voglio più pensare al passato e a quello che è stato. Penso solo a fare bene qui.”