Come scritto in anteprima da Youreporter, grazie alla segnalazione di IsolaAmbienteApnea, associazione subacquea di Isola Capo Rizzuto, è ormai chiara la storia degli oggetti di plastica ritrovati nei giorni scorsi sulle spiagge del Tirreno, si tratta di si tratta di dischetti usati nelle vasche di depurazione dei fanghi, in impianti detti “MBBR” (Moving Bed Biofilm Reactor) o reattore a biomassa adesa a letto mobile. Certa anche la produzione di questi dischetti che sono brevettati da una società francese, anche questo scritto in anteprima su youreporter, dunque non dovrebbe essere difficile arrivare alla fonte. L’unica cosa da capire, adesso, è come è possibile che così tanti dischetti siano finiti in area di costa di circa 400 chilometri che va dalla Costiera Amalfitana, in Campania, fino ad Orbetello, in Toscana. Di certo c’è che i dischetti sono stati riversati in mare, o volontariamente per smaltirli, o a causa di un malfunzionamento dell’impianto, magari dovuto anche alle fortissime piogge degli ultimi giorni. Detto ciò, considerando che si tratta di oggetti brevettati, non dovrebbe essere difficile risalire alla fonte.
Ecco la mappatura dei ritrovamenti eseguita da Clean Sea Life
http://cleansealife.it/index.php/category/spiaggiamenti/