Cosenza (Calabria) 10 maggio 2018

Cariati: Festeggiato solennemente San Cataldo Vescovo

Reportage di Ignazio Russo

Le comunità parrocchiali cittadine hanno solennemente concluso il programma liturgico, iniziato, il primo maggio, con la celebrazione della novena, in occasione della festa in onore di San Cataldo Vescovo, Protettore di Cariati. Oggi, la Santa Messa in Cattedrale, presieduta da Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo della Diocesi di Rossano-Cariati, è stata concelebrata con i parroci don Angelo Pisani della Cattedrale, don Mosè Cariati di Cristo Re, don Rocco Scorpiniti di San Cataldo e quelli della Vicaria: don Rocco Grillo, don Giuseppe Scigliano e don Giuseppe Cersosimo. Al culmine della Santa messa la processione, uscita dalla Cattedrale, dopo aver attraversato le caratteristiche viuzze del Centro storico, si è avviata alla volta del Santuario del Santo, sito sul litorale ionico cariatese, dove rimarrà, per qualche giorno, alla venerazione dei fedeli, per poi fare ritorno nella sua cappella in Cattedrale. Il corteo religioso era accompagnato, oltre che tantissimi fedeli, anche dal concerto bandistico “Città di Cariati”, diretto dal maestro Antonio Cirigliano. Quello della festa del Santo protettore è un momento importante per la comunità cariatese e del territorio. Infatti sono ritornati, anche se per pochi giorni, degli emigrati dall’estero e studenti provenienti dalle città del Nord Italia, legati a questo Santo miracoloso, per trascorrere in famiglia questi momenti di devozione. Le fonti storiche ricordano che San Cataldo è nato a Rachau (Irlanda) tra 610 e il 620. Nel 670 fu ordinato vescovo e, tra il 679 e 680, si recò, da pellegrino, a visitare la Terra Santa. Secondo la leggenda, il santo sarebbe giunto a Taranto per volere divino: infatti, si racconta che durante il soggiorno in Terra Santa, mentre era prostrato sul Santo Sepolcro, gli sarebbe apparso Gesù che gli avrebbe detto di andare a Taranto e di rievangelizzare la città, ormai in mano al paganesimo. San Cataldo allora, salpando con una nave greca diretta in Italia, intraprese un lungo viaggio che lo portò a sbarcare in Puglia. A Taranto Cataldo compì la sua opera evangelizzatrice, facendo abbattere i templi pagani e soccorrendo i bisognosi. Morì a Taranto l’8 marzo del 685 e fu seppellito nella chiesa di San Giovanni, allora duomo della città. Fonti attendibili e bibliografie consolidate vogliono che il 10 maggio 1071, mentre si scavavano le fondamenta per la riedificazione della cattedrale di Taranto, distrutta dai saraceni nel 927, sia stata ritrovata, sulla scia di un profumo inebriante, una tomba, contenente il corpo attribuito al Santo. Dal ritrovamento del corpo, il culto di San Cataldo si sviluppò nella fede dei tarantini, che gli dedicarono il luogo del ritrovamento e lo scelsero come Patrono della città. La tradizione gli attribuisce numerosi miracoli compiuti a Taranto, tra i quali si rammentano i più importanti: avrebbe restituito la vista a un fanciullo e fatto tornare in vita un muratore, avrebbe guarito un cieco e una giovane pastorella muta. In Calabria, San Cataldo, oltre ad essere il protettore di Cariati è anche il protettore di Cirò Marina (KR).