E’ stata una relazione davvero coinvolgente, assolutamente empatica e ricca di stimoli lanciati a raffica quella tenuta lo scorso 21 ottobre dal dott. Ezio Aceti, invitato dall’Ufficio Scuola e dalla sezione UCIIM di Trieste a trattare di “Misericordia e relazioni: intelligenza e semi per il futuro nel mondo della scuola” nell’ambito degli eventi conclusivi del Giubileo della Misericordia per il mondo della scuola: studenti, genitori, personale, docenti.
“Perché la comunicazione empatica è tutto, assolutamente t-u-t-t-o”, ha scandito il relatore ” sia nelle relazioni di coppia e familiari che in quelle educative che anche in quella tra noi, questa sera.” Sarà poi la gioia che sperabilmente proveremo a conclusione di questo incontro la prova del nove della riuscita della nostra comunicazione e della verità di ciò che ci siamo detti o, meglio, “di ciò che abbiamo costruito insieme” perché “la verità porta gioia”: una gioia autentica che, anche se non mette al riparo dalle sofferenze, dà pienezza, attrae come una calamita – specialmente in un rapporto tra docente e studente – per la bellezza del suo essere. Il falso, al contrario, pornografia, illusioni, vane promesse, lasciano insoddisfatti e alla lunga stancano. Diffidiamo pertanto dai maestri che non sorridono mai, che vedono solo il negativo. Al contrario: lasciamo trapelare la gioia della verità, viviamo intensamente il presente avendo anche il coraggio di “seppellire i morti”, coltiviamo la fiducia (il demonio, oggi, si chiama “sfiducia”) nella certezza che non esistono i “brutti caratteri”: mettiamo alla prova i nostri studenti e scopriremo che non ce n’è uno che non abbia immense capacità; mettiamoci in ascolto vero e profondo dei bambini a noi affidati, sapendo salire (attenzione: salire, non scendere) al loro livello rispettandone anche il ritmo di crescita; e soprattutto coltiviamo l’amore. Voliamo altro; parliamo ai nostri giovani di amore, ma di amore grande e vero: ” i giovani sono assetati di cose grandi e belle, hanno sete anche di noi adulti e della nostra guida”. Educhiamoci pertanto noi per primi all’amore. All’amore infatti, come a tutto, ci si educa: affermare che l’amore sia principalmente un fatto spontaneo e romantico, che esistano l’uomo o la donna “fatti per noi” è falso: è invece vero che “siamo fatti per l’amore” e possiamo coltivarlo nell’intelligenza e nella volontà fino ad arrivare a “diventare” l’uno per l’altra.
E poi c’è l’amore di misericordia che ci fa addirittura amare i limiti e le fragilità dell’altro, che ci fa gioire della sua semplice esistenza nel riconoscimento che è l’altro che mi fa esistere. Essere misericordiosi significa superare l’io a favore del noi e, come dice papa Francesco, saper “accarezzare il conflitto”, non rifuggire dalle situazioni difficili ma al contrario entrare nelle spaccature dell’umanità, diventare carne dell’altro, sentire di appartenere al prossimo.
Sul piano delle relazioni, dell’amore e della misericordia tutti, insegnati compresi, possono fare molto, moltissimo: abbiano però il coraggio di adeguarsi ai nuovi paradigmi, di fronteggiare e gestire il proliferare delle emozioni tanto sollecitate oggigiorno; imparino a confrontarsi con giovani digitali sottoposti ad un’infinità di stimoli ma con poco tempo per riflettere, spesso educati nel lassismo con la conseguente caduta nella depressione, male del secolo e amara conseguenza di mancanza di rigore e coerenza educativa; sappiano guidare giovani che vivono nella confusione delle proposte educative, senza una chiave per decodificarle e riconoscere il bene dal male.
” Va detto chiaramente: scuola è vecchia!” Pretende di trattare i ragazzi come fossero ancora quelli di cinquanta anni fa, quando il contesto socio-culturale è completamente cambiato. A troppi docenti, poi, manca una solida preparazione psicologica e pedagogica per cui lavorano, anche con buona volontà, ma d’stinto, commettendo inevitabili errori. Stesso discorso vale per i genitori. E’ triste constatare che l’aspetto relazionale sia tanto trascurato ancora oggi quando è ormai ben noto che è proprio la buona relazione l’ elemento più indispensabile per l’apprendimento e l’educazione, tanto quanto -se non di più – delle conoscenze del docente che possono ormai essere facilmente supplite o integrate da una ricerca sul web.
Dobbiamo per questo scoraggiarci? Assolutamente no: possiamo anche sbagliare, ma i bambini hanno ugualmente bisogno di noi, vengono a cercarci per quanto “scassati” possiamo essere: basta che sappiamo ricominciare. Le voci del mondo possono confonderci, ma il silenzio con cui Gesù ci ascolta è profondo e confortante: ci fa sentire limitati in quanto umani, ma al tempo stesso amatissimi e sempre capaci di ricominciare. ( Marina Del Fabbro)
Trieste: L’UCIIM tratta di “Misericordia e relazioni”
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