L’interevento di ROCCO TALIANO GRASSO
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Un caloroso benvenuto a tutti, docenti, dirigenti, assistenti amministrativi e collaboratori del mondo della scuola. Mi si consenta prima un pensiero doveroso, credo universalmente condiviso. Un grande regista, Federico Fellini, amava dire: “Noi abbiamo grandi programmi per il futuro; peccato che non coincidano con quelli che il futuro ha in serbo per noi…” Avevamo difatti programmato per la fine dell’anno scolastico momenti di gioia, di festa e di serenità, dopo un anno come sempre intenso e ricco di attività rivolte alla crescita dei nostri alunni. Ecco, però, che ci è toccato dolorosamente salutare, nel volgere di pochi giorni, alcuni amici, colleghi, docenti e dirigenti carissimi, che alla scuola hanno dato gran parte della loro vita, lasciando un segno indelebile per umanità, intelligenza e bravura professionale, facendosi amare così tanto che noi oggi non possiamo peccare di omissione, e li vogliamo citare: il professore Enzo Caminiti, il Preside Leonardo Liguori e il Preside Luigi Rizzo. La vita, come suol dirsi, impone di andare avanti. “Siamo tutti nel rigagnolo – scrive Oscar Wilde – ma alcuni di noi fissano le stelle.” Ecco, noi siamo di quelli che non si arrendono mai, guardano prevalentemente avanti anche se con le spalle sempre più pesanti… Difatti oggi siamo qui perchè vogliamo congratularci e salutare affettuosamente il Preside Gerardo Aiello. Nella figura del Preside Aiello noi oggi salutiamo non soltanto il responsabile dell’istituzione scolastica, ma il compagno di percorso e l’intellettuale da sempre appassionato agli aspetti sociopedagogici della vita della scuola. Ricordiamo i numerosi saggi scritti, ad esempio, sulla devianza e sul ruolo, spesso complice, della famiglia, della scuola e dello Stato, nel bene e nel male; l’insistenza sulla necessità dell’aggiornamento in itinere. Un’azione didattica, la sua, da sempre equipaggiata da una visione della vita e della scuola, espressa in più occasioni senza reticenze; autorevole ma mai autoritario, disponibile all’ascolto e al confronto con tutto il territorio, a volte anche ostinato, come nel voler coinvolgere le nostre famiglie distratte nell’approvazione del Piano dell’Offerta Formativa e nel ribadire, a inizio d’anno, quelle regole e quei principi che devono sempre sorreggere la legalità e l’azione educativa mai disgiunte da un atteggiamento di fondo paterno, di umana comprensione, come quando con una certa riluttanza, con rammarico direi, gli abbiamo chiesto di impartire punizioni tout court nei confronti dei nostri studenti e delle loro monellerie… Quelle volte in cui è stato costretto a farlo, era come se vi vedesse una sorta di fallimento della scuola. Come dire di voler privilegiare sempre il dialogo, l’azione preventiva, la comprensione delle ragioni, per non compromettere l’azione di recupero. Tutte cose che, caro Preside, non ci sono sfuggite, anche se, a volte, invocavamo a gran voce la punizione… Certo sarebbe bello ritornare su questi concetti, sulla pedagogia dell’errore nella didattica e nella condotta, rispolverare maestri mai sbiaditi della pedagogia, dalla Montessori a Popper allo stesso immenso Rodari…Caro Preside, caro ispettore, care professoresse, sapete bene che la pensione è solo una categoria amministrativa, culturalmente è una grande sciocchezza perché la cultura è per sempre, non si finisce mai di imparare e di insegnare: l’educazione è solo ed esclusivamente permanente. Siete ancora giovani nel corpo e nello spirito. L’augurio è quello di manifestare sempre i segni della giovinezza, che per Papini, spirito inquieto di intellettuale, erano essenzialmente tre: la volontà di amare, la curiosità intellettuale e lo spirito aggressivo, intraprendente e creativo Con questo augurio, desidero dare seguito al programma preparato per voi.