Pesaro e Urbino (Marche) 30 giugno 2018

La vita è scena : un pomeriggio con David Crescenzi.

La vita è scena : un pomeriggio col direttore d’orchestra David Crescenzi.

Incontriamo il maestro Crescenzi di ritorno dal Cairo dove ha appena concluso la stagione 2017/18 del Cairo Opera House.

Parlando con lei maestro, non si può fare a meno di chiederle come faccia a dirigere opera e concerti sinfonici a memoria; cosa c’è dietro oltre sicuramente all’innato talento? Una metodologia di studio particolare?
Beh insomma la questione della direzione a memoria è una faccenda che considero per alcuni versi fine a se stessa, anche se mi rendo conto che dirigere a memoria significa essere più rilassati ed avere una conoscenza di quello che stai per dirigere completa; questo permette approfondimento e maggiore attenzione ad ogni dettaglio. In realtà ho scoperto questa dote, se vogliamo chiamarla cosi, circa 15 anni fa; venni chiamato a sostituire un collega per “ Un ballo in maschera “ ed arrivato in buca mi accorsi che non c’era la partitura…. bene, non mi feci prendere dal panico e iniziai a dirigere… pian piano mi accorsi che la mia mente ripercorreva pagine , note, dinamiche…. Mi accorsi così di avere il dono della memoria fotografica; ma non è cosa cosi rara, se pensiamo ad esempio ad un grande direttore Nello Santi che ha in repertorio più di 100 opere dirette a memoria…

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La prima opera che ha diretto?

La prima opera che ho diretto è stato L’elisir d’amore nel 1998, ventinovenne. La prova non mi lasciò per nulla soddisfatto; da lì mi fermai per quattro anni prima di ritornare sul podio per dirigere un’opera.

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Il primo concerto sinfonico?

Lo diressi nel 1993. L’anno prima avevo debuttato con la Petite messe solennelle, nella versione ufficiale, tras i cantanti c’era un basso famoso all’epoca, Andrea Silvestrelli che aveva appena avuto contratto con la Scala per il Don Carlo con Muti e ricordo che durante le prove era molto felice. Fu un successo e l’anno dopo mi offrirono questo concerto lirico sinfonico, il primo della mia vita, molto diffiicile….. ho scoperto più tardi col mestiere che dirigere un galà lirico coi cantanti è difficile come un’opera, se non di più…..
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Lei è un pianista; è importante l’apporto dello studio del pianoforte per un direttore d’orchestra? Maestro, siamo curiosi di sapere come lei approccia con una nuova partitura; insomma come la studia?

Lo studio del pianoforte è importantissimo per un direttore d’orchestra; ma secondo e è importante suonar bene uno strumento cosi come un cantante deve saper cantare bene, perche la musicalità che si acquista con lo studio serio di uno strumento aiuta la direzione. Non dimentichiamo che Daniel Harding, il giovane assistente di Abbado era un giovane trombettista, Dudamel era un bravissimo violinista; il pianoforte è lo strumento più completo in assoluto e per quanto riguarda me che ho iniziato da ragazzo ad accompagnare i miei colleghi strumentisti in conservatorio per poi passare ai cantanti è molto importante…… lo studio, il mio approccio è molto semplice…. Dedico allo studio di una partitura nuova almeno una settimana per atto…. Mi siedo al pianoforte e suono il primo atto per una settimana, poi la settimana dopo il secondo atto e cosi via ed ecco che anche il discorso della memoria qui acquista la sua dimensione perche a furia di leggere e vedere, la memoria riprende note, dinamiche, pagine , numeri , insomma tutto.

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Lei dirige molti spettacoli all’estero, pensiamo a Dusseldorf, al Cairo etc… ; come è trattata l’opera italiana all’estero?

L’opera italiana all’estero è considerata l’ottava meraviglia del mondo nel modo più assoluto, noi invece in Italia l’abbiamo snobbata.. Sta facendo una brutta fine e non è neppure una questione di finanziamenti, no!!! Non c’è più pubblico, nessun passaggio televisivo, nei media, se non qualche sporadico concerto alle due di notte cosa che non succede nelle altre parti del mondo. A Dusseldorf ad esempio basta scendere in strada per vedere pubblicità dappertutto, nei tram, nei bus, nella metro, opere fatte il pomeriggio la domenica per agevolare gli anziani , biglietti a prezzi modici per i giovani, insomma tutto per mettere in condizione le persone, il pubblico di andare a teatro, cosa che senza fare nessun tipo di disfattismo in Italia non succede.
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E i direttori italiani?

I direttori italiani sono trattati esattamente come l’opera italiana, certo gli stranieri sanno che l’interprete italiano da sempre un qualcosa di più rispetto ad un non italiano. Ad esempio come accompagnare certe arie verdiane, il modo di trattare il belcanto donizettiano, l’ironia di come si affronta una partitura rossiniana … sono cose che abbiamo nel sangue; ma c’è da stare molto attenti; essere direttore all’estero una vota era come avere una sorta di passeparotut ed automaticamente c’erano dei convenevoli quasi automatici, adesso non significa essere un grande direttore dell’opera italiana ; ci sono italiani che fanno molto bene Wagner, alcuni che fanno molto bene l’operetta ma ci sono anche tanti direttori giovani che arrivano in Polonia, Germania, Romania impreparati, senza un mimino di esperienza e poco studio e questo si nota, cosi come qualche ex strumentista non più giovane che si mette a dirigere, ma un conto è suonare in orchestra e un conto è dirigere…. Lì, i problemi vengono a galla.

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Con chi ha studiato ?

Ho iniziato al conservatorio di Fermo, poi ho trovato il mio mentore Davide Gualtieri, attualmente docente di musica corale e direzione di coro al conservatorio Verdi di Milano che mi ha fatto scoprire la direzione d’orchestra che poi ho studiato con Gustav Kuhn per 4 anni frequentando i corsi preso i pomeriggi musicali di Milano.

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In Italia per quanto riguarda la Cultura e i Teatri, le cose stanno cambiando? Possono cambiare?

In Italia la situazione dei teatri non è cambiata; la situazione è tragica. I teatri chiudono, i finanziamenti sono sempre di meno e chi gestisce i teatri non sta facendo nulla o niente per risolvere la situazione. Soprattutto per gli enti lirici, dopo il periodo delle vacche grasse, alla chiusura dei rubinetti il problema è diventato serio; poche collaborazioni, pochissime coproduzioni; produzioni nuove lasciate li a marcire e mai riprese…. Quelli sono soldi che si lasciano li…. persi, all’estero questo non succede. Sperpero negli anni passati, il passaggio alle fondazioni non ha avuto i privilegi che si attendevano e i nostri 14 enti lirici hanno debiti tra i 6 e 7 milioni di euro ciascuno. Cosa fare?
Una cosa che si potrebbe fare sarebbe non attingere dalle agenzie, fare come fanno tutti gli altri teatri del mondo , avere dei cantanti solisti in seno all’opera, in seno al teatro stesso, ingaggiati con uno stipendio in modo tale che il teatro possa avere a disposizione dei cantanti solisti in sede; ma questo non succede perché purtroppo il business delle agenzie che come una piovra hanno le mani nei teatri, decide ogni cosa, quindi non è più il sovrintendente, non è più il direttore artistico che fa il cast di un’opera ma è l’agente che in base alla disponibilità del cantante, del regista o del direttore d’orchestra di nome decide quella che è la programmazione, perché deve essere fatta in base alla disponibilità del proprio cantante.

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Una curiosità sul Maestro Crescenzi?

Hm, una curiosità…. Beh c’è forse una: non faccio parte di quella schiera di direttori d’orchestra che arrivano a teatro ore prima per cambiarsi, prepararsi etc… sono uno di quelli che arriva all’ultimo, ho bisogno di poco tempo per prepararmi e concentrarmi…. L’utilizzo di tempo maggiore apporterebbe al risultato contrario.

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Il suo operista preferito?

Rossini. Un po’ perché è marchigiano come me ( ride ), ma soprattutto perché lui è stato lo spartiacque del passaggio tra il barocco e la musica classica. Rossini è il Mozart italiano … è stato il precursore , perché aveva capito più di tutti quanto fosse importante il dialogo tra la buca dell’orchestra e il palcoscenico quindi è stata la guida per tutti; Donizetti, Bellini, Verdi…. È nato in un periodo molto importante ; venti anni dopo Beethoveen di cui era amico e un anno dopo la morte di Mozart… insomma un periodo molto importante sia a livello internazionale che per l’ Italia.

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Qual è il suo rapporto con i cantanti?

Di grande rispetto; sono il primo che se ha a che fare con persone brillanti ed estroverse non si nega ad un caffè, una birra o una cena assieme; per quanto riguarda il rapporto di lavoro, chiedo sempre quello di cui possono aver bisogno; Ho avuto nel corso della mia esperienza di direttore di coro una grande lezione impartitami dal maestro Bruno Campanella; si provava il Don pasquale, e lui il primo giorno di prove arrivò e disse all’orchestra: Signori professori ricordiamoci che siamo al servizio dei cantanti! Con la mia attività ho capito che questa frase non era cosi scontata come poteva sembrare allora, e posso affermare con fermezza oggi che cosi è.

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Verdi o Puccini? Cosa dirige con più entusiasmo?

Puccini, sicuramente Puccini con tutto il rispetto per Verdi. E’ più maturo , più vicino al 900; certo dirigere Turandot e sentirsi veramente in Cina fa un effetto davvero impressionante soprattutto per le grandi parti corali; Si, senza ombra di dubbio Puccini è quello che mi entusiasma di più.

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Chi è il maestro David Crescenzi?

Ma io non parlo mai di me stesso perche penso che siamo gli altri a dovermi giudicare. Io posso solamente dire che sono una persona che cammina a testa alta,che non ha mai ricevuto raccomandazioni, non ha mai avuto agenti particolari che hanno usato la non correttezza per procurarsi contratti, non ho amicizie politiche; la mia famiglia è modesta, i miei genitori mi hanno insegnato l’onestà e il rispetto degli altri.
Certo sbaglio anche io, ma in questo momento sono felice perché quando si fa del proprio lavoro lo scopo della propria vita si sta bene con se stessi; quamdo io esco di casa o dall’hotel per andare a teatro sono felice, perche è quello che volevo e voglio fare. I mei sacrifici sono stati tanti. Non sono nato una mattina direttore d’orchestra. Ogni volta che dirigo un’opera o un concerto penso come ad un tassello in più in questo grande mosaico che è la vita del musicista.

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I prossimi impegni?

Al momento ho appena concluso la stagione 17/18 al Cairo Opera House con un gala; ho appena terminato la stagione come direttore artistico del teatro di Cluj Napoca con un bel Nabucco. Questa estate oltre al riposo la dedicherò allo studio e alla preparazione della prossima stagione dove solo a Dusseldorf e Duisburg, perche la Deutsche Oper am Rhein gestisce due teatri, avrò 25 spettacoli tra cui due prime importantissime : il Falstaff di Verdi e il Romeo e Giulietta di Gounod che mai è stato rappresentato in questo teatro.
Mentre a Settembre aprirò la nuova stagione dell’opera di Cluj-Napoca con una nuova produzione di Madama Butterfly.

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Maestro noi la ringraziamo e la salutiamo con un grande in bocca al lupo per i suoi impegni futuri.
Crepi il lupo e grazie a OperaReview per questa bella chiacchierata.