Catanzaro (Calabria) 11 ottobre 2018

Ruderi dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo

L’abbazia di Santa Maria di Corazzo è un’abbazia fondata dai benedettini nell’XI secolo in prossimità del fiume Corace in Calabria, ricostruita successivamente dai cistercensi nel XII secolo, danneggiata una prima volta dal terremoto del 27 marzo 1638 e ancora dopo dal disastroso terremoto del 1783. Dopo questa data il monastero venne progressivamente abbandonato e spogliato delle opere artistiche che conteneva: le sue rovine sono visibili in località Castagna, una frazione di Carlopoli, nei pressi di Decollatura.
Storia
Sebbene situata attualmente nel comune di Carlopoli provincia di Catanzaro (Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace), la storia dell’abbazia si è svolta per molti anni nella Calabria Citeriore, in quanto fino ai primi del XIX secolo il suo territorio apparteneva all’Università di Scigliano (Diocesi di Martirano). Dopo la sua fondazione ad opera dei benedettini neri nell’XI secolo, l’Abbazia fu ricostruita dai cistercensi nel 1157, cioè a distanza di appena 16 anni dalla fondazione dell’Abbazia della Sambucina, di cui fu la filiale più importante. Primo abate cistercense fu il beato Colombano.

La storia di Santa Maria di Corazzo si incrocia con quella di Gioacchino da Fiore, che qui vestì l’abito monacale, divenendone subito dopo abate. Proprio qui a Corazzo Gioacchino da Fiore scrisse le sue opere principali, aiutato dagli scriba Nicola e Giovanni, quest’ultimo prese il suo posto quando andò lui via. Gioacchino, nonostante fosse l’abate del monastero stava per lunghi periodi lontano da esso a causa del suo impegno a scrivere testi di teologia, fin tanto che nel 1188 fu sollevato dal Papa dal guidare l’abbazia affiliando la stessa, con tutti i suoi uomini e beni, ai cistercensi di Fossanova. L’abate Gioacchino si staccò, quindi, definitivamente da Corazzo trasferendosi prima in un porto di quiete chiamato Pietralata, per poi ascendere in Sila nella primavera del 1189 dove fondò a San Giovanni in Fiore una nuova congregazione religiosa.