Fuscaldo (Calabria) 06 novembre 2018

IL PUGNO DURO DEL PROCURATORE BRUNI, TREMANO GLI AMMINISTRATORI DEL TIRRENO COSENTINO

Nei municipi del Tirreno cosentino tira una brutta aria. Lo sanno tutti: l’arresto del sindaco di Fuscaldo Gianfranco Ramundo, avvenuto ieri mattina, non è che il prosieguo delle vastissime indagini che stanno investendo gli amministratori della costa tirrenica ormai da mesi e che mieteranno ancora “vittime”. A luglio scorso c’era stato l’arresto cautelare del sindaco di Aieta, Gennaro Marsiglia, che non è avvenuto relativamente al suo ruolo di primo cittadino, ma di consulente di altri due Comuni costieri, Maierà e Buonvicino, anch’essi attenzionati ufficialmente dalla procura. Una settimana prima il procuratore Bruni aveva firmato l’arresto di tre funzionari del Comune di Amantea e dell’assessore all’istruzione Emma Pati, perché secondo il quadro accusatorio costoro avrebbero truccato degli appalti pubblici. Ma perché tanto timore per ciò che potrebbe ancora accadere? Il Tirreno cosentino è un lembo di terra che, come il resto della Calabria, è corroso dalla corruzione, ma se in altri posti lo Stato ha messo già da tempo lo zampino, questa, fino all’arrivo del procuratore Pierpaolo Bruni a Paola, era considerata la terra di nessuno e senza nessuna regola, orfana delle più elementari forme di legalità anche all’interno delle istituzioni.
In altre parole, qui la giustizia ha latitato per lungo tempo, anche per colpa dei soliti pezzi deviati dello Stato e i cittadini a un certo punto hanno rinunciato persino a denunciare, attività che a queste latitudini è considerata a tutt’oggi una vera e propria perdita di tempo.

Sindaci intoccabili come totem
Ma cosa c’entra tutto questo con sindaci e amministratori? Ebbene, in una terra ad alto tasso di criminalità e disoccupazione, dove gli sbocchi professionali rasentano lo zero e lo spaccio di droga sembra essere l’unica attività redditizia, vincere le elezioni comunali è una sfida contro la malasorte per la conquista di un posto al sole nella società. La maggior parte deisindaci,