Il Sessantotto fu una straordinaria esplosione di energia – giovanile, mondiale. Il 12 e il 13 novembre presso l’Università di Roma Tre si parlerà di ciò che furono gli anni intorno al Sessantotto in Italia.
Un accumulo, una sovrapposizione di desideri e di istanze anche contraddittorie: di liberazione, comunicazione, nuovi comportamenti, politica. Un motore: del quale agli studenti, dai licei alle università, si sono fatti protagonisti: “movimentando” l’entusiasmo per la democrazia diretta e dei Consigli, l’anticonformismo, l’esperienza del nuovo e addirittura dell’impensabile – “immaginazione al potere”, “siate realisti, chiedete l’impossibile!” – l’afflato con la classe operaia e le sue lotte. Il Sessantotto, esplosione inattesa di radicalità, diffusione, partecipazione, è tuttavia da considerarsi approdo e culmine delle “insoddisfazioni per lo stato delle cose esistenti “maturate fin dalla fine degli anni Cinquanta. Nell’ambito delle arti – ma anche in quello della politica – nel nostro Paese questo processo è evidente. Tutti gli anni Sessanta, in particolare i primi, hanno contribuito, inconsapevolmente, a preparare il Sessantotto: il quale ha fornito alla varie linee di tensione accumulatesi una cornice ideologica e una serie di obbiettivi: non tutti realistici né praticabili, ma che sono riusciti a modificare, permanentemente, costumi individuali e comportamenti sociali. E anche la moda e il design.
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