Cosenza (Calabria) 07 dicembre 2018

Nanà l’ultras di via Popilia morto nel carcere di Lecce, gli amici: “I suoi lividi parlano”

Era in sciopero della fame. Le lenzuola del suo letto sono state ritrovate, in cella, ancora sporche di sangue. La magistratura ha inteso archiviare tutti i procedimenti sul caso giustificando il decesso di Nanà con un edema polmonare e una particolare forma di epilessia di cui, in realtà, pare non abbia mai sofferto. La morte di ‘Massimino’ e le circostanze in cui è avvenuta a distanza di venti anni restano ancora tutte da chiarire. I suoi amici non lo hanno mai dimenticato. Anche quest’anno ne hanno commemorato la scomparsa con i racconti da stadio e da quartiere che lo vedevano protagonista, nel corso di un’iniziativa che si è svolta lo scorso venerdì presso la Casa degli Ultrà. E’ il 30 Novembre del 1997 quando il quartiere dell’Ultimo Lotto riceve il nefasto annuncio: Nanà, all’anagrafe Massimo Esposito, ventiquattrenne del gruppo le Brigate di via Popilia è venuto a mancare. La tragedia si è consumata nel carcere di Lecce dove si trovava ristretto da qualche giorno. Si parla di un arresto cardiocircolatorio che non convince chi ne ha riconosciuto la salma notando i numerosi lividi sul suo volto e sul suo corpo. L’autopsia verrà consegnata dopo oltre un anno a seguito di una denuncia per omissione di atti d’ufficio e omissione di soccorso sporta dai familiari di Nanà.