Roccabernarda (Calabria) 27 gennaio 2019

Roccabernarda: Solenne cerimonia dell’A.N.I.O.C., in ricordo degli ex internati nei campi nazisti

L’A.N.I.O.C., (Associazione Nazionale Insigniti Onorificenze Cavalleresche), delegazione provinciale di Crotone, ha organizzato una cerimonia in onore e a ricordo del dott. Gaetano Schipani e di tutti gli ex internati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti. La cerimonia si è svolta nel Centro Polivalente di Roccabernarda. A moderare l’evento è stata la socio benemerita, avv. Rosalba Zumpano. La Giornata della Memoria è iniziata con l’accoglienza da parte del sindaco di Roccabernarda dott. Nicola Bilotta e i saluti alle autorità, poi è proseguita con l’esecuzione, da parte dell’Orchestra di Fiati Leonardo Vinci diretta dal maestro Alessandro Facente, del silenzio, dell’Inno di Mameli e del Piave, con la benedizione a tutti gli internati e alle famiglie, da parte del reverendo don Vincenzo Ambrosio che ha dato lettura della preghiera degli internati. Il cerimoniere Cav. Uff. Avv. Nicola Facente, nella sua relazione ha ripercorso i giorni dell’Olocausto, focalizzando le testimonianze di alcuni sopravvissuti; ha poi commentato i diari di guerra e prigionia di due uomini della nostra terra, sopravvissuti agli orrori della guerra e alla deportazione: Gaetano Schipani e Claudio Crea. Il Gr. Uff. Giuseppe Crea, ha iniziato la sua relazione ricordando l’eroismo dei militari dell’Esercito, della Marina e dell’Aviazione Italiana, della Prima e Seconda Guerra Mondiale. Durante il suo discorso ha sottolineato il fatto che gli italiani, il giorno dopo l’armistizio di Cassibile detto l’Otto Settembre, si ritrovano ad essere senza ordini e con nuovi nemici, i tedeschi, qualche giorno prima loro alleati. Gli italiani, ha continuato Crea, “non sono stati classificati prigionieri di guerra come i militari delle altre nazioni, ma sono stati definiti come (IMI) “Internati Militari Italiani” perché avevano tradito i loro alleati, per tanto furono destinati ai lavori pesanti con poco cibo: “dovevano morire a morte lenta”.