Milano (Lombardia) 09 aprile 2019

LE FIORITURE DESCRITTE DA SUNG HEE CHO NEI SUOI LAVORI SOSPESI TRA AZIONE E MEDITAZIONE

SILVANA LAZZARINO E A CURA DI VITTORIO BERTOLACCINI
Le opere dell’artista coreana per la prima volta in mostra in Italia a Milano dall’11 aprile alla Fondazione Mudina
A restituire la bellezza della continuità della vita attraverso le atmosfere infinite e indefinite dell’universo e della natura, è l’opera tra emozione e proiezione interiore di Sung Hee Cho (Corea, 1949) artista visionaria che coniuga la tradizione artigianale coreana, il cosiddetto hanji – carta fatta a mano ricavata dalle foglie macinate degli alberi di gelso – con una sensibilità artistica unica, dando vita a immagini visive e narrative ottenute da una complessa relazione tra colori e texture. La Fondazione Mudima di Milano (Via Tadino, 26) presenta in collaborazione con la Opera Gallery di Parigi, una personale dedicata a questa artista dove sono esposte trenta opere appositamente realizzate per questo spazio Si tratta di superfici monocromatiche rosso, vivo, grigio tenue e bianco, in cui è evidente il riferimento al movimento artistico della Corea del tardo XX secolo il “Monochrome Art Movement” che esplora il colore, analizza la superficie restituendo nuovo spessore alla trama e alle sfumature. Da qui il recupero della magia delle emozioni, e dei loro diversi significati intrecciando pensieri della filosofia asiatica e diversi aspetti della formazione occidentale. La tecnica di richiamo al collage le permette di creare infiniti accostamenti restituiti grazie a piccolissimi strati di carta pigmentati. Ogni elemento viene ritagliato in piccoli cerchi, stratificato con pigmenti ad olio e collocato poi sulla tela con supporti minuscoli fatti anch’essi di carta arrotolata, per essere poi accostato agli altri a suggerire un effetto tridimensionale di fioritura come apertura alla vita, alla natura.
Silvana Lazzarino