Sabato e domenica scorsa è andata in scena la prima di Antonino Calderone, un testo di Dacia Maraini.
Stavolta il pubblico della Compagnia del Teatro Artistico d’Inchiesta è arrivato al Barnum SeminTeatro di Roma per assistere alla nuova rappresentazione della compagnia anche con un pizzico di paura, dovuta, comprensibilmente, al testo.
Un monologo scritto dalla grande Dacia Maraini e in passato portato in scena a Roma al Piccolo Eliseo da un gigante del teatro come Pino Caruso.
La paura stava proprio in questo, capire come David Gramiccioli e la regista Angela Turchini l’avrebbero affrontato.
Andiamo per ordine; il primo plauso al “siciliano” di Gramiccioli, decisamente più palermitano che catanese, sicuramente più educato di quanto lo fosse stato quello di Antonino Calderone, ma rispettoso del testo, del protagonista che ha ispirato questo monologo della Maraini e soprattutto, lo dico da siciliana, nei confronti di questa terra unica.
Un intercalare poetico e struggente, ma anche ironico, mai macchiettistico come puntualmente succede nel fiction di mafia.
A seguire questo stacco netto, mai equivocabile durante l’opera, tra il narratore e Antonino Calderone.
La regia è poetica, femminile nell’accezione più bella del termine, quasi fiabesca.
Si, questo “Mi chiamo Antonino Calderone”, è una fiaba che puzza di mafia, odora di morte ma che profuma anche di vita e riscatto.
La scenografia impeccabile, incastonata in un’atmosfera che sa rendere unico il vero teatro d’autore e di narrazione.
Molto probabilmente c’è anche lo zampino di Gabriele Mazzucco in tutto questo, non è un mistero che sia Gramiccioli, che la Turchini considerino il Pinter romano uno dei più bravi “scrittori” teatrali dell’ultima generazione.
In fine il voto del pubblico, altissimo in entrambi le serate da pienone, tanto che a grande richiesta torna in scena domenica prossima 19 maggio alle 21:00 al Barnum Gianicolense
Via Vittorio Spinazzola 44.
Per informazioni e prenotazioni
mobile +39 3490573178
Gramiccioli in scena con Antonino Calderone. E’ da applausi
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