Roma (Lazio) 15 maggio 2019

LA MAFIA (NON) UCCIDE SOLO D’ESTATE

La mafia ti uccide ogni giorno, lentamente, nelle cose quotidiane. Si appropria della tua vita e non te ne accorgi.

La mafia ti accocglie tra le sue braccia, nella “famiglia”.
Si appella al senso di comunità e ti fa odiare il forestiero: ti isola dal resto del mondo, ti tiene chiusi gli occhi e tappate le orecchie e la bocca in modo che tu non possa confrontarti e pensare con la tua testa.

Sei morto per mafia se sei costretto a salameccare quella persona ogni volta che la incontri.
Sei morto per mafia quando ti giri dall’altra parte.
Sei morto per mafia se ti hanno fatto un favore che devi costantemente restituire.
Sei morto per mafia se sei costretto a proteggere un tuo parente od amico che sta sbagliando.
Sei morto per mafia se sei costretto ad inghiottire la sbobba ogni giorno e non puoi sputare nel piatto in cui mangi.
Sei morto per mafia per falsa carità cristiana: la mafia usa la religione come l’oppio dei popoli.
Sei morto per mafia quando addirittura il parroco, a cui ti eri rivolto per chiedere aiuto, ti consiglia cristianamente di non parlare per non portare agitazione in paese.
Sei morto per mafia…inghiottito da quelle persone che ti avevano teso la mano e che hanno fatto terra bruciata intorno. Costretto ad andare a cantare nel coro della chiesa del parroco compiacente…costretto a stare insieme alle pie donne…costretto ad accompagnare i tuoi figli a “quella” scuola calcio…a quei miseri 30 mq che ti spacciano per giardinetti.
Sei morto per mafia quando li hai votati.
Sei morto per mafia quando non lasci un futuro libero ai tuoi figli.

E quando stai per essere sepolto per mafia…non ti resta che pagare l’ultimo balzello alla tua cara comunità che tanto ti ha voluto bene: rivolgersi solo a quelle pompe funebri tanto pubblicizzate sui muri del cimitero.