Brucia l’auto di un coetaneo, imparentato con una famiglia criminale, storica rivale della propria nell’area di Rignano Garganico; ma secondo l’avvocato del ragazzino, il gesto sarebbe da legarsi a uno stato depressivo legato alla giovane età: in assenza di altre prove, il gip ha dato ragione al legale e al ragazzo è stato contestato solo il reato di incendio e non di intimidazione mafiosa.
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