Napoli (Campania) 12 aprile 2016

Referendum Trivelle, Greenpeace in azione a Napoli

I climber di Greenpeace sono entrati in azione nella Galleria Umberto I di Napoli, dove hanno aperto un enorme striscione di circa 150 metri quadrati raffigurante l’incidente della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon. L’immagine era accompagnata dalla scritta “Mai più” e dall’invito a votare Sì al referendum sulle trivelle del prossimo 17 aprile. L’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon, avvenuta il 20 aprile 2010 nel Golfo del Messico, causò la morte di 11 persone e la fuoriuscita incontrollata per 106 giorni di un’enorme quantità di petrolio, ancor oggi imprecisata ma stimabile tra i 3 e i 5 milioni di barili. È stato il peggior disastro ambientale della storia degli Stati Uniti, che hanno chiesto alla British Petroleum (BP), la compagnia responsabile della piattaforma, 34 miliardi di dollari di danni. È di pochi giorni fa la notizia che la BP ne pagherà invece 20. Greenpeace afferma che, al contrario di quanto ripetutamente affermato dal governo, in Italia la normativa sulle estrazioni in mare è tutto fuorché rigorosa. Quasi la metà delle piattaforme oggetto del referendum sono state installate prima del 1986, dunque non hanno sostenuto alcun procedimento di Valutazione d’Impatto Ambientale. Infine, delle 135 piattaforme operanti nei mari italiani, solo di 34 sono disponibili i piani di monitoraggio: stando a una nota dell’ENI, le oltre 100 rimanenti sarebbero esenti da monitoraggi. Sul loro impatto ambientale non esiste dunque alcuna stima o misurazione ufficiale. Il Ministero dell’Ambiente, dal canto suo, non ha mai chiarito le ragioni dell’indisponibilità dei dati. Perciò questi impianti risultano al momento al di fuori di qualsiasi controllo.