“Tracce d’Oriente: prime testimonianze di reggini nella Cina imperiale del novecento” è il titolo della conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria. Con il termine “guerre dell’Oppio”, si intendono i due conflitti alla metà del XIX secolo, tra l’Impero cinese della dinastia Qing e le potenze occidentali guidate dalla Gran Bretagna, che si svolsero dal 4 settembre 1839 al 24 ottobre 1860. Il conflitto, scoppiato per interessi militari e commerciali, si concluse con la vittoria delle potenze occidentali e con la stipula del Trattato di Nanchino e di quelli di Tientsin. A seguito della “guerra dei Boxer”, il Regno d’Italia ottenne una serie di insediamenti territoriali, l’utilizzo di una serie di distretti commerciali internazionali come quello di Shangai, un quartiere commerciale sia a Pechino che in altre città, lo scalo portuale di Taku. La presenza italiana, oltre che da militari era costituita anche da civili e nel 1935 la concessione italiana raggiunse una popolazione di 6.261 persone: circa 110 italiani residenti, oltre a diverse centinaia di italiani che vi avevano sedi commerciali. Il documento ritrovato da Gianni Aiello (Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”), riveste una notevole importanza, in quanto, attesta, in un territorio lontano, la testimonianza della alcuni reggini nella Cina imperiale del novecento.
Testimonianze di reggini residenti nella Cina imperiale del novecento
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