Barano D'ischia (Campania) 28 febbraio 2015

DISSESTO, A ISCHIA SI RICHIA LA VITA PER LATITANZA STATO

Quando finirà in merito la latitanza delle Istituzioni?
FRANE E SMOTTAMENTI: GIORNI DI LUTTO SULL’ISOLA D’ISCHIA DOVE IL MORTO SI RISCHIA AD OGNI ACQUAZZONE PER LA LATITANZA DELLE ISTITUZIONI
Costoni franosi ovunque, strade che diventano fiumi in piena, alberi secolari paurosamente inclinati, pali della luce obsoleti e a rischio crollo e strade dissestate ma nonostante le denunce pubbliche, le Istituzioni deputate alla salvaguardia della salute pubbliche continuano a non intervenire. Latitanza istituzionale che perdura nonostante sull’isola ad ogni pioggia o sciroccata potrebbe scapparci il morto. Ed è proprio per questo motivo che taluni rappresentanti della politica, quella con la “p” minuscola naturalmente, ad ogni frana distruttiva e mortale che si registra sulla nostra Isola, nel tentativo di coprire in merito le responsabilità politiche dei loro partiti, cercano di scaricare le colpe sui cittadini tacciando Ischia come l’Isola degli abusivi e dell’abusivismo edilizio ignorando, volutamente, però, che l’abusivismo è proliferato proprio perché lo ha voluto la scellerata, dannata e clientelare politica dei loro partiti di centro, centrodestra e centrosinistra a livello locale, regionale e governativo: anziché fare i falsi moralisti, fareste bene a vergognarvi.
di Gennaro Savio
L’allerta meteo annunciata nei giorni scorsi non ha risparmiato neppure l’isola d’Ischia dove ha causato frane, smottamenti e morte. Infatti in queste ore la stupenda e straordinaria Baia dei Maronti è stata teatro di un tragico fatto di cronaca. Giuseppe Iallonardo, per gli amici Peppe, apprezzatissimo e stimatissimo operatore turistico della zona, conosciutissimo e benvoluto da tutti per la sua bontà e generosità, ha perso la vita per uno smottamento verificatosi a Olmitello. Una tragedia immane che ha lasciato attoniti tutti coloro che lo hanno conosciuto. La morte di Iallonardo, le frane e gli smottamenti che si sono verificati in un solo giorno e che hanno portato alla chiusura dell’ex strada statale 270 di Barano, di via Nizzola a Casamicciola Terme e di via Gianbattista Vico nel Comune di Ischia, hanno riacceso i riflettori sulla fragilità idrogeologica dell’isola Verde. Si tratta di avvenimenti che hanno riacceso i riflettori, soprattutto, sull’assoluta mancanza di interventi tesi a limitare eventi tragici e dolorosi da parte delle Istituzioni deputate alla tutela della pubblica incolumità. Qualche esempio? Da anni denunciamo pubblicamente la pericolosità e la fragilità delle pareti franose che costeggiano le strade isolane come l’ex Statale di Casamicciola Terme all’altezza del Castiglione dove il costone non è mai stato messo in sicurezza e dall’alto finiscono puntualmente sul marciapiede sottostante pietre e terriccio. Cosa si aspetta ad intervenire? Si aspetta prima che i scappi il morto? E che dire degli alberi secolari inclinati che su tantissime strade isolane pendono come una spada di Damocle sulla testa di pedoni e automobilisti e che da anni, invano, ne segnaliamo pubblicamente la presenza senza che se ne avvii un accurato monitoraggio? Cosa aspettiamo per verificarne la staticità? Aspettiamo che qualche grosso albero crolli sul selciato e che ci scappi il morto? Morto che solo per una casualità qualche giorno fa non c’è stato con l’improvvisa caduta, in zona Castiglione, di un possente pino di cui, inutilmente, lo scorso anno ne avevamo denunciato la pericolosità. E vogliamo parlare dei pali della luce fatiscenti e obsoleti che costeggiano strade centrali e periferiche dell’Isola? Come quelli che si trovano nel Comune di Ischia alcuni dei quali con la base bucata dalla ruggine e che da anni non vengono rimossi nonostante le nostre denunce pubbliche. Cosa si aspetta a sostituirli? Che con la tropicalizzazione del clima e le improvvise e violentissime raffiche di vento prima o poi qualcuno di questi pali crolli addosso ad un passante? E cosa vogliamo dire delle buche grosse e profonde che caratterizzano le nostre strade “gruviera” e che diventano ancora più insidiose quando piove? E come potremmo diversamente definire la vergogna dei pericolosi allagamenti che si verificano ogni qualvolta piove rendendo le nostre strade dei veri e propri fiumi in piena a causa della mancanza di un’adeguata rete di smaltimento delle acque piovane? Come abbiamo visto, per l’inerzia e l’insensibilità delle Istituzioni competenti, sull’isola d’Ischia per decenni non si è fatto assolutamente nulla per fronteggiare il rischio idrogeologico e quant’altro, neppure dove ci sono scappati i morti come nel caso di Monte Vezzi dove non solo quella collina non è stata mai messa in sicurezza nonostante vi ci lavorino i dipendenti di Ischia Ambiente, ma non sono stati nemmeno realizzati gli alloggi agli sfollati che continuano a vivere nei container sistemati nei pressi del centro storico di Ischia: che vergogna! E mentre lo Stato in questi ultimi anni non ha speso un solo euro per garantire in merito sicurezza alla cittadinanza, ha stanziato centinaia e centinaia di migliaia di euro per abbattere le case di necessità che la povera gente è stata costretta a costruirsi abusivamente a causa delle inadempienze dello Stato senza demolire la grossa speculazione edilizia affaristica realizzata dai potentati e per distruggere a Casamicciola Terme un’intera collina per realizzare la nuova Caserma della guardia Forestale, scempio di Stato bloccato solo dopo mesi e mesi di battaglie e denunce del PCIML guidato da Domenico Savio e di altre associazioni ambientaliste. La verità è che se i soldi sperperati per abbattere le case di necessità e i pini secolari nella pineta Bosco della Maddalena fossero stati utilizzati per far fronte al dissesto idrogeologico con la messa in sicurezza delle zone a rischio, per abbattere gli alberi secolari presenti lungo le nostre strade che risultano essere pericolosi e a sostituire i pali della luce a rischio crollo, oggi sicuramente vivremmo su di un’Isola molto più sicura e, soprattutto, non rischieremmo il morto ad ogni acquazzone o ad ogni sciroccata. Infine bisogna sottolineare che sempre per le problematiche pocanzi citate frutto delle inadempienze delle Istituzioni dello Stato che taluni rappresentanti della politica, quella con la “p” minuscola naturalmente, ad ogni frana distruttiva e mortale che si registra sulla nostra Isola, nel tentativo di coprire in merito le responsabilità politiche dei loro partiti, cercano di scaricare le colpe sui cittadini tacciando Ischia come l’Isola degli abusivi e dell’abusivismo edilizio ignorando, volutamente, però, che l’abusivismo è proliferato proprio perché lo ha voluto la scellerata, dannata e clientelare politica dei loro partiti di centro, centrodestra e centrosinistra a livello locale, regionale e governativo: anziché fare i falsi moralisti, fareste bene a vergognarvi.