Roma (Lazio) 30 ottobre 2014

A ROMA DOMENICO SAVIO ATTACCA MATTEO RENZI E SINDACATI

A Roma ha attaccato il governo Renzi ma anche la politica filo-padronale dei sindacati
DOMENICO SAVIO: “CONTRO LA SVOLTA REAZIONARIA DI RENZI OCCORRE INDIRE PIU’ DI UNO SCIOPERO GENERALE”
Al contrario del fittizio ottimismo che cerca di far trasparire il premier Matteo Renzi sulla politica economica portata avanti dal suo governo e che così come hanno fatto quelli precedenti sta letteralmente mettendo in ginocchio l’intero Paese, in Italia c’è un consistente fermento e una dura opposizione e contestazione contro le politiche neoliberiste del governo nazionale. E a dimostrarlo ci sono i lavoratori che sabato scorso, rispondendo all’appello della CGIL e della FIOM, hanno invaso le strade di Roma. Un milione le lavoratrici e i lavoratori che hanno protestato contro l’abolizione dell’articolo 18 e per la difesa dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori. Tra i lavoratori in lotta, c’era anche Domenico Savio, Segretario generale del PCIML che ha fortemente criticato la linea di compromesso e conciliazione portata avanti nei confronti del governo da parte della CGIL, un sindacato ormai privo di qualsiasi connotato di classe e sempre più filo-padronale. “ Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista stamattina è qui a Roma non per partecipare al corteo della manifestazione sindacale promossa dalla Cgil e dalla Fiom né tantomeno per ascoltare i discorsi istituzionalizzati, di concertazione e di compromesso col governo e padronato dei loro dirigenti in piazza San Giovanni, bensì per approfittare della presenza dei lavoratori in piazza della Repubblica e piazzale Termini e distribuire loro l’importante documento del Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista dal titolo “Battere nelle piazze e nelle fabbriche il governo antioperaio di Renzi e Berlusconi per conquistare il potere politico alla classe lavoratrice!”. Siamo qui, come Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, con le nostre idee politiche e la nostra strategia rivoluzionaria e non per condividere o sostenere la posizione politica e sindacale della Cgil, che noi contestiamo e condanniamo fermamente, in quanto riteniamo che dinanzi a questa svolta autoritaria, reazionaria e dittatoriale del governo Renzi, che ci ricorda i tempi bui del secolo scorso, la Cgil di Giuseppe di Vittorio e Agostino Novella, il più grande sindacato italiano, avrebbe già dovuto indire e attuare uno sciopero generale. Non solo uno, ma più scioperi generali per far capire a questo governo di dittatura padronale, capitalistica e imperialistica che la classe lavoratrice non ci sta a veder massacrati i propri diritti e le proprie conquiste sindacali realizzate con dure lotte a partire dal secondo dopoguerra del secolo scorso ad oggi. Dinanzi all’arroganza e alla determinazione dittatoriale del governo borghese, clericale e capitalistico la Cgil avrebbe già dovuto bloccare l’attività delle fabbriche per fermare la modifica dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, che comporterà la totale schiavizzazione del lavoro, dove i padroni potranno liberamente assumere e licenziare i lavoratori quando lo vorranno. Oggi ci troviamo dinanzi a un governo di dittatura falsamente democratico, una dittatura politica e sociale esercitata dall’attuale governo di centrodestra e centrosinistra che sta letteralmente calpestando i diritti e i bisogni dei lavoratori occupati e disoccupati, dei pensionati e del mondo della scuola e che sta massacrando i servizi sociali pubblici, a partire dalla sanità, i trasporti, l’assistenza sociale, la trascuratezza e penalizzazione del Mezzogiorno, eccetera. Quella di Renzi e il suo governo è una politica scellerata e antipopolare, che da una parte rappresenta e sostiene gli interessi del capitalismo nazionale e dell’imperialismo europeo e dall’altro distrugge i diritti di dignità lavorativa e di vita del movimento operaio italiano alimentando la precarietà del lavoro, la disoccupazione, il non adeguamento dei salari all’aumento del costo della vita e l’attacco in atto allo Statuto dei lavoratori, quello Statuto che nel 1970 i lavoratori si conquistarono con durissime lotte. Il governo Renzi del Partito Democratico, in alleanza col centrodestra berlusconiano, riformando l’art.18, cioè il licenziamento solo per giusta causa, darà ai padroni la libertà di licenziare a proprio piacimento, cioè di umiliare e di schiavizzare totalmente i lavoratori. Ebbene, noi questa mattina chiediamo con forza alla Cgil e a tutti i sindacati di indire immediatamente un primo sciopero generale e se il governo non dovesse cedere alla volontà e alle rivendicazioni dei lavoratori si continui a scioperare e a bloccare la produzione nelle aziende, finché si smetta di calpestare le conquiste e i bisogni di vita della classe lavoratrice italiana operaia e intellettiva.. Basta con questa politica di rapina legalizzata delle conquiste del movimento operaio. Attualmente al governo del paese c’è una falsa sinistra, quella del Partito Democratico, che di sinistra, neppure progressista, non ha più niente oramai dalla fine degli anni sessanta del secolo scorso, che ha tradito e rinnegato totalmente quella che fu la storia gloriosa dell’ex Partito Comunista d’Italia. Attualmente il Partito Democratico è un partito capitalistico al pari di Forza Italia e degli altri partiti borghesi italiani, partiti e i loro governi che devono essere sconfitti dalla lotta di classe e rivoluzionaria del movimento operaio italiano e al più presto possibile. Vogliamo rivolgere un appello al movimento operaio italiano e in modo particolare alla classe operaia, ovvero alla parte più cosciente del proletariato italiano, che possiede una maggiore coscienza di classe: non basta partecipare a queste manifestazioni sindacali che finiranno con un compromesso a perdere col governo e il padronato, ma bisogna diventare protagonisti del proprio avvenire sociale. Attualmente l’Italia ha bisogno di un grande e coerente partito comunista marxista-leninista e di un sindacato di classe e rivoluzionario per preparare il passaggio rivoluzionario dal capitalismo al socialismo. Il lavoro politico per tale prospettiva ravvicinata può, e deve, essere svolto dal Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, basta che ci sia l’adeguato sostegno militante e di lotta della parte più avanzata del proletariato italiano. Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista pone con forza la questione della rivoluzione socialista all’ordine del giorno delle attuali lotte operaie, perché da questo sistema infame di dittatura governativa e padronale, di affari capitalistici e imperialistici e per conquistarci la dignità del lavoro e un’esistenza migliore e degna di essere vissuta l’unica via è quella di uscire dal sistema capitalistico e lo si può fare solo con una rivoluzione proletaria. Lavoratori italiani, prendete coscienza della gravità della situazione, centrodestra e centrosinistra ci hanno già tolto tutto, ci stanno portando alla fame e alla disperazione, dobbiamo reagire e presto. Attualmente ci sono tutte le condizioni materiali e sociali per poterci organizzare e avviare il processo di una rivoluzione socialista per conquistare il potere politico alla classe lavoratrice: questa è la soluzione storica in Italia per costruzione di una nuova società, la società socialista della dignità del lavoro, dell’uguaglianza economica e sociale e della democrazia proletaria, dove i mezzi di produzione appartengano a tutto il popolo e dove, finalmente, non ci sia più sfruttamento dell’uomo sull’uomo, disoccupazione e miseria. Cari lavoratori italiani, organizziamoci, rafforziamo il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, facciamo crescere un autentico sindacato di classe e rivoluzionario per rispondere alle esigenze di vita delle masse lavoratrici e popolari e per avanzare sulla strada della liberazione del lavoro dallo sfruttamento padronale, avanziamo uniti sulla via della rivoluzione proletaria per la costruzione, finalmente, nel nostro paese del socialismo. Ripetiamo, le condizioni materiali e sociali per la conquista del socialismo ci sono tutte, basta la volontà soggettiva della massa dei lavoratori e noi ci auguriamo che tale presa di coscienza avvenga molto presto. Dalla lotta nelle fabbriche e nelle piazze deve nascere il nuovo governo proletario, che seppellisca l’odierno sistema e faccia nascere quello socialista. Dobbiamo togliere il consenso a tutti i partiti del centrodestra e centrosinistra e ai sindacati borghesi di regime Cgil, Cisl, Uil e Ugl, dobbiamo sconfiggere la falsa sinistra revisionista, trotskista e opportunista e avanzare col Partito Comunista Italiano M-L sulla via della rivoluzione proletaria e del socialismo. Ogni altra scelta significherebbe solo sopravvivere nella tragedia sempre più drammatica del capitalismo morente, una tragedia esistenziale che se non sconfitta potrebbe durare ancora molto a lungo. La rivoluzione proletaria non viene da sola e non si improvvisa, ma bisogna costruirla giorno per giorno con la lotta di classe e la militanza rivoluzionaria nel partito di natura leninista e stalinista, che si nutre esclusivamente dei principi e della strategia del marxismo-leninismo, ovvero del pensiero e l’opera immortali dei nostri grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin”.