Milano (Lombardia) 04 giugno 2014

I tassisti e l algoritmo di San Diego

UBER, i tassisti e l’algoritmo di San Diego

Tratto da IL PATTO SOCIALE INFORMAZIONE EUROPEA DI Marinella Colombo

Sciopero dei tassisti mercoledì 11 giugno 2014

03/06/14
Da settimane leggiamo di Uber e delle proteste dei tassisti, una lobby, dicono alcuni, secondo altri invece, padri di famiglia che non vogliono vedere svanire il valore di una licenza che hanno pagato molto cara e che permette a tante famiglie di vivere, assicurando un servizio sicuro e di qualità.
Ma cos’è Uber? Uber è nata nel 2009 a San Francisco, ha alle spalle Google, ed è presente oggi in 110 città nel mondo; sta portando anche in Italia il servizio di UberX (UberPop) che permette a chiunque di arrotondare facendo l’autista part-time (una sorta di intermediazione per il car pooling, la condivisione dell’auto privata).
Il Sole24ore, con Luca Salvioli, ci spiegava il 23 maggio 2014: “Uber e Airbnb: la legge, la tecnologia e il mercato. Che cosa hanno in comune Airbnb e Uber? Il primo è un sito che permette agli utenti di trovare case in affitto, e ai proprietari di affittarle, anche per periodi molto brevi, il secondo una app per prenotare auto di lusso e taxi. Manco a dirlo, entrambe le aziende hanno il loro epicentro a San Francisco. Oggi arrivano quasi in tutto il mondo. Il vero punto di incontro è la rapidissima capacità che queste start up, che rispondono a una domanda di semplicità da parte degli utenti, hanno avuto di disintermediare il loro settore di riferimento. A Milano lo scontro tra taxi e Uber va avanti da un anno con accuse e aggressioni, con l’intervento del Comune di Milano che ancora non è stato risolutivo. Le leggi in materia sono confuse e rinviano di continuo. Il Belgio ha vietato l’utilizzo di Uber, a Parigi ci sono state manifestazioni dei tassisti, ma quello che può stupire ancora di più chi pensa che si tratti del solito caso solo italiano sono gli episodi simili avvenuti in diverse città americane tra cui New York e persino San Francisco. […] Anche Uber, di fronte all’accusa di pratiche scorrette, dice che si tratta “solo di una piattaforma” e che non possono garantire per gli autisti. Nella disintermediazione rispetto a lobby e vecchi equilibri, però, il nuovo potere è delle piattaforme. La soluzione di “responsabilità” per ora è intesa nel senso di una stretta collaborazione con le autorità per riscrivere le leggi.”
Neelie Kroes, Commissario Ue per l’Agenda digitale, interviene così sul caso di Uber, il servizio di noleggio con conducente che permette di chiamare una macchina con un’applicazione per smartphone: “Mi auguro che il Governo italiano non assecondi il ricatto dei tassisti milanesi. Uno sciopero di 5 giorni non è dialogo. Non lasciamo che la tecnologia scompaia”.
Anche il giuslavorista Pietro Ichino interviene sulla vicenda: “Mi sembra che siano un classico caso di autodifesa di un gruppo di insiders contro la concorrenza di un gruppo di outsiders. Come sempre in questi casi, gli insiders si presentano come paladini di un interesse degli utenti alla qualità e sicurezza del servizio. Ma non è così, l’amministrazione comunale dovrebbe fare l’interesse di tutta la cittadinanza. Non dovrebbe porsi al servizio di una lobby, per quanto prepotente e agguerrita”, ha dichiarato.
Il 30 maggio, Il Giornale ci dice invece che “F. autista fai da te di Uber Pop è stato denunciato a piede libero. Ieri mattina gli agenti della polizia hanno fatto irruzione nella sua casa e hanno trovato la «ganja buona buona» che offre ai suoi clienti. […] L’autista fai da te racconta che la patente gli è stata sospesa due volte «una volta per bamba, l’altra per alcol» e che nonostante ciò riesca a fare l’autista per Uber. Una confidenza che stride con le dichiarazioni dell’azienda californiana che aveva assicurato di svolgere le opportune verifiche sui suoi autisti prima di autorizzarli a entrare nel circuito Uber pop, la versione economica dell’app che consente a cittadini privati con patente e in regola con assicurazione di improvvisarsi autisti. La general manager di Uber, Benedetta Lucini non ha voluto replicare, mentre ha partecipato in serata a Matrix «dove non ha accettato il contraddittorio con me – attacca Giovanni Maggiolo, della Unica Filt Cgil – e continua a sfuggire a qualsiasi confronto perché sa di avere torto». È proprio il sistema di licenze, in vigore anche nei liberali Usa, a garantire la correttezza di tassisti e autisti professionisti degli autonoleggi: se commettono reati o illeciti rischiano la licenza che attualmente vale circa 170mila euro”.
Noi abbiamo parlato anche con Sergio, che su twitter è il “Taxi driver of Milano”. Gli abbiamo fatto presente che non si può fermare il tempo, né l’evoluzione della tecnologia e del mercato. Il “Taxi driver of Milano” ci ha allora spiegato che la prenotazione taxi via SMS è in vigore dal 2009, che dal 2011 ci sono sei o sette piattaforme per il servizio taxi e che Milano, in quanto a ricerca di servizio taxi, è in Europa la quarta città di ventidue, per qualità e servizio. “Il sistema GPS per ricercare il taxi più vicino” – ha continuato – “è attivo da venti anni e Milano, nella classifica delle città che meglio ne fanno uso, cioè ricercano il taxi per coordinate geografiche, è al secondo posto nella classifica mondiale, solo dopo Sidney. Ciò che noi contestiamo non è la tecnologia, d’altronde da noi stessi utilizzata, ma il fatto che a noi si chieda di acquistare una licenza, ci si impongano turni e orari definiti, con tariffe controllate, mentre dall’altra parte ci si può improvvisare autista senza nessuna selezione né controllo e persino i prezzi vengono calcolati in base alla situazione del traffico; La situazione del traffico a Milano, in quel dato momento, viene incredibilmente stabilita da un algoritmo a San Diego. Come accettare tutto questo?”
Nel sito Taxistory leggiamo anche che: “Gli autisti e le auto di Uber dovrebbero soddisfare gli stessi standard e garantire lo stesso livello di assicurazione delle flotte dei taxi commerciali. Se questi servizi saranno ancora vitali, una volta operanti su un terreno equo di competizione, offriranno all’economia un valore reale. Come stanno le cose, premiano enormemente un piccolo numero di persone per aver trovato un modo creativo di fregare il sistema”.
Il nostro “Taxi driver of Milano” conferma infatti: “Perché loro che sono abusivi possono fare la tariffa che vogliono, possono fare i turni e gli orari che vogliono e io invece che sono regolare sono vincolato ad una tariffa municipalizzata e quindi concordata? Con Uber il prezzo della corsa viene calcolato da un algoritmo a San Diego, questo è un problema di democrazia perché se le nostre tariffe sono stabilite dalle amministrazioni del nostro paese, della nostra regione, dal nostro sindaco, che è stato eletto dai cittadini, come possono a San Diego decidere le tariffe di tutto il mondo? Non siamo contro il progresso (tra l’altro abbiamo l’applicazione che usa Uber già dal 2011, con la sola differenza che non si vede arrivare la macchinina) e non temiamo la concorrenza, ma esigiamo regole uguali per tutti”.
Mentre il contenzioso pare essere ancora molto lontano dall’auspicata risoluzione, è stato proclamato il fermo del servizio Taxi, dalle 8.00 alle 22.00, su tutto il territorio del bacino aeroportuale lombardo.

Marinella Colombo