Venerdì il volo inaugurale. Il velivolo è stato assemblato dalla compagnia statale Commercial Aircraft ma con componenti europee e statunitensi.
DI FRANCESCO RADICIONI
Il volo inaugurale è previsto per venerdì prossimo dall’aeroporto Pudong di Shanghai. Nonostante i ritardi sulla tabella di marcia, il decollo del C919 rappresenta il segnale del prepotente ingresso della Cina nel mercato mondiale dell’aviazione civile. Dopo un decennio di ricerche e di sviluppo, il C919 è la risposta di Pechino al Boeing 737 e all’Airbus 320: gli aerei commerciali più usati al mondo.
La sfida ai giganti del cielo che viene dall’Asia è disegnata per ospitare 168 passeggeri e coprire distanze di oltre 5mila chilometri. Il C919 è stato assemblato dalla compagnia statale Commercial Aircraft Corporation of China, anche se molte delle sue componenti sono di produzione europea o americana. I motori, per esempio, sono frutto delle ricerche della CFM International. Si tratta, insomma, certamente di un’importante vittoria politica, tuttavia la Cina anche nel settore dell’aviazione civile rimane ancora indietro rispetto ai colossi che oggi dominano il mercato.
A Pechino però tengono bene a mente le stime della International Air Transport Association, secondo cui la Cina – intorno al 2024 – dovrebbe superare gli Stati Uniti come più grande mercato al mondo nel trasporto aereo passeggeri. Non solo. Le previsioni diffuse l’anno scorso da Airbus sulla domanda di aerei civili, dicono che la Cina avrà bisogno di 6.000 nuovi aerei nei prossimi vent’anni, con un valore complessivo di 954 miliardi di dollari: il 18% della domanda mondiale.
Per ora, insomma, la Comac potrà certamente fare affidamento su un ampio mercato interno. La prima compagnia ad aggiudicarsi il gioiello dell’aviazione “Made in Cina” sarà la China Eastern Airlines. A Shanghai però assicurano di aver già ricevuto «570 ordini da 23 compagnie». Per il momento si tratta quasi esclusivamente di compagnie cinesi. Si è ancora lontani da quando vedremo il C919 nei nostri cieli. Non si può prevedere se e quando gli enti dell’aviazione europea e americana concederanno alla Comac le necessarie autorizzazioni.
Fonte: www.lastampa.it/