Milano (Lombardia) 17 aprile 2017

Quindici anni fa lo schianto dei misteri. Il pilota era appena stato in Questura a Como

Il 18 aprile di 15 anni fa, quando il mondo era ancora sotto shock per le immagini degli aerei di linea dirottati contro le Torri gemelle di New York, un piccolo aereo da turismo si schiantò, pochi minuti prima delle 18, contro il grattacielo Pirelli, allora sede unica della Regione Lombardia. Il velivolo, un Rockwell Commander 112 Tc pilotato da Luigi Fasulo, 67 anni, sfondò le vetrate del 26.mo piano. Nell’impatto morirono il pilota e due funzionarie dell’ufficio legale della Regione, le avvocate Annamaria Rapetti e Alessandra Santonocito. Almeno altre 70 persone rimasero ferite.

Fasulo era decollato alle 17.15 da Locarno. Dopo 25 minuti si era collegato via radio con l’operatore della torre di controllo di Linate per chiedere l’autorizzazione ad atterrare. Pochi minuti dopo, aveva però comunicato alla stessa torre di controllo di avere un problema al carrello. Nel rapporto stilato dagli ispettori dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansv) si legge: «A seguito di questa comunicazione, il pilota […] viene istruito a orbitare sull’ATA (area corrispondente alla verticale del piazzale Ovest o dell’aviazione generale) ma il velivolo, dopo il sorvolo della parte occidentale dell’aeroporto di Linate, prosegue fino a schiantarsi contro il Palazzo della Regione Lombardia». Nello stesso rapporto i tecnici escludevano ogni ipotesi legata a una possibile azione suicida del pilota. «La causa più probabile dell’incidente è da ricercare nella incapacità […] di gestire in maniera adeguata la condotta della fase finale del volo in presenza di problematiche tecnico-operative e ambientali – scrivono ancora gli ispettori Ansv – Allo stato della documentazione pervenuta e delle prove raccolte, delle analisi effettuate e della logica sequenziale dei fatti si ritiene ragionevolmente improbabile l’ipotesi di una azione autodistruttiva del pilota».

Ma sulla storia di quel tragico incidente rimane tuttora non chiarito un risvolto inquietante. Fasulo, proprio la mattina del 18 aprile 2002, si era presentato in Questura a Como insieme con uno dei suoi figli per sporgere denuncia alla squadra mobile contro alcuni presunti truffatori. Il 67enne cittadino ticinese aveva raccontato ai dirigenti della polizia di Stato una storia di cambiali, assegni e crediti ormai inesigibili e aveva detto loro di essere stato raggirato da un’organizzazione con agganci internazionali. Una vicenda per la quale, nel novembre 2003, sono poi finite in carcere 9 persone. Uscito dagli uffici di viale Roosevelt alle 14.15, Fasulo era tornato a Locarno da dove, soltanto alcune ore dopo, era decollato verso la morte.
Domani, giorno del 15.mo anniversario dello schianto, Alessandra Santonocito e Annamaria Rapetti saranno ricordate in una cerimonia pubblica. Dopo un momento di raccoglimento (alle 12.30) al “Piano della memoria” – così intitolato dopo la ricostruzione – alle 13 verrà celebrata la messa in Sala Pirelli, al primo piano.

Fonte: www.corrieredicomo.it/