Bari (Puglia) 17 marzo 2017

I «top gun» di Gioia difendono l’Islanda

di Armando Fizzarotti

BARI – Dalla «calda» Murgia di Gioia del Colle alla gelida Islanda. Fanno il bis nel giro di pochi anni i «cacciatori» del 36° Stormo dell’Aeronautica militare, chiamati per la seconda volta (la missione precedente si svolse nel 2013) ad assicurare la sicurezza dei cieli della nazione-isola dell’estremo nord Atlantico, che non ha forze armate proprie ma solo corpi di polizia e guardia costiera.

I piloti da caccia della base militare di Gioia del Colle, ai comandi degli intercettori Efa (gli Eurofighter «Typhoon») faranno parte del contingente aereo inviato dalla Nato nel Paese nordico a cura della forza armata aerea italiana, nel quadro di una missione internazionale organizzata dalla Nato, l’Alleanza atlantica.

Da oggi a metà aprile – secondo fonti Nato – l’Aeronautica invierà in Islanda sei caccia intercettori «Eurofighter» con equipaggi e personale di supporto, per un totale di 140 militari. Stando ad alcune indiscrezioni (oggi sono attesi i dettagli «ufficiali», ieri lo Stato Maggiore non ha voluto commentare) la partecipazione al contingente da Gioia del Colle dovrebbe consistere in un terzo del contingente complessivo: la quota restante dovrebbe essere garantita da aerei e piloti delle basi di Grosseto e di Trapani. Quindi dalla base barese due Efa, più i fucilieri del 16° Stormo di Martina Franca per la sorveglianza armata a a terra.

Sorveglianza dello spazio aereo e intercettazione di velivoli sospetti (in genere si tratta di aerei civili senza piano di volo o che non rispondono alle chiamate radio del controllo del traffico aereo) sarà la missione dei «top gun» in fase di decollo anche dalla Puglia. Un lavoro svolto a turno nell’isola del Nord Atlantico dalle varie forze aeree dei Paesi dell’Alleanza.

I «top gun» opereranno dalla base aerea di Keflavik, ad una cinquantina di chilometri dalla capitale Reykjavik, negli anni della Guerra Fredda presidiata continuamente da gruppi caccia dell’aviazione militare statunitense.
La sorveglianza dello spazio aereo islandese viene fatta a turno dai Paesi dell’Alleanza atlantica dal 2007, da quando nella riorganizzazione delle loro risorse in Europa, gli americani hanno appunto lasciato la base di Keflavik.

«Si discute delle missioni internazionali ma si decide la sicurezza del nostro Paese. Dobbiamo lavorare per tenere lontane le minacce che potrebbero raggiungerci». Interveniamo in molte aree per ridurre le minacce e prevenire i rischi: dobbiamo fare la nostra parte per rendere più pacifico il mondo»: così il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha commentato l’avvio di questa missione e di tutte le altre in calendario quest’anno per le forze armate italiane, in occasione del dibattito alla Camera che ha portato all’autorizzazione dell’intero programma di impegni internazionali per Aeronautica, Esercito e Marina con un «pacchetto» complessivo di spesa prevista di 1,13 miliardi di euro. L’Arma Azzurra ha già svolto missioni analoghe in altri Paesi.

Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it/