Roma (Lazio) 07 marzo 2017

Aerei ed elicotteri. Scandaloso: scaduti contributi Ue destinati al Vds e all’aviazione generale

Roma, Italia – Milioni di Euro gettati al vento per colpa di chi?

(WAPA) – La notizia risale ad una direttiva 2012 dell’Agenzia europea per la sicurezza dei voli (Easa ). In sintesi dal primo gennaio 2018 (meno di 10 mesi) tutti gli aeromobili che usano il controllo del traffico aereo (in pratica tutti gli aerei e gli elicotteri dai commerciali all’aviazione generale e ultraleggeri avanzati) dovranno cambiare la radio Vhf di bordo. Stessa sorte toccherà anche alle radio Vhf dei campi di volo e delle aviosuperfici.

AVIONEWS sottolinea che la Vhf è il principale mezzo di comunicazione di tutti gli aeromobili civili, mentre i militari usano le Uhf e altre frequenze. Nel frattempo tra il 2012 ed oggi le altre Nazioni in Europa si sono attrezzate: le autorità per l’aviazione civile, gli Aero club nazionali piuttosto che le associazioni dei piloti hanno presentato domande al Parlamento europeo per sostenere economicamente chi dovrà cambiare una radio. Costo medio stimato € 1500.

Nel nostro Bel Paese di contro un gran silenzio fino a che la notizia non si è diffusa (3 marzo scorso) sui social di aviatori con messaggi dai toni preoccupati. A seguire, l’unica azione pubblica è stato un serafico messaggio dell’Aero Club d’Italia di poche righe, dove si invitavano gli interessati a rivolgersi ad un non meglio identificato sito Iaopa Europe. Interrompendo un silenzio che durava da più di dieci anni, il presidenteGiuseppe Leoni ha firmato il messaggio nel quale, come un buon padre di famiglia, indica che si tratta di una “Buona occasione per cercare di contenere la spesa”.

Come dire: fate da soli, noi non vogliamo (o non possiamo) aiutarvi.
Esperti interpellati da AVIONEWS hanno giudicato il messaggio di Aeci addirittura patetico, scritto da qualcuno che ha difficoltà con l’inglese, la lingua ufficiale in aviazione. Infatti Aeci dà per scontato che, richiedendoli, i fondi arriveranno, mentre il sito in inglese dice chiaramente che si tratta solo di un tentativo, una richiesta che non si sa se andrà a buon fine e che è riservata alle Nazioni che fanno parte del “Team” in cui l’Italia non c’è…

Nel messaggio firmato da Leoni, nessun riferimento a nuove normative europee, né ai coordinamenti già in atto in altri Paesi europei, tantomeno ad azioni di Aeci per tutelare gli aero club ed i piloti Ag e Vds (laddove Ag sta per Aviazione generale, e Vds per Volo da diporto o sportivo), che pure ogni anno versano svariati milioni nelle casse dell’Ente.

Sette righe di messaggio (compresi i saluti) a fronte di decine di pagine di spiegazione e indicazioni presenti sui siti inglesi (https://www.caa.co.uk/General-aviation/Aircraft-ownership-and-maintenance/8-33-kHz-radios/).

Enac, Ente nazionale aviazione civile, dal canto suo ha fatto il suo lavoro burocratico. Pubblicata la direttiva europea già nel 2013, l’ha affondata tra le migliaia di documenti che arricchiscono il suo sito. Risultato: da un rapido giro di consultazioni tra piloti Ag e Vds-A italiani, AVIONEWS ha appreso che ad oggi il 95% dei piloti e proprietari di aeromobili (aerei od elicotteri), non era a conoscenza dell’esigenza di cambiare la propria radio e della possibilità di ottenere contributi europei.

Il sito della Civil Aviation Authority UK cita che “sono stati assicurati 4 milioni e trecentomila Euro dalla Comunità europea al fine di facilitare il passaggio alle nuove radio della loro (UK) flotta Ag e Vds.

4,3 milioni di Euro sono un sostanzioso finanziamento per un settore in crisi come quello del volo turistico. Soldi europei destinati ad aeroplani inglesi (alla faccia della Brexit…). Ma non è l’unica iniziativa.

A seguire, Aopa International (che non ha niente a che fare con Aopa italia, anch’essa rimasta al palo…) ha radunato una serie di Nazioni: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, la neutrale Svizzera e ancora il Regno Unito per presentare una richiesta analoga al Consiglio europeo. Di Italia neanche l’ombra…

In quest’ottica, la indefinibile iniziativa del presidente dell’Aero Club d’Italia rischia di suonare come una beffa per gli aviatori italiani, informati che si dovranno pagare da soli le nuove radio, mentre gli altri avranno finanziamenti fino all’80% del valore.

Appare ben difficile, a meno di iniziative d’emergenza dei nostri politici a Bruxelles, che in una compagine così nutrita e serrata possano inserirsi richieste che vengono da una Nazione finora totalmente assente.
Un risultato per tutti coloro che in Italia dovrebbero promuovere l’aviazione, e che invece in questi anni stanno portando lentamente all’estinzione l’aviazione generale, gli aero club storici e tarpando le ali agli ultraleggeri.
AVIONEWS ripone speranza nei nostri parlamentari a Bruxelles che leggono la nostra testata, affinché qualcosa si possa ancora fare per gli aviatori italiani.

Trovati i denari, rimarrebbe tuttavia un nodo da sciogliere: a chi affidare questi fondi?

Di certo non ad un’associazione o federazione che finora s’è disinteressata della tematica e non ha la struttura amministrativa per gestire le attività, e di certo non a chi è già incorso nei rigori della legge per usi impropri del denaro pubblico.
Che sia il momento di cambiare qualcosa al vertice di enti che hanno il dovere di promuovere il volo turistico e sportivo in Italia?

(Avionews)

(NatBru)

Fonte: www.avionews.it/