USA, Paese estero 23 marzo 2016

Tempeste solari su Giove

Le tempeste solari stanno innescando aurore a raggi X su Giove che sono circa otto volte più luminosa del normale su una vasta area del pianeta e centinaia di volte più energetiche rispetto a quelle della Terra chiamate “Northern Lights”, secondo un nuovo studio utilizzando i dati della NASA Chandra X- ray Observatory.

Questo risultato è la prima volta che le aurore di Giove sono state studiate in luce a raggi X quando una tempesta solare gigante è arrivata al pianeta.

Il Sole espelle costantemente i flussi di particelle nello spazio nel vento solare. A volte, le tempeste giganti, note come espulsioni di massa coronale (CME), scoppiano e i venti diventano molto più forti. Questi eventi comprimono magnetosfera di Giove, la regione di spazio controllato dal campo magnetico di Giove, spostando il suo confine con il vento solare verso l’interno di oltre un milione di miglia. Questo nuovo studio ha trovato che l’interazione al confine innesca i raggi X in aurore di Giove, che coprono un’area più grande della superficie della Terra.

Queste immagini composite mostrano Giove e le sue aurore durante e dopo l’arrivo di un CME su Giove nel mese di ottobre 2011.

In queste immagini, dati a raggi X da Chandra (viola) sono stati sovrapposti su un’immagine ottica del telescopio spaziale Hubble. Il pannello di sinistra mostra l’attività di raggi X quando il CME ha raggiunto Giove, e il lato destro è la vista di due giorni più tardi dopo il CME placata.

L’impatto del CME su aurora di Giove è stato rintracciato attraverso il monitoraggio dei raggi X emessi nel corso di due osservazioni di 11 ore. Gli scienziati hanno usato i dati per individuare la fonte di attività di raggi X e identificare le aree di indagare ulteriormente in diversi momenti. Hanno in programma per scoprire come il modulo di raggi X attraverso la raccolta di dati sul campo magnetico di Giove, magnetosfera e aurora utilizzando Chandra e XMM-Newton.

Un documento che descrive questi risultati è apparso il 22 marzo 2016 sul numero del Journal of Geophysical Research. Gli autori sulla carta sono William Dunn (UCL), Graziella Branduardi-Raymont (UCL), Ronald Elsner (NASA Marshall Space Flight Center), Marissa Vogt (Boston University), Laurent Lamy (Università di Paris Diderot), Peter Ford (Massachusetts Institute of Technology), Andrew Coates (UCL), Randall Gladstone (Southwest Research Institute), Caitriona Jackman (Università di Southampton), Jonathan Nichols (Università di Leicester), Jonathan Rae (UCL), Ali Varsani (UCL), Tomoki Kimura ( JAXA), Kenneth Hansen (Università del Michigan), e Jamie Jasinski (UCL).

Marshall Space Flight Center della NASA a Huntsville, Alabama, gestisce il programma per Chandra Science Mission Directorate della NASA a Washington. Lo Smithsonian Astrophysical Observatory di Cambridge, Massachusetts, controlla le operazioni di scienza e di volo di Chandra.

Fonte : Image credit: X-ray: NASA/CXC/UCL/W.Dunn et al, Optical: NASA/STScI

http://www.nasa.gov/mission_pages/chandra/solar-storms-ignite-xray-northern-lights-on-jupiter.html