Roma (Lazio) 08 marzo 2018

LA MADONNA ESTERHÁZY DI RAFFAELLO A PALAZZO BARBERINI

LA MADONNA ESTERHÁZY DI RAFFAELLO IN MOSTRA A PALAZZO BARBERINI

Di SILVANA LAZZARINO E A CURA DI VITTORIO BERTOLACCINI DETTO COBRA DUE

LA MADONNA ESTERHÁZY di Raffaello tra le opere più interessanti di uno dei massimi protagonisti della scena rinascimentale, è esposta negli spazi di PALAZZO BARBERINI A ROMA fino all’8 aprile 2018. Un’occasione unica per vedere da vicino uno dei capolavori dell’urbinate formatosi presso l’accademia del Perugino da cui prende quell’armonia ed eleganza cui subentra successivamente una più eloquente classicità come dimostra il dipinto “Lo sposalizio della Vergine” del 1504. Ed è proprio nel 1504 anno in cui giunge a Firenze, che per Raffaello ha inizio la maturazione del suo stile grazie all’incontro e confronto con Michelangelo e Leonardo da cui apprende la ricchezza dei movimenti propria delle figure cui unisce quell’armonia legata a schemi classici. In questa ottica vanno viste le prime Madonne come “La Madonna del Granduca” del 1505 dove si avverte il chiaroscuro di derivazione leonardesca e la “Madonna del Belvedere” del 1506 sempre di richiamo leonardesco per la forma triangolare su cui si basa la composizione monumentale delle tre figure con la Madonna posta all’apice della struttura piramidale. I più alti incarichi arrivano quando viene chiamato da Giulio II nel 1509 per la decorazione delle Stanze dei Musei Vaticani in cui si nota un cambiamento di stile passando dalla prima Stanza dove prevalgono canoni classici alla terza in cui si avverte una tensione drammatica che annuncia la Maniera. Ad ultimare la quarta Stanza sarà poi Giulio Romano nel 1520, anno in cui Raffello muore lasciando un segno importante nella storia dell’arte Rinascimentale e non solo. Tra gli anni fiorentini e il periodo romano si colloca LA MADONNA ESTERHÁZY datata circa 1508 cui è dedicata la mostra curata da Cinzia Ammannato. In mostra l’opera dalle piccole dimensioni è affiancata dal correlato disegno preparatorio conservato presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi – qui rappresentato con una riproduzione in grande formato- e da altre tre opere provenienti dalle Gallerie Nazionali, simili per formato e ambiente. Dal disegno si evince il momento di passaggio intellettuale dell’artista dal mondo fiorentino a quello romano in particolare osservando il fondale che, se nel disegno presenta un partito tipicamente fiorentino fatto di colline e alberi, nella tavola mostra rovine antiche di richiamo romano in cui si sono voluti riscontrare i resti del Tempio di Vespasiano e della Torre dei Conti nel Foro Romano. Insomma, elementi dell’antico che rimandano a Roma.
Proveniente dallo Szépművészeti Múzeum di Budapest, il Museo Nazionale di Belle Arti ungherese, la tavola con LA MADONNA ESTERHÁZY, di piccole dimensioni in pioppo, è stata realizzata verso la fine del periodo fiorentino e l’inizio di quello romano, nel 1508, anno cruciale in cui si aprivano i cantieri per le decorazioni del nuovo Vaticano: la volta della Cappella Sistina e le Stanze degli appartamenti papali. L’opera di Raffaello, di cui non è chiara la committenza, forse riferita a Elisabetta, madre di Maria Teresa d’Asburgo, e a un dono dell’opera da parte di Clemente XI Albani, si associa ad una serie di quadri che legano bene fra loro, come la “Madonna del Baldacchino” in Palazzo Pitti a Firenze e la “Sacra Famiglia Canigiani “della Alte Pinakothek di Monaco. Strettamente connesse, nonostante le rispettive diverse scale di grandezza queste opere riflettono ricerche tanto coerenti da poter essere datate con buona approssimazione in un circoscritto giro di mesi dell’intensissima vita dell’autore.

Silvana Lazzarino

LA MADONNA ESTERHÁZY DI RAFFAELLO
mostra a cura di Cinzia Ammannato
GALLERIE NAZIONALI DI ARTE ANTICA DI ROMA – PALAZZO BARBERINI
Via delle Quattro Fontane, 13
ORARI: martedì/domenica 9.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)
GIORNI DI CHIUSURA: lunedì
Fino all’8 aprile 2018
Informazioni: tel. 06-4824184 . email: gan-aar@beniculturali.it

Scritto da Silvana Lazzarino