Baia E Latina (Campania) 19 luglio 2017

Giovanni Rotunno Pensieri Di Un Ottuagenario 19/07/2017

DI VITTORIO BERTOLACCINI detto COBRA DUE

PENSIERI DI UN OTTUAGENARIO di Giovanni Rotunno – prosa di PIetrantonio DI Lucia

Il quadro è opera del pittore – scrittore – PIETRANTONIO DI LUCIA

ROSSEGGIANTE TRAMONTO
CHE BELLO IL LONTANO ORIZZONTE
DOVE L’ARIA DEL CIELO ED IL MARE
NELL’AZZURRO IMMENSO SI FONDONO,
IL SOLE E LE STELLE TRAPUNTANO
DELL’INFINITO CREATO IL COSMO.
QUANTE LE GALASSIE NELL’IMMENSO
NAVIGANO NEL TEMPO SENZA FINE
IN PERFETTO EQUILIBRIO COSMICO
SENZA MAI POTERSI COLLIDERE?
GRANDE IL MONDO PICCOLO L’UOMO.
COMMENTO DI PIETRANTONIO DI LUCIA
Di Lucia Il micromondo dell’individuo è uno stato d’impotenza, è consapevolezza di ignoranza, è certezza di essere punto infinitesimale rispetto all’Universo. Più l’Uomo evolve e impara i valori della vita, più avanza nella scienza, più si indottrina nelle lettere e nelle arti, più c’è sviluppo mentale previo filosofia, psicologia, sociologia e tutti gli altri rami del sapere e più l’Uomo si sente impotente e ignorante dinanzi alle verità cosmiche. Lo stesso Cosmo che è tale per diretta derivazione dal Caos che imperava, insegna che l’Universale è risultato di contrari che si urtano e si amalgamo fino a raggiungere ARMONIA. Armonia in greco è congiunzione. “Discordia concordiarum” è il latino incontro e congiunzione del bianco e del nero, del positivo e del negativo, delle cose che non esistono se non insieme come felice armonia, sintesi da un’antitesi. Tutto ciò porta il piccolo uomo, il Poeta dell’amore Giovanni, ad osservare il mondo che lo circonda e ne ammira estasiato l’orizzonte dove cielo e terra si incontrano e si fondono nell’azzurro del cielo, azzurro dello spirito. Osserva la notte trapuntata di stelle. Il pensiero vola verso le galassie innumerevoli. Sa che la sola nostra galassia è già immensa per essere osservata e compresa appieno. Considerando quanti altri milioni di galassie possono esserci nell’immensità celeste, il nostro uomo resta preso e affascinato. Muto nella parola, dialogante nella mente. Forse polemico con il Creatore che ci fa immaginare tante cose e scoprire pochissime mettendoci la smania di sapere… ma arriviamo filosoficamente al socratico “saper di non sapere” ripreso da Niccolò Cusano e tutto resta aperto alla scoperta che non sarà mai totale. Lo chiamiamo mistero, lo qualifichiamo divino…fatto sta che per quanto l’uomo si porti innanzi nel sapere, lo scibile resta un agognato traguardo irraggiungibile. Spazio e tempo sono categorie che l’uomo ha inventato per agire meglio nel suo ambiente e darsi un tempo per le azioni proprie e di ciò si muove intorno a sé. Eppure, se ci pensi, spazio e tempo non sono nulla, sono invenzioni umane. E’ come dire che due rette parallele si toccano solo all’infinito. E’ così solo perché all’infinito non sappiamo ficcare lo sguardo e constatare il fenomeno. Tempo e spazio esistono per nostro comodo di vedere noi e le cose, ma in effetti si dileguano all’ infinito. Bello è che questa immensità dell’Empireo è matematicamente sotto l’equilibrio delle forze e gli Astri, dice Giovanni Poeta, le galassie navigano nello spazio siderale e non collidono. Fa pensare ad un ordine supremo che ci riporta ad una mente superiore. Dio c’è!!! Più studio il mondo, sua creatura, e più mi convinco della paternità divina. Dio c’è, creò il mondo immensamente grande, l’uomo immensamente piccolo, ma dotato di quel “quid” che, col pensiero, lo ricongiunge al suo Creatore.