Napoli (Campania) 22 aprile 2015

“Io, malato di Napoli”. Il racconto di Umberto Chiariello

“Quel fantastico 16 aprile”. Si intitola proprio così, con la data cioè di quando il Napoli ha stracciato il Wolfsburg in Germania nella gara di andata dei quarti di finale di Europa League, il racconto di Umberto Chiariello, giornalista e conduttore di “Campania Sport” su Canale 21, che dalla sua pagina Facebook ha gridato a squarciagola il suo folle amore per la squadra azzurra. Un racconto appassionante, lungo e a volte comico, ma che tiene con il fiato sospeso fino alla fine i numerosissimi seguaci di Chiariello, che proprio nel giorno della partita si è sottoposto a un intervento chirurgico programmato da tempo e ha fatto di tutto per poter assistere, in televisione, all’incontro degli uomini di Benitez. “Sono le 5 e mezzo del mattino di oggi, e sono in ospedale seduto davanti al balcone chiuso della mia camera a guardare spuntare l’alba”: comincia così il racconto di Chiariello, che già dall’inizio tiene i lettori con il fiato sospeso.
“Sono malato terminale –spiega-, ma di solo Napoli. Avevo deciso di operarmi, convinto da amici medici, ed era arrivato il giorno fatidico, fissato per tempo. Una sola nube offuscava la mia mente –continua Chiariello-: questa “cazzarola” di Europa League. Tre mesi prima, quando avevo concordato la data col chirurgo, non immaginavo che mi andavo ad impelagare nel giovedì di Wolfsburg”. E così, d’accordo con un amico che gli promette di portargli la TV in tempo per vedere la partita, Chiariello convince il primario a farsi operare per primo, alle 8 del mattino. Vuole vedere la partita a tutti i costi e deve essere lucido: “I fumi anestesiologici che mi annebbieranno il cervello –continua- devono passare e ci vogliono ore: se torno in stanza per le 11 ho il tempo di smaltirli fino alle 21”. L’intervento finisce, e Chiariello si sveglia dall’anestesia, ma la sorpresa è dietro l’angolo.
“Sono prigioniero –scrive il giornalista sul suo profilo Facebook-: realizzo che ho un sondino nel naso che non mi fa respirare ed una busta collegata con un tubo, che ho il catetere che mi brucia il pisello ed una busta per l’urina, ho un’altra busta che sputa sangue per il drenaggio, altro tubo, altro, giro, la flebo attaccata, e pure gli occhialetti con l’ossigeno nel naso. Non sono un uomo, sono una busta vivente! Ed i fili mi imprigionano. Sento il panico assalirmi, voglio fuggire”.
La ragione ha però il sopravvento, e Chiariello non fugge, ma ecco l’altro inghippo: l’antenna non funziona! Il giornalista non demorde e chiede all’amico di procurargliene una d’emergenza. L’antenna arriva, e pure il trionfo azzurro. “Stasera Rafa ha scritto la Storia –conclude Chiariello riferendosi al tecnico del Napoli-, ed è entrato nella mia storia, quella del 16 aprile che mi cambia la vita e la salute: lo amo, perché lo sento vicino a me. Ci vediamo a Campania Sport”.
Il racconto di Chiariello è già un “cult” tra i tifosi del Napoli.