Aveva ricostruito il monastero di San Leonardo al Volubrio. Giovanni Paolo II lo definì “muratore di Dio“.
Il 24 maggio del 1971 Padre Pietro fece la scelta drastica di trasferirsi come eremita nel luogo diroccato, ai 1128 metri di altitudine, sopra le sorgenti del fiume Tenna. Da allora non ha mai interrotto la sua opera di ricostruzione partita da una ‘Forza Misteriosa’ che ha portato alla restituzione del monastero ai suoi antichi splendori, anche grazie all’aiuto di molti benefattori e volontari: aveva completato anche il campanile, restava nei suoi progetti la costruzione della propria sepoltura. Dopo il malore che lo aveva colpito il 20 novembre scorso, il ricovero d’urgenza all’Ospedale Torrette e la riabilitazione al Santo Stefano di Potenza Picena, era stato trasferito poco tempo fa nella RSA di Amandola dove riceveva continue visite dai tantissimi amici.
Adesso l’apertura della chiesa è garantita da un groppo di intimi che si impegnano a garantire l’accoglienza dei pellegrini e che hanno anche trovato un sacerdote per la Messa domenicale. Padre Pietro sarà sepolto nella cappellina dei francescani di Potenza Picena, vicino al fratello Isidoro, ance lui francescano, scomparso il 31 luglio scorso all’età di anni 93. Quella voce che nel 1965 lo aveva chiamato a ricostruire l’eremo, lo ha richiamato a se dopo tanti anni di lavoro e di presenza spirituale in mezzo ai Sibillini.