san lucido, replica degli autisti degli scuola bus

Non l’hanno certo presa bene gli autisti degli scuolabus di San Lucido, che oggi si sono ritrovati, loro malgrado. bersaglio di accuse di alcuni genitori, secondo i quali gli stessi autisti, avrebbero lasciato a piedi alcuni bambini. Tutto nasce dalla chiusura del plesso della scuola primaria di contrada Varco, (scuola già nota alla cronaca locale e non solo, per diverse questioni aspre ed amare che hanno fatto il giro di tutta la Provincia in un recente passato) sancita dal primo cittadino Roberto Pizzuti. Una struttura al centro di infinite polemiche mai sopite con certificazioni appurate in tempi passate, oggi contestate dalla giunta attuale che ne ha deciso la chiusura. Da qui, quei pochissimi bambini frequentanti, (per altro da sempre oggetto di contestate pluriclasse), trasferiti nel plesso centro, e scuolabus pronti a variare e prolungare il loro naturale percorso. Dunque in virtù dell’accaduto, genitori a modo loro “derubati” di una scuola, decidono e ritengono di utilizzare i mezzi di trasporto comunali, senza dover pagare la retta, in quanto “nessuno di noi, fanno sapere, ha chiesto o voleva che la struttura fosse chiusa o rimandata per lavori”. Che la scuola Varco avesse storicamente pecche, o cambiato denominazione giuridica, o vi fossero stati apposti sigilli poi rimossi, non potranno essere cancellate dalla memoria personale e burocratica; se oggi un sindaco ne decreti la chiusura o la sospensione, evidente ci saranno validi ma soprattutto “solidi” motivi; eppure da questo quadro particolare ed in fase di assestamento, non solo gli autisti degli scuolabus, solerti e scrupolosi nell’osservanza dei regolamenti, respingono con forza le accuse piovute loro delegittimando così il proprio operato, ma fanno altresì sapere, rivolgendosi a genitori informati a metà, che le casse comunali si mantengono e sostengono pagando ognuno il proprio, e contribuendo alla sopravvivenza dei servizi; il comune di San Lucido è noto come negli anni abbia sempre garantito il trasporto anche a quelle famiglie, ancora oggi morose nei confronti dello stesso ente.