Paola (Calabria) 11 febbraio 2015

paola, saverio osso

Saverio Osso, è un nome e cognome che per molti vorrà dire ben poco, ma per moltissimi altri, di significato ne ha parecchio, e pesa come un macigno su coscienze di amici parenti istituzioni medici e avvocati. “Un prestigioso salotto buono” di città, a cui in seconda sede si sono uniti politici delle più disparate correnti: tutti hanno lasciato che la tristissima storia di un uomo, che da ben 13 anni combatte contro tutti e tutto, finisse nel dimenticatoio; una lotta quotidiana per riappropriarsi della sua vita e suo malgrado della sua salute, o di quella che a febbraio 2015 ne rimane. Saverio paolano doc, da giovanissimo parte per New Yok in cerca di fortuna, e buon per lui ne fa tantissima, e quando nell’estate 2002 decide di far dei banalissimi esami del sangue presso l’ospedale di Paola, li inizia il suo calvario tuttora in corso. I risultati parlano di gravi malattie e patologie, che danno subito il via a terapie intensive e ricoveri. Ma c’è un dettaglio che di primo referto a medici ed infermieri sfugge. Saverio Osso nato a Paola il 9gennaio 1949, viene scambiato, cartelle esami e risultati, con Saverio Osso nato ad Amantea nello stesso mese e giorno ma del 1935. Il compianto amanteano decede da li a poco, lo sventurato paolano subisce cure non sue e terapie d’urto violentissime, e quando ci si accorge dell’immane errore è tardi. Alla sua escalation medico salutare distruttiva, (Saverio da alcuni mesi è anche affetto dal Parkinson), si era anche aggiunta la separazione dalla moglie. Resta solo senza averi e senza famiglia, si rivolge tramite lettere a Gasparri, Gentile, Scopelliti, Loiero, Corbelli Diritti Civili, ex sindaco di Paola Roberto Perrotta, e pare anche a quello attuale Ferrari, ed una lunghissima serie di assessori di ogni sorta, fino a scrivere a Giorgio Napolitano e Papa Francesco. Tutto correlato da denunce querele ed esposti verso la sanità calabrese. Presidente della Repubblica, Papa Francesco e diversi dei politici sopra citati, rispondendo all’amico Saverio, oggi in cura presso la casa serena ex Onpi di San Lucido, esprimevano massima solidarietà, di cui l’ennesima vittima di un pessimo servizio sanitario, ha ben poco di che farsene. Avvocati a rilento tribunali a rilento archiviazioni a raffica, oggi Saverio chiede giustizia e che il suo caso venga preso più seriamente e a cuore da chi ne sta decidendo una sorte segnata già 13 anni fa.