Napoli (Campania) 27 gennaio 2018

INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO 2018 A NAPOLI

INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO 2018
Napoli – Maschio Angioino, 27 Gennaio

Sono intervenuti: Giuseppe De Carolis Di Prossedi (presidente della Corte d’Appello di Napoli), Maria Rosaria Sangiorgio (rappresentante del CSM), Gemma Tuccillo (rappresentante del Ministero della Giustizia), Luigi Riello (procuratore generale della Corte di Appello di Napoli), Maurizio Bianco (presidente Consiglio Ordine Avvocati di Napoli), Giuseppe Cimmarota (rappresentante dell’ANM), Armando Rossi (vice coordinatore dell’Organismo congressuale forense), Margherita Morelli (presidente dell’European network assotiation of lay judges), Guido Picciotto (segretario della Camera Penale di Napoli), Francesco D’Antonio (membro CGIL coordinamento Giustizia), Ester Apolito (rappresentante della Federazione Nazionale Magistrati Onorari di Tribunale), Anna Esposito (rappresentante lavoratori giustizia), Luigi Viggiani (rappresentante Giudici di Pace), maria concetta Mazza (rappresentante dei direttori degli uffici giudiziari), Marco Esposito (avvocato), Roberto Rizzuti (segretario dell’Associazione tirocinanti giustizia Italia), Alessandro Fatatis (rappresentante Comitato idonei assistenti giudiziari), Claudia Guglielmo (rappresentante Confintesa funzione pubblica), Elena Renzullo (rappresentante Associazione vittime della strada).

RELAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA CORTE, Giuseppe De Carolis di Prossedi
Buongiorno a tutti Benvenuti
Allora innanzitutto saluto e ringrazio per la loro presenza tutti gli illustri e graditi ospiti in particolare sua Eminenza il cardinale Sepe che ci è sempre vicino anche quest’anno ha voluto celebrare per noi la santa messa.
Ci ha Benedetto a nome del Papa cosa di cui ci ha fatto molto piacere e che quindi sentiamo il bisogno.
Poi saluto i rappresentanti del Consiglio Superiore della Magistratura, del ministero dalla giustizia, le autorità civili e militari, le forze dell’ordine, la stampa gli avvocati, i colleghi e tutto il personale amministrativo.
Quest’anno per la prima volta dopo molto tempo non è stato possibile celebrare questa cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario nella tradizionale cornice di Castel Capuano luogo carico di memoria simbolo d’una giustizia a Napoli.
Essendovi attualmente in corso dei necessari lavori di ristrutturazione che speriamo restituiranno in tutto il suo splendore al mondo dalla giustizia napoletana e a tutta la città quello storico edificio che anche grazie agli sforzi dalla Fondazione Castel Capuano attualmente presieduta con passione dal mio predecessore Antonio Buonajuto.
Sarà auspicabilmente anche per il futuro sempre al centro di iniziative che riguardano la giustizia e non solo.
E sarà sempre più utilizzato anche dalla scuola superiore dalla magistratura come sede per lo svolgimento di corsi di formazione dei magistrati.
Al giusto rammarico per la forzata interruzione di una lunga tradizione si accompagna tuttavia il compiacimento per la possibilità per la quale ringrazio il sindaco di Napoli di celebrare questa cerimonia all’interno di questo magnifico castello che è anch’esso un simbolo dalla città di Napoli e che costituisce anch’esso una splendida cornice per questo evento con il quale il mondo della giustizia napoletana si apre alla città.
Che di giustizia ha più che mai bisogno rendendo conto alla cittadinanza di quanto si è fatto nello scorso anno e di quanto c’è da fare per il futuro.
Come di consueto mi limiterò in questa sede a tracciare un quadro generale dell’andamento dalla giustizia nell’intero distretto nell’anno trascorso.
Partendo dai dati raccolti dall’ufficio statistico Della Corte che potranno essere poi esaminati in dettaglio nelle tabelle allegate alla presente relazione e nelle sintesi delle relazioni alta redatte per ciascun ufficio del distretto dai rispettivi presidenti
Dal confronto con le altre corti d’appello d’Italia risulta che anche quest’anno la corte d’appello di Napoli con riguardo al numero di procedimenti definiti nello scorso anno giudiziario e al primo posto per i procedimenti penali ben dodici mila trecentoquarantatre.
Di cui ben cento e quattro processi di assise a fronte dei sessantotto di Roma e dei cinquantasei di Milano.
Ed è anche al secondo posto dietro Roma per i procedimenti civili.
Ben diciassette mila settecentosessanta di qui nove mila quattrocentonovantasette della sezione lavoro.
Che anche quest’anno ha dimostrato una rilevante produttività riducendo ulteriormente la pendenza di oltre il sedici per cento.
Per quanto riguarda invece la situazione complessiva del distretto va evidenziata per il settore civile una riduzione delle pendenze.
Sia per la corte d’appello che è passato nell’ultimo anno da cinquantatre mila centotrentacinque a quaranta mila quattrocentotre processi pendenti pari a poco più del sette per cento in meno.
Sia per il complesso dei tribunali del distretto che sono passati da duecentodiciotto mila ottantatre a duecentoquattordici mila settecento cinque cinquanta processi pendenti pari a circa l’uno e cinquanta per cento in meno.
Tutti i tribunali del distretto registro del resto un trend positivo in questo senso fatta eccezione per il tribunale di Napoli nord.
Eppure avendo definito ben due ventidue mila cinquecentosessantasei procedimenti a causa di una sopravvenienza di ventisette mila quattrocentocinquantuno nuovi processi e di gran lunga la più alta del distretto dopo quella di Napoli.
Aumentato la pendenza di oltre venticinque per cento passando da diciannove mila cinquecentodiciotto a ventiquattro mila quattrocentotre processi pendenti.
Nel settore penale invece la pendenza è complessivamente aumentata per la corte d’appello dove si è passati da quarantatré mila centosettantadue a quarantacinque mila trentasei processi pendenti pari al quattro per cento in più.
Principalmente a causa dall’aumento significativo dalla sopravvenienza passata da undici mila cinquecentottantatre i processi avvenne quattordici mila trecentocinquantasette processi pari al ventiquattro per cento in più.
Particolarmente grave appare la situazione dalla corte d’assise d’appello che pur avendo definito come si è detto ben cento e quattro processi appunto affronto dei sessantotto di Rohmer e dei soli cinquantasei di Milano.
Ha però visto aumentarla propende in sé del sette per cento da duecentoquarantasette a duecentosessantaquattro processi a fronte dei trentanove di Roma degli appena trentacinque di Milano.
A causa di una sopravvenienza di ben centoventuno processi che rispetto ai sessantatré di Roma e cinquantuno di Milano sono più del doppio risulta invece in netta controtendenza la sezione minorenni in cui la pendenza di procedimenti penali a carico di imputati minori è diminuita di oltre il cinquanta per cento passando da duecentoventicinque accette quattro processi.
Va peraltro considerato il dato positivo che la percentuale di procedimenti penali definiti con declaratoria di estinzione del reato per prescrizione si è sensibilmente ridotta da oltre il trentanove per cento al ventisette virgola sei per cento.
E diminuita la pendenza complessiva dei tribunali del distretto passati da centodiciannove mila quattrocentoquindici a centoquattordici mila trecentodue procedimenti pendenti pari a quattro virgola ventotto per cento in meno.
Anche nel settore penale appare in evidente sofferenza del tribunale di Napoli Nord che risulta però ma intanto notevolmente la pendenza.
Nel quarantotto e quarantadue per cento per i processi collegiali.
E addirittura del novantuno virgola nove per cento per i processi monocratici soprattutto a causa di un significativo aumento dello sopravvenienza che per il dibattimento monocratico con cinque mila cinquecentottantotto processi risulta essere la più alta del distretto dopo Napoli.
Per quanto riguarda il tribunale dei minorenni risolto ma intatta del dieci per cento la pendenza di procedimenti nel settore civile.
Mentre risulta complessivamente diminuita nel settore penale soprattutto per il dibattimento che registra una riduzione de la pendenza di oltre il trenta per cento da centottantadue a centoventisei.
E una riduzione ancora maggiore della sopravvenienza pari al quarantanove per cento da quattrocentocinquantuno a duecentotrenta.
Risulta invece aumentata dell’otto per cento la pendenza dei procedimenti nel tribunale di sorveglianza di Napoli mentre risulta ridotta sia pure di poco in tutti gli uffici di sorveglianza del distretto incluso quello di Napoli.
Sono ulteriormente diminuiti in modo significativo i procedimenti iscritti presso le Procure della Repubblica del distretto.
Nei confronti di imputati noti per reati ordinari di quindi del quindici di circa il quindici per cento sono diminuite metteteci sono aumentate per i reati di competenza del della Direzione distrettuale antimafia perché sono saliti di oltre l’otto per cento.
Infine significative la riduzione almeno ventiquattro per cento dei procedimenti scrissi presso la Procura presso il Tribunale dei minorenni che sono passati da due mila cinquecentoquaranta dai tre mila trecentoquarantaquattro dell’anno precedente.
Per quanto riguarda invece l’andamento dei reati commessi nel territorio di Napoli e provincia dei dati interforze forniti dalla Questura di Napoli deve fortunatamente registrarsi una riduzione di oltre l’otto per cento del numero complessivo dei delitti commessi a Napoli e provincia.
Passati da centotrentasei mila cinquecentosessantaquattro dell’anno due mila sedici a centoventicinque mila duecentosettantasette dell’anno due mila diciassette.
In particolare risultano diminuiti in modo significativo di oltre quaranta se aperte per cento gli omicidi volontari consumati passati da sessantatre a trentatre di cui ventisei legati alla criminalità organizzata rispetto ai quarantuno dell’anno precedente.
Mentre sono rimasti sostanzialmente invariati i tentati omicidi passati da cento a centotrenta.
Sono inoltre sensibilmente diminuite le rapine passati da sei mila seicentodieci a cinque mila cinquecento a cinque mila cinquecentoventitré in particolare sono molto diminuite quelle consumate sulla pubblica via passate da cinque mila e otto a quattro mila e quindici le estorsioni sono passate da settecentoventidue a seicentotrentadue i furti che sono passati da settanta mila trecentoventinove a sessantacinque mila seicentosettantatré le ricettazioni.
Le associazioni per delinquere semplici e quelle di tipo mafioso che sono passate da ventitre a quindici infine i sequestri di persona passati da sessantotto sessantadue e anche le violenze sessuali passate da centosettantadue a centoquaranta.
E anche i reati di sfruttamento della prostituzione pornografia minorile che sono passati da seicentosei da sessantasei a cinquantuno.
In pratica in pratica tutti i delitti più gravi sono diminuiti sensibilmente di numero.
Fatta eccezione per i reati relativi alle sostanze stupefacenti che sono aumentati da mille ottocentocinque due mila undici le usure che sono passate da ventotto trentadue quindi più o meno sostanzialmente uguali.
E gli incendi invece che hanno avuto un incremento significativo perché sono passati da duecentonovantaquattro a trecentoventidue in particolare quelli boschivi che sono passati da trenta cinquantadue con un aumento di oltre il settantatré per cento e sono stati parte un’emergenza di quest’anno soprattutto questo è stato.
Nonostante l’obiettivo è significativa riduzione dei delitti più gravi e in particolare di quelli predatori che hanno maggiore impatto sull’opinione pubblica restano però altri l’allarme sociale e la percezione di insicurezza dei cittadini.
In particolare resta alto l’allarme sociale per la presenza nel territorio del distretto soprattutto nelle province di Napoli e Caserta i numerosi organizzazioni camorristiche spesso in feroce lotta tra loro e talvolta scosse anche da faide interne tra appartenenti allo stesso clan.
Per assicurarsi il Parlamento predominio nella gestione delle attività illecite.
E in particolare del traffico di sostanze stupefacenti e le estorsioni in danno di attività commerciali imprenditoriali e anche gli ingenti profitti economici da esse derivanti peraltro nelle file delle predette organizzazioni camorristiche militano sempre più giovani attirati dal miraggio di facili di immediati guadagni che mirano a raggiungere posizioni apicali nell’ambito delle organizzazioni criminali approfittando talvolta dell’arresto dei vecchi capi da parte delle forze dell’ordine.
E si è purtroppo ulteriormente diffuso il pericoloso fenomeno delle cosiddette stesse.
Scorribande seguita a bordo di motocicli sparando all’impazzata finalizzate all’ostentare il controllo del territorio sia nei confronti degli abitanti della zona
Se nei confronti delle organizzazioni rivali che talvolta hanno causato anche il ferimento di persone innocenti che per esempio per caso si trovavano affacciati a un balcone.
Notevole allarme sociale hanno suscitato anche recenti episodi criminosi di particolare gravità.
Succedutisi in un breve arco temporale che hanno visto come protagonisti dei giovanissimi faticano giustamente scosso l’opinione pubblica e che hanno avuto una notevole risanata risonanza mediatica anche per la giovane età degli autori e delle vittime di reati in questione.
Mi riferisco in particolare al fenomeno delle cosiddette baby gang composte da branchi di ragazzini che per motivi più o meno futili hanno posto in essere gli ultimi tempi gravi aggressioni nei confronti dei loro coetanei.
Si tratta purtroppo di un fenomeno non nuovo ma che come si è detto assunto negli ultimi tempi connotazione di particolare gravità
Quasi una sorta di evoluzione criminale del bullismo.
E che quindi non può essere sottovalutato ma deve essere giustamente oggetto di grande attenzione da parte di tutte le istituzioni
Come appunto avvenuto anche in un recente incontro in Prefettura tre ministro dell’interno alle forze dell’ordine e i vertici degli uffici giudiziari minorili del distretto Cauto oggetto proprio tale fenomeno e le strategie per contrastarlo.
Va tuttavia evidenziato fidati come sopra elencati attestano che si e procedimenti pendenti e quindi sopravvenuti dinanzi a tutti gli uffici minorili
E in particolare presso la sezione minorenni dalla corte d’appello il tribunale dei minorenni e la Procura della Repubblica presso detto tribunale sono diminuiti in modo sensibile.
Ciò significa da un lato che dal punto di vista della depressione gli uffici giudiziari in questione hanno fatto la loro parte definendo più processi di quelli sopravvenuti e dall’altro che i procedimenti per reati commessi da minorenni sono complessivamente diminuiti di numero.
Forse anche perché sono diminuiti i minori in quanto a Napoli come nel resto d’Italia si è alzata l’età media tra la popolazione a causa l’abbassamento degli indici di natalità a una riduzione quantitativa dei reati minorili si contrappone però come si è detto un aumento da la gravità e della pericolosità sociale degli episodi criminosi che vedono protagonisti minori.
Soprattutto per le modalità in cui si sono verificati colpendo apparentemente a caso in tutte le zone dalla città e con un tasso di violenza sproporzionato ai danni dell’altrettanto giovani vittime.
L’azione repressiva pur lodevole incisiva delle forze dell’ordine e quelle dalla magistratura che come si è detto vi è stata ancorché necessarie non sono però da sole sufficienti a contrastare la devianza minorile e fenomeni come quello delle baby gang.
Ma devono essere accompagnate da un’efficace azione preventiva a tutto campo.
Da un lato è necessario un controllo sempre maggiore del territorio da parte delle forze dell’ordine in modo da far sentire a questi ragazzi la presenza dall’autorità e far venir meno il loro il senso di impunità.
Dall’altro sono altrettante necessari interventi di natura sociale e culturale è una forte azione educatrice sia da parte delle scuole che delle altre pubbliche istituzioni.
Con il coinvolgimento dei genitori delle famiglie per sradicare questa cultura dalla violenza e dalla sopraffazione che sembra aver fatto breccia in questi ragazzi diffondendosi anche attraverso i social network e generando fenomeni di emulazione.
E sostituirla invece con una cultura della legalità della legalità e della solidarietà.
In tale ottica appare molto importante in funzione preventiva la lotta alla dispersione scolastica condotta d’intesa con l’autorità scolastica anche dalle forze dell’ordine.
E sotto questo profilo deve essere segnalata per positivamente l’azione esercitata dall’Arma dei carabinieri di cui si dà conto all’allegata relazione trasmessa dal Comando Regione Campania.
Da cui emerge che si è proceduto al controllo di ottocentottanta istituti scolastici si sono organizzati quattrocentosessantatre incontri presso questi istituti e anche presso le parrocchie e quale no partecipato quarantatré mila centosessantasei studenti.
Particolarmente importante per richiamare i genitori alla loro doverosa insostituibile responsabilità educativa intervenendo tempestivamente incisivamente in quei casi in cui gli stessi per varie ragioni si sottraggano tale compito.
E a tal fine è altrettanto importante che l’autorità giudiziaria minorile deputata al controllo del corretto esercizio dalla responsabilità genitoriale.
Venga tempestivamente informata dall’istituzione scolastica dei servizi sociali dalle forze dell’ordine e anche dagli altri da tutti gli altri uffici giudiziari del distretto con i quali è necessaria una sempre maggiore sinergia su questo tema.
Non solo dei casi dispersione scolastica ma in generale di tutte quelle situazioni familiari problematiche che incidono negativamente sull’educazione di minori.
In modo da poter intervenire con efficace per prevenire fenomeni di devianza minorile passando all’analisi dei dati.
Come sopra evidenziati emerge che l’andamento complessivo dalla giustizia del distretto è sostanzialmente positivo ma vi sono due uffici segnatamente la Corte d’Appello del Tribunale di Napoli nord che presentano situazioni di maggiore sofferenza la situazione critica della corte di appello è particolarmente grave se la si guarda in un’ottica di sistema.
Perché costituisce il terminale del lavoro dell’intero distretto per cui l’obiettiva difficoltà per te l’ufficio di smaltire l’enorme mole di processi arretrati di sopravvenienze vanifica di fatto il lavoro di tutti i brani del distretto.
Non ha senso infatti continuano a pronunciare la sentenza di primo grado se poi una volta appellate sono destinate ad accumularsi per anni negli armadi della corte di appello senza che si riesca a farla diventare definitive esse inoltre una volta divenute definitive non si riesce ad eseguirle
è evidente infatti che se non si riesce a fornire il prodotto finito costituito dalla sentenza eseguita l’intero sistema gira a vuoto.
Lo scorso anno le maggiori criticità presentate dalla corte d’appello erano costituite per il settore civile dall’alto numero di procedimenti pendenti ultra biennale e come tali suscettibili di generare richieste di equa riparazione ai sensi della cosiddetta legge Pinto.
Con conseguente danno per l’erario e per il settore penale dall’alta percentuale di procedimenti definiti con declaratoria di estinzione del reato per intervenuta prescrizione e dall’enorme numero di sentenze definitive giacenti danni in attesa di esecuzione.
Non potendo contare in tempi brevi su risorse umane aggiuntive si sono adottati modelli organizzativi Doni se non a risolvere almeno da attenuare tali reciti tali criticità.
Per il settore civile si è proceduto ad una radicale modifica dell’assetto tabellare previgente in modo da ridurre il notevole squilibrio esistente nelle pendenze delle sopravvenienze delle singole sezioni.
Rafforzare quelle aree quelle sezioni in cui si concentravano maggiormente le pendenze di cause più risalenti nel tempo.
In particolare si è riequilibrato il numero dei componenti delle sezioni in modo che ciascuna di esse fosse composto da almeno cinque consiglieri più un presidente come previsto dall’ordinamento giudiziario dalla circolare del Consiglio superiore sulla formazione delle tabelle.
Sì suddiviso il settore civile in tre macroaree ciascuna con una propria specializzazione individuando nel contempo una materia per responsabilità extracontrattuale una materia comune idonee a consentire l’equilibro delle assegnazioni tra le varie sezioni.
Si è proceduto ad una pesatura dei processi relazionerà diverse materie trattate utilizzando a tale scopo il modulo di assegnazione del sistema ministeriale SICID.
Prevedendo un riequilibrio delle assegnazioni su base trimestrale escludendo periodicamente dall’assegnazione dalla materia comune le quattro sezioni su nove complessive credo ricevute in assegnazione dei tre mesi precedenti maggior carico di cause valutato non solo quantitativamente ma anche ponderatamente.
Infine si è proceduto all’assegnazione dei giudici ausiliari principalmente a quelle sezioni che presentavano l’arretrato più risalente nel tempo
Per il settore penale si è scelto col programma di gestione di concentrarsi maggiormente sulla trattazione di quei procedimenti suscettibili di essere definiti prima della scadenza del termine di prescrizione.
Riducendo in tal modo sensibilmente la percentuale di procedimenti penali definiti con decreto l’estinzione del reato per prescrizione da oltre il trentanove per cento come si è detto al ventisette virgola sei per cento.
Quanto al problema dell’esecuzione delle sentenze penali si è dato vita a un programma straordinario di intervento finalizzato allo smaltimento delle norme arretrato di sentenze passate in giudicato da eseguire nei confronti di imputati liberi.
Che danno a ricordarmi condizione materiale effettuato manualmente dal personale di cancelleria.
Considerato che tale dato non emerge da registi informatici risultano ammontare al netto delle sentenze di prescrizione di assoluzione a circa dodici mila centootto sentenze molte delle quali nei confronti di più imputati.
Tale ingente arretrato Giannone rilevato pochi mesi dopo il mio insediamento quale presidente della corte e comunicato al Consiglio superiore della magistratura dal ministro dalla giustizia.
Nonché evidenziato nella relazione per l’inaugurazione dello scorso anno giudiziario si era creato negli anni passati principalmente perché le singole sezioni penale di cancelleria oberate da ingenti carichi di lavoro ed adempimenti aventi stretti tempi di scadenze.
Riuscivano a malapena a dare esecuzione alle sentenze nei confronti di imputati già detenuti.
E tendevano a tralasciare quelli nei confronti di imputati liberi in relazione alle quali non vi erano stringenti i termini di scadenza.
Come ho già avuto di dire di l’occasione di dire affrontare il problema dalla mancata esecuzione delle sentenze penali di condanna costituisce a mio avviso una priorità assoluta.
Sia per non vanificare il lavoro di tutti i magistrati del distretto in servizio nel settore penale.
Sia per gli evidenti riflessi sull’ordine pubblico derivanti dalla mancata esecuzione delle pene inflitte con le predette sentenzia decine di migliaia di imputati per reati anche gravi e dalla mancata iscrizione delle condanne del casellario giudiziale.
Con la conseguenza che i condannati continuano a risultare incensurati e possono fruire più voti legittimamente del beneficio dalla sospensione condizionale della pena in caso di ulteriore condanne.
Mentre paradossalmente si conti non emettere misure cautelari detentive magari nei confronti delle sì sì imputati per reati per i quali non sono stati ancora condannati e godono quindi della presunzione di innocenza.
Pertanto è stato il predisposto un programma straordinario di intervento articolato nel modo seguente:
Si è creata una task force per la lavorazione per evitare di tutti i fascicoli arretrati risultanti da ricognizione materiale.
I procedimenti vengono lavorati per anno di definizione partendo dall’anno più vecchio il personale della corte e personale amministrativo intendo in regime di lavoro straordinario e lavorando anche nella giornata di sabato cura tutte le attività necessarie assicurarlo esatta esecuzione della sentenza passata in giudicato.
Cioè basta dire estratti esecutivi per la procura competente reperti.
Fuga d’iscrizione al casellario foglio notizie eventuale registrazione dalla sentenza comunicazione alla Procura per eliminazione del carico pendente per i processi in gestione Siris correlazione dell’attività certificato sulla sentenza originale sul prezzo dalla copertina.
Un questo la stessa task force in soli dieci mesi interamente lavorato mille settecentoquattro quarantacinque fascicoli relativi a sentenze di condanna a carico di imputati liberi.
Si è poi creato un unità maxi processi perché anche i maxi processi da eseguire era un numero spropositato circa ottocento.
Questa unità composta di due unità di personale della corte esperto lavorazione dei processi particolarmente complessi che durante l’orario di servizio lavori fascicoli per anche qua per annerire finzione partendo dal più vecchio salvo particolare urgenza valutata caso per caso.
Anche in questo caso in tutte le attività vengono compiuti tutti gli adempimenti per assicurare l’esatta esecuzione dalla sentenza e questa struttura a interamente lavorate in pochi mesi ben centosettantasette maxi processi.
Sì sono questo giusto stipulato delle convenzioni con i tribunali del distretto.
Per lavorazione dei fascicoli definiti in sede di appello e con sentenza di forme conferma della sentenza del tribunale sottoscrittore dalla convenzione.
I fascicoli oggetto da come ce ne sono lavorati interamente dal personale del tribunale sottoscrittore funzionalmente applicato presso la Corte di appello però con permanenza nella sede di appartenenza e secondo le modalità di quella convenzione al protocollo di attuazione.
Con questo sistema il Tribunale di Nola che sottoscritto da convincere dall’anno due mila e diciassette ai interamente lavorato duecento fascicoli con sentenze di condanna a carico di imputati liberi.
Vi è stata per una una riorganizzazione generale del settore penale amministrativo l’istituzione di un ufficio centralizzato permanente dell’esecuzione per esecuzione delle sentenze di condanna a carico di imputati liberi per risolvere in radice il problema in modo strutturale.
L’ufficio che finora da pochi mesi ha cominciato a lavorare praticamente la fine di ottobre ha già lavorato cinquecentosettanta processi.
Ci siamo avvalsi poi di una convenzione con la regione Campania che ringrazio insomma per questo.
E i tirocinanti tra Regione assegnato al settore penale nell’ambito degli obiettivi formativi guidate monitorati collaborano nella predisposizione all’attività necessaria all’esecuzione delle sentenze di prescrizione in giacenza in quanto ritenute meno meno urgenti e all’archiviazione del relativo fascicolo.
Complessivamente quindi nell’anno due mila e diciassette risultano interamente lavorati due mila seicentonovantadue fascicoli.
Dico come si è detto centosettantasette maxi processi e duecento da parte del Tribunale di nove in convenzione e dall’inizio dell’attività sono stati interamente lavorati oltre tre mila fascicoli dando modo agli uffici requirenti del distretto di dare corso all’esecuzione delle relative sentenze di condanna.
Si tratta di un risultato molto lusinghiero e al di là delle aspettative.
Per il raggiungimento del quale devo ringraziare pubblicamente tutto il personale amministrativo che ha partecipato a tale programma sacrificando anche parte del proprio tempo libero sottraendolo alle famiglie in particolare ringrazio la dottoressa Marcella De Masi che la coordinatrice amministrativa del settore penale della Corte.
Ringrazio molto il Presidente del Tribunale di Nola che ha sottoscritto la predetta convenzione ed ha già dato attuazione e anche i presidenti di Tribunale di Napoli Nord Ettore Nunziata che hanno anche sì sottoscritto questa sulle convenzioni e si apprestano a darne attuazione.
Nonché i dirigenti amministrativi dei redditi tribunali per la sensibilità e lo spirito di squadra dimostrati.
Auspico che analoghe convenzioni siano sottoscritte anche dei presidenti degli altri tribunali del distretto nell’interesse comune della giustizia.
Nel corso dell’anno giudiziario trascorso hanno avuto luogo poi numerosi incontri interlocuzioni con gli esponenti apicali del ministero dalla giustizia che ringrazio vivamente per la disponibilità dimostrata.
Al fine di individuare delle strategie per fronteggiare gravi problemi da cui è afflitta da anni la corte d’appello di Napoli.
Incontri che sono stati estesi anche la corte d’appello di Roma che presenta anche se gravi criticità.
Basti dire che la somma delle pendenze delle predette corte di Napoli e Roma costituisce circa un terzo dell’intera pendenza nazionale.
All’esito di tale incontro è stato deciso di aumentarla pianta organica dalla corte d’appello di Napoli di sette posti di consigliere convertendo altrettanto posti di magistrato distrettuale che sono stati corrispondentemente soppressi.
Tale aumento di organico ha consentito di aumentare di una unità la sezione civile che presentavano arretrato più risalente nel tempo e consentirà di creare un nuovo collegio penale è una nuova sezione di assise di appello.
Per la istituzione dalla quale è già stata fatta la necessaria richiesta ministro dalla giustizia ed è già stato rilasciato il parere favorevole del Consiglio giudiziario e della settima commissione del Consiglio superiore dalla magistratura.
La nuova sezione di Corte d’Assise si rende necessaria per fronteggiare l’arretrato di cui ho parlato di ben duecentosessantaquattro processi.
E come se già evidenziato si è creato nonostante la notevole mole di processi definiti in conseguenza della rimati sopravvenienza che quest’anno è arrivata a ben centoventuno processi di assise.
E per uscire finalmente da trattare in tempi ragionevoli anche i processi con imputati a piede libero in particolare i processi ritornati dalla Cassazione a seguito di annullamento con rinvio.
E quelli in cui di appello del pm che attualmente non si riesce a fissare tempestivamente dovendosi dare necessariamente la priorità ai numerosi processi con imputati detenuti.
Devo adesso affrontare il nodo dalla carenza di personale amministrativo che ha costituito finora il principale collo di bottiglia del sistema.
Non posso non dare atto all’attuale ministro dalla giustizia ai suoi collaboratori di essere riusciti a varare, svolgerà in tempi molto stretti un concorso per assumere nuovo personale amministrativo negli uffici giudiziari che non veniva bandito da circa vent’anni.
Determinando in tal modo una netta inversione di tendenza rispetto al passato.
Ciò ha comportato l’immissione anche negli uffici del distretto di persone giovani preparato e motivato di cui si sentiva realmente bisogno.
E in particolare di centoquaranta tre assistenti assunti quali vincitore del predetto concorso all’interno del distretto e di ventuno funzionari assunti per scorrimento graduatoria.
Quindi se da un lato non possiamo non accogliere con soddisfazione la copertura di un così consistente numero di posti vacanti nel distretto dall’altro però mi corre l’obbligo di evidenziare.
Che lo Stato purtroppo permane il problema della assoluta inadeguatezza delle piante organiche del personale amministrativo di alcuni uffici del distretto e in particolare dalla corte d’appello e del tribunale di Napoli nord.
Rispetto ai carichi di lavoro problema che potrebbe essere risolto in maniera definitiva solo con una seria revisione delle piante organiche stessi.
Basta un semplice confronto tra le piante organiche del personale amministrativo e quello dei magistrati per ciascun ufficio per rendersi conto dei gravi squilibri esistenti tra i diversi uffici ed è l’assoluta irrazionalità nell’allocazione delle risorse umane.
Se consideriamo l’intera pianta organica complessiva degli uffici giudicanti del distretto possiamo verificare che il rapporto fra la pianta organica del personale amministrativo e quella dei magistrati e di circa due virgola ottantanove.
In pratica ci sono in organico in tutto il distretto meno di tre dipendenti amministrativi per ciascun magistrato.
Non possiamo non rimarcare che in uffici gli altri distretti con carichi di lavoro meno pesanti e contesti ambientali meno problematici il rapporto tra il personale amministrativi magistrati e molto più favorevole con quattro cinque stavolta anche sei dipendenti amministrativi per ogni magistrato.
Ma anche all’interno di questo stesso distretto si registrano squilibri evidenti tra le piante organiche dei singoli uffici.
Si passa infatti la situazione più favorevole del Tribunale di Benevento che ha quattro su quattro virgola venticinque dipendenti per ogni magistrato cioè centoquarantanove dipendenti per soli trentacinque magistrati.
A quella nettamente più sfavorevole dalla corte d’appello che ha solo uno virgola sessantadue dipendenti per ogni magistrato.
Cioè duecentocinquantatre dipendenti per centocinquanta sei magistrati e che scende addirittura all’uno virgola ventinove virgola tre per cento
Se a tre magistrati si considerano anche i quaranta giudici ausiliari che quasi poco una tutti gli effetti funzioni giudicanti in appello per quanto riguarda gli altri librai disse che i rapporti sono i seguenti molto diversi tra loro.
Per dire Avellino che ha quasi quattro dipendenti mensili per ogni magistrato centoquarantanove dipendenti amministrativi per trentotto magistrati.
Napoli nord c’ha meno di due dipendenti c’è uno virgola ottanta quindi solo centoquarantasei dipendenti perbene ottantuno magistrati.
Santa Maria Capua Vetere circa tre dipendenti per ogni per ogni magistrato quindi ha ben duecentosettantacinque dipendenti amministrativi per ottantanove magistrati.
Torre Annunziata più o meno viaggia sul tre virgola oltre il tre per cento, Nola invece al due virgola sessantadue per cento quindi un rapporto più sfavorevoli centoventuno dipendenti per cinquanta magistrati.
Attorno a questi dati deve aggiungersi che almeno un terzo del personale amministrativo dalla Corte di appello e sottratto lo svolgimento delle attività strettamente giurisdizionale.
Perché chiamato a svolgere compiti amministrativi che sono propri soltanto delle corti d’appello nell’interesse dell’intero distretto e che gli altri uffici giudiziari non hanno il settore amministrativo dalla Corte di Appello infatti ricomprende tutte quelle attività generali che afferiscono all’intero distretto e in particolare il consiglio giudiziario.
Che ha competenza su tutti i magistrati del distretto il Collegio di garanzia elettorale l’ufficio elettorale particolarmente impegnato in occasione delle consultazioni elettorali.
La gestione degli esami per l’abilitazione all’esercizio la professione forense la gestione anticipazione liquidazione delle spese di giustizia la gestione liquidazione delle spese di funzionamento dell’intero distretto la liquidazione dell’indennità ex legge Pinto.
L’ufficio statistico distrettuale l’ufficio dà la formazione decentrata.
L’ufficio distrettuale dell’innovazione.
Le fa la voce competenze in materia di spese attinenti alla gestione dell’immobile in cui hanno sede gli uffici giudiziari del distretto con particolare riferimento alle competenze la conferenza distrettuale reale delle coordinamenti attribuite dal ministero dalla giustizia al Presidente Della Corte.
Attività che in precedenza erano svolte da tecnici comunali ingegneri architetti e geometri degli uffici tecnici dei Comuni e che richiedono competenze tecniche il personale la corte non poteva vivere e che ha dovuto acquisire sul campo in tempi brevi e con encomiabile impegno.
Del resto va considerato che la pianta organica del personale amministrativo dalla Corte d’appello è rimasta invariata nonostante la riforma del giudice unico ormai datata.
Che con l’accorpamento delle preture di tribunali ha più che raddoppiato la sopravvivenza dei processi di secondo grado.
E ha comportato tra l’altro la creazione di una sezione lavoro dalla Corte di appello composto da ben trenta magistrati che prima non c’era e che per di più nel distretto di Napoli è stato creato il nuovo Tribunale di Napoli uno di dimensioni medio-grandi aumentando ulteriormente la sopravvenienza in appello
Risulta quindi del tutto evidente che purtroppo la pianta organica del personale amministrativo dalla Corte d’appello.
Che peraltro anche la dopo l’arrivo degli otto assistenti giudiziari vincitori di concorso e di un funzionario per scorrimento narratori a mantiene comunque la scopertura del diciassette per cento.
E attualmente assolutamente inadeguata rispetterà così carichi di lavoro ai numerosi compiti di chiamata a svolgere e questa inadeguatezza si deve balla sull’efficienza competitiva del sistema giustizia nell’intero distretto.
Analogo discorso va fatto per il tribunale di Napoli nord che come si evince dai dati allegati sia nel settore civile che nel settore penale dibattimentale risulta avere la più alta sopravvenienza dopo il tribunale di Napoli.
Eppure una pianta organica di magistrati sensibilmente inferiori a quelle del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ottantuno rispetto a ottantanove è una pianta organica del personale amministrativo di appena centoquarantasei unità.
Come modesto meno di due dipendenti per ogni magistrato affronto delle duecentosettantacinque di Santa Maria Capua Vetere inferiore anche aTorre Annunziata, Avellino e Benevento che pure hanno un pianta organica di magistrati notevolmente inferiori e rispettivamente cinquanta trentotto e trentacinque.
In tali condizioni non stupisce che la pendenza del tribunale di Napoli nord sia salendo vertiginosamente e sono entrata quest’anno di oltre venticinque per cento complessivamente per il settore civile.
Del trentasei per l’ottantacinque per cento del settore lavoro per quanta due virgola due per cento per il dibattimento penale collegiale del quarantasette virgola otto per cento per la sezione GIP-GUP e addirittura del novantuno virgola nove per cento quasi raddoppiata per il dibattimento penale monocratico vanificando in tal modo in poco tempo il beneficio dalla partenza carico zero.
Anche in questo caso quindi risulta del tutto evidente che in mancanza di un consistente aumento quanto meno la pianta organica del personale amministrativo che peraltro anche dopo l’arrivo di dipendenti vincitori di concorso mantiene ancora una scopertura del ventidue per cento a Napoli nord
Il tribunale di Napoli lo senza questo un momento dalla pianta organica non è in grado di funzionare correttamente ed è destinato aumentare ulteriormente la pendenza.
Cioè particolarmente grave considerato nei tribunali questioni incise su un circondario che vede una presenza della criminalità sia comune sia soprattutto organizzata tra le più alte d’Italia.
E che si tratta di un tribunale di recente istituzione con lo scopo dichiarato di costituire un presidio di legalità in un’area tormentato dalla criminalità
Devo dare atto al presidente al dirigente amministrativo di Napoli nord con i quali sono stato costantemente in contatto fidarmi finalmente di amento di avere da tempo in più occasioni lanciato accorati allarmi sulla drammatica situazione del tribunale lavoro diretto.
E sull’evidente sottovalutazione dei flussi delle sopravvenienze.
In ordine alla quale forse paradossalmente risultata fuorviante proprio la partenza carico zero.
In attesa di una seria revisione di un consistente aumento delle piante organiche del personale amministrativo dalla Corte di Appello di Napoli e del tribunale di Napoli nord.
L’unica possibilità per fronteggiare le predette situazioni di assoluta emergenza che affliggono i predetti uffici giudiziari.
Eventualmente ed eventualmente altri uffici del distretto e per cercare di ovviare i gravi squilibri esistenti tra le piante organiche è stata finora l’utilizzo dello strumento dall’applicazione pendodistrettuale.
Del personale amministrativo che rientrano i poteri e la responsabilità esclusiva del presidente dalla Corte di appello.
A tal fine è stato costruito presso la presidenza e la corte un ufficio applicazioni composto dal sottoscritto e da due consiglieri di gabinetto
è stato avviato un programma per il monitoraggio costante delle risorse umane dell’intero distretto onde provvedere il più appropriata appropriatamente nel modo più trasparente possibile sulle numerose richieste di applicazione.
E sono stati svolti numerosi incontri sia con i presidenti dirigenti amministrativi degli uffici interessati sia con i rappresentanti sindacali del personale amministrativo.
E chiaro che le applicazioni non possono risolvere in modo definitivo il problema dell’inadeguatezza delle piante organiche trattandosi di provvedimenti per loro natura contingenti e temporali.
E peraltro dotare vari provvedimenti costituisce un compito impegnativo e talvolta sgradevole considerato che la coperta sempre troppo corta
Ma è un compito al quale non posso sottrarmi perché su di me ricada la responsabilità dell’efficienza non solo d’ufficio dalla Corte di Appello ma dell’intero distretto.
Il principio ispiratore di ogni provvedimento di applicazione è stato finora quello di creare il minor disagio possibile al dipendente applicato.
Per cui si è cercato ove possibile di procederò applicazione con il consenso dell’interessato.
Previo interpello e di tenere conto ai sensi articolo quattordici dall’accordo sulla mobilità interna del personale giudiziario non solo del criterio la minore scopertura ma anche di quello dalla minore distanza tra l’ufficio di provenienza e quello di applicazione.
Criterio che è stato condiviso dalla maggioranza dei rappresentanti sindacali del personale amministrativo.
Sono peraltro più che comprensibili le resistenze da parte dei presidenti e dirigenti amministrativi degli uffici di provenienza del personale applicato
Considerate le difficili condizioni in cui tutti gli uffici verso no a causa delle rispettive scoperture e considerato che i dirigenti vengono valutati esclusivamente in base alle performances dei loro uffici.
Ma con equilibri così gravi nella dimensione delle piante organiche qualsiasi discorso fondato esclusivamente sulle maggiori o minori scoperture senza tenere conto dei carichi di lavoro di ciascun ufficio.
E del rapporto tra piante organiche del personale amministrativo dei magistrati rischia di essere puramente formale e burocratico.
Tuttavia l’onestà intellettuale e lo spirito di squadra che caratterizzano tutti i dirigenti degli uffici del distretto possono consentire di mediare tra le legittime esigenze dei rispettivi uffici.
Di riconoscere le situazioni di obiettiva emergenza che necessitano di provvedimenti di applicazione e di guardare tutti insieme all’efficienza complessiva del sistema.
Anche quest’anno è risultata utile la presenza negli uffici del distretto dei tirocinanti sia quelli ex articolo trentasette sia quelli ex articolo settantatré
Sì ad altro titolo come appunto le convenzioni con enti pubblici come la regione di cui ho parlato prima.
O con istituti anche universitari anche in questo caso si tratta di elementi giovani preparati e motivati che possono fornire una valida collaborazione incamerano loro formazione sia pure per un periodo necessariamente limitato.
E proprio per meglio coordinare le attività svolte dai tirocinanti in questione e seguire la loro formazione in un se quale direttive del Consiglio superiore dalla magistratura è stato costituito anche presso la Corte di appello analogamente ad altri uffici del distretto l’ufficio del processo.
Altrettanto proficue è stata poi la continuazione della collaborazione con la Banca d’Italia.
Che ringrazio per aver messo a disposizione della corte due suoi dipendenti per coadiuvare l’ufficio ragioneria e cassa nella predisposizione dei mandati di pagamento dei debiti conseguenti alle condanne riparta altro riportate dal ministro ex legge Pinto.
Che si spera che in futuro saranno sempre meno.
La riduzione del numero di magistrati distrettuali da nove a due.
Di cui ho parlato prima non comporterà di fatto nessuna differenza.
Considerata la la totale assenza da diverso tempo di domande per tali posti.
Devo dire che sarebbe probabilmente opportuno un rilancio di tale istituto che può essere molto utile per sostituire tempestivamente i magistrati costretti ad assentarsi per malattia o ad astenersi dal lavoro per maternità.
Sollevandoli dall’Ansia di determinare con la loro assenza una aggravio di lavoro per i colleghi in servizio è un danno per l’ufficio e garantendo quindi loro una maggiore serenità.
Evitando nel contempo disservizi per l’ufficio.
Varrebbe forse la pena de iure condendo di ridurre per i magistrati distrettuali il periodo legittimazione per proporre domande per altri posti in modo da incentivare le domande per i posti di magistrato distrettuale che attualmente come ho detto risultano quasi sempre prive di aspiranti.
Per quanto poi riguarda lo stato dell’innovazione e dell’informatizzazione del distretto si rimanda alle allegate dettagliate relazioni dei magistrati referenti informatici distrettuali.
Qui appare sufficiente riferire che è stata proficuamente avviata l’attività dell’ufficio per l’innovazione del distretto.
E sono state tenute riunioni sia tra i RID e tutti i Magrif cioè i magistrati referenti per l’informatica e per tutto il distretto.
Sia con tutti i capi degli uffici giudiziari di distretto per esaminare le comuni criticità e attuare le ormai indispensabili sinergie tra i vari uffici relativamente all’attuazione dell’informatizzazione.
Permane purtroppo il punto dolente dall’assoluta insufficienza delle risorse destinate all’assistenza assegnate ai singoli uffici giudiziari.
Tenuto conto della massiccia implementazione dei sistemi informatici e delle dimensioni degli uffici del distretto basta pensare che la corte d’appello e procura generale si dividono giusto due persone che devono farci l’assistenza di volta in volta.
Peraltro questa situazione aggravata dal fatto che il contratto con la ditta incaricata dell’assistenza e attualmente in regime di prorogatio e non consentirà quindi fino alla stipula del nuovo contratto di ottenere la disponibilità di risorse aggiuntive per il distretto.
Tale inadeguatezza delle risorse appare oltretutto in contrasto con la realtà degli uffici giudiziari di un distretto come quello di Napoli che viene spesso individuato per sua vocazione come sede pilota per sperimentazione nel settore informatico e di questo siamo orgogliosi.
In conclusione anche quest’anno che è stato tra tutti gli operatori del diritto del del distretto avvocati magistrati e personale amministrativo quello spirito di collaborazione indispensabile per risolvere tutti i problemi che quotidianamente si presentano all’amministrazione della giustizia e garantire in tal modo la tutela dei diritti di tutti.
In particolare la efficace collaborazione sia con il precedente che con l’attuale consiglio dell’ordine degli avvocati di Napoli e con la Camera penale ha consentito la Corte d’Appello di giungere la sottoscrizione di un protocollo per la liquidazione degli onorari per il gratuito patrocinio dei processi penali.
Sono certo che questo clima di collaborazione potrà dare ulteriori frutti.
All’inizio del mio discorso ho detto che la celebrazione di questa cerimonia in questo luogo simbolo dell’intera città di Napoli può rappresentare idealmente un’apertura del mondo dalla giustizia che non deve rimanere estraneo e autoreferenziale ma deve invece aprirsi a tutta la città.
Che di giustizia ha più che mai bisogno è altrettanto vero però che anche la giustizia ha bisogno dei cittadini e a questo proposito voglio citare la seguente frase di Albert Einstein: “Il mondo e quel disastro che vedete non tanto per i guai combinati dai delinquenti ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”
Mi auguro perciò che i tanti cittadini onesti non rimangono inerti a guardare le azioni dei delinquenti ma facciano anch’essi la loro parte per aiutare le forze dell’ordine la magistratura ad assicurare la giustizia in questo territorio e garantire i diritti di tutti contrastando la violenza e la prevaricazione di pochi.
Buon anno giudiziario a tutti e grazie per avermi ascoltato.