Foggia (Puglia) 11 ottobre 2017

Premio MENZIONE SPECIALE a Lillino Tantimonaco

Premio MENZIONE SPECIALE a Lillino Tantimonaco da UIL-Bari

L’Amministrazione Comunale di Apricena, con il Sindaco Antonio Potenza e l’Assessore alla Cultura Anna Maria Torelli, esprime il suo apprezzamento e le sue congratulazioni a Michele Tantimonaco, conosciuto anche come Lillino Tantimonaco, che il giorno 5 ottobre 2017 presso l’Hotel Excelsior di Bari ha ricevuto il premio MENZIONE SPECIALE.
Nato nel 1929 a Vieste, una carriera da maresciallo e da calciatore, Lillino è custode di un vissuto di leggende, di aneddoti, di mestieri antichi, di usanze, del vernacolo di Apricena, che provvede a divulgare con testi scritti o tramite racconti orali, nello stesso paese di Apricena, nella Biblioteca Comunale “Nicola Pitta” e nella Scuola.
Nella Biblioteca Comunale “Nicola Pitta” un leggìo con i suoi racconti e poesie quotidiani accoglie gli utenti apricenesi di ogni generazione e non mancano occasioni di letture ad alta voce dei suoi scritti o di letture ad opera dello stesso autore.
Nelle Classi della Scuola Primaria dell’Istituto “Torelli-Fioritti” Lillino persegue il suo compito di “cantastorie in vernacolo”: recita poesie e racconti seminando così il sapore e il gusto del dialetto negli alunni che ormai lo considerano il loro “nonno cantastorie”.
Sul giornale mensile locale «Apricena Città Viva» ha scritto, dal 2000 al 2014, la rubrica “I Racconti del Maresciallo”, brani in prosa o rima, in dialetto e in italiano, sulle tradizioni apricenesi.
Nel 2001 pubblica “L’acqua d’la sarol” (Apricena 2001).
Il 22 giugno 2005, per la presentazione del libro “U’ Scazz’murredde” di Joseph Tusiani, è stato relatore e divulgatore di sue poesie “I uej’ d’la p’ìgnet”, “Quann”, ed altre.
Nel 2008 pubblica “Marr’cord’. Racconti, memorie, poesiole quasi in vernacolo” (Tuttostampa, Apricena 2008), raccolta di mestieri del passato apricenese.
Per i libri “Marr’cord’. Racconti, memorie, poesiole quasi in vernacolo” e “L’acqua d’la sarol”, e per la sua produzione poetica e in prosa in dialetto ha ricevuto numerosi riconoscimenti.
Il 2 ottobre 2013 ha ricevuto un premio per il dialetto nel “Concorso di poesie in vernacolo pugliese” edito dalla “Unione italiana Lavoratori Pensionati di Bari e di Puglia-UIL” e dall’ADA con “Fin’ a Quann”.
Nel 2014, il nostro poeta viene insignito del titolo di “CERCATORE DI TRACCIA dalla Rete Italiana di Cultura Popolare di Torino (https://www.reteitalianaculturapopolare.org/archivio-partecipato/item/1347-michele-tantimonaco.html), un titolo che individua le personalità che si sono distinte presso le proprie comunità per aver raccolto ed elaborato materiale demoetnoantropologico ed essere studiosi del territorio di riferimento.
E quest’anno, nel mese di aprile 2017 partecipa al Concorso di Poesia in vernacolo “Il mio cuore, la mia terra, la mia vita” (12° edizione/2016-2017) indetto da “Unione italiana Lavoratori Pensionati di Bari e di Puglia-UIL”, ricevendo il giorno 15/09/2017 dalla Commissione esaminatrice la comunicazione di essere stato insignito della MENZIONE SPECIALE. La cerimonia di premiazione, come già suddetto, si è svolta il giorno 5 ottobre 2017 presso l’Hotel Excelsior di Bari; in tale occasione Lillino è stato omaggiato, in particolare, della coppa per la poesia İj Li canuscév (Io li conoscevo) e dell’attestato per la poesia La zapp’ “amik” (La zappa amica), nonché del volume che contiene, tra le altre, anche le poesie con le quali ha concorso.
L’Assessore alla Cultura Anna Maria Torelli definisce Lillino “cultore del dialetto”, un “database della cultura apricenese”. «Con lui condividiamo l’apricenese, motivo di orgoglio, simbolo di identità e legame con il territorio, con la nostra gente ed i nostri sentimenti più profondi. È importante» – osserva l’Assessore Torelli -, «recuperare le radici, conoscerle e farle proprie per preparare al meglio il futuro; se si perde il dialetto, si perderà anche tutta quella cultura popolare che attraverso la nostra parlata si esprime. Da anni Lillino, affinché il dialetto non sia solo passato, ricordo o rimpianto, ma possa essere sempre vivo, contribuisce a non farlo dimenticare, proponendolo attraverso le istituzioni culturali e le associazioni del nostro paese. Con lui il nostro dialetto è bello, armonioso e dilettevole; è un richiamo ad un’esistenza semplice, vera, fatta di rapporti forti e onesti. Lillino, grazie alla Rete Italiana di Cultura Popolare di Torino, campeggia inoltre anche sulla rete rendendoci orgogliosi di lui e della nostra tradizione. L’auspicio, dunque, è quello che anche le nuove generazioni possano diventare cultrici appassionate del dialetto».

f.to Natia Merlino