“Era” il 3 novembre 1966, 49 anni fa, quando, proprio il fiume Era, affluente dell’Arno, a Pontedera raggiunge il massimo di piena, mentre l’Arno, raggiunto anche lui il limite, non poteva più ricevere le acque dell’affluente, mentre cresceva di un metro l’ora. Si temeva che da un momento all’altro gli argini cedessero, ma, ufficialmente, nessuno dette l’allarme dell’arrivo imminente di una spaventosa onda di piena. Il mattino del 4 novembre – in quegli anni giorno festivo – si tennero, in modo irresponsabile, ugualmente le celebrazioni per la commemorazione della vittoria dell’Italia nella prima Guerra mondiale. Solo verso mezzogiorno, il sindaco di allora, Giacomo Maccheroni, decise di mandare per le strade una macchina con un altoparlante che comunicasse il pericolo di tracimazione delle acque, ma l’Arno stava già cominciando a superare gli argini e le spallette del fiume lungo la Tosco-Romagnola, mentre si temeva una rottura devastante all’altezza di via Saffi. Questo, fortunatamente non avvenne, ma l’Era, invece, ruppe gli argini ai giardini pubblici della Montagnola. Erano circa le 14,30 e le acque limacciose invasero, tragicamente, la città della Vespa e, poche ore dopo, raggiunsero il limite di 13 metri sul livello stradale, mentre calava il buio, senza elettricità, su una città spaventata. Nella foto, un’immagine che è diventata il simbolo dell’alluvione del 4 novembre 1966 a Pontedera, scattata dall’amico fotografo Vittorio Silvi, scomparso recentemente.
giorgio mancini
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“Era” 49 anni fa. L’alluvione a Pontedera
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