Nella liturgia religiosa del mercoledì delle ceneri si conserva la coinvolgente esternazione del gesto di un’imposizione semplice, quella, appunto, di un pizzico di cenere sul capo o sulla fronte.
La semplicità dell’atto penitenziale ha il duplice significato che è esplicitato nelle formule di rito: “Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai”, oppure, nella parole più moderne: “Convertitevi, e credete al Vangelo”, che esprime anche l’aspetto positivo della quaresima che ha inizio.
Per il rito ambrosiano, invece, la quaresima è posticipata di quattro giorni e inizia la domenica successiva (quindi il carnevale termina con il “sabato grasso”). L’imposizione delle ceneri avviene o in quella stessa prima domenica di quaresima oppure il lunedì seguente. Il giorno di digiuno e astinenza viene invece posticipato al primo venerdì di quaresima.
La tradizione popolare meneghina farebbe risalire il proprio carnevale prolungato, o “carnevalone”, a un “ritardo” annunciato dal vescovo di Milano Sant’Ambrogio, impegnato in un pellegrinaggio, nel tornare in città per celebrare i riti quaresimali.
Il posticipo sarebbe, in realtà, dovuto ad una diversa datazione della festa mobile delle Ceneri, che dipende da un più antico calcolo cronologico dei quaranta giorni della quaresima, come avviene conservato anche nel rito bizantino.
Nell’immagine, sopra: Mercoledì delle Ceneri, acquerello di Julian Fałat del 1881.
Sotto, una foto della funzione religiosa, sempre come nella tradizione, oltre un secolo dopo.
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